Come cambia la ricerca dell’amore durante la pandemia?

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Un mio collega, single durante il primo loc down, sta passando il secondo insieme a una nuova fidanzata incontrata nei pochi mesi estivi in cui era possibile che avvenisse. Si può essere più fortunati? Vivere l’eccitazione e la felicità dei primi mesi di un amore isolati in un lockdown? Che cosa succede, invece a tutti gli altri?

Chi è in coppia sta sicuramente scoprendo nuovi aspetti della vita insieme, in molti casi apprezzandosi di più, in altri accelerando l’emergere di problemi: secondo uno studio riferito agli Stati Uniti, della National Law Review, negli Stati Uniti il 20% delle coppie sposate da cinque mesi o meno ha chiesto il divorzio durante il primo lockdown, contro l’11% dello stesso periodo del 2019.

E chi è single? Che ne è stato delle possibilità di trovare l’amore negli anni (stiamo infatti per entrare nel secondo) del covid-19? Come è cambiato il modo di cercarsi, conoscersi, scegliersi e sperimentarsi, avendo perso quasi tutte le occasioni di incontro, muovendosi a un metro di distanza da chiunque e nascondendo il volto dietro a una mascherina? Il tema è ovviamente caro ai siti di dating, dove già prima del Covid nasceva il 39% delle coppie eterosessuali e il 65% di quelle omosessuali, secondo uno studio del 2019 della Stanford University. I dati di un sondaggio condotto a novembre 2020 su 1.439 utenti italiani dall’app Happn – che ha la particolarità di consentire agli utenti di ritrovare le persone che hanno incrociato nella vita reale – dicono che:

  • il 55% approfitta di questo periodo per utilizzare al massimo le applicazioni d’incontri
  • il 47% sente il bisogno di essere in coppia per affrontare in modo più sereno le conseguenze della crisi sanitaria
  • il 38% dichiara di aver voglia d’incontrare persone nuove, anche se online

Si, ma che cosa vuol dire “incontrare”? Se già prima non era facile passare dallo screening di centinaia di foto e decine di conversazioni alla voglia di portare la conversazione nella vita reale, magari davanti a un bicchiere di vino, che ne è delle tappe di avvicinamento possibili tra due persone sconosciute, oggi?

david-dvoracek-wenalu88p7g-unsplashE’ possibile spostare online buona parte dell’attività propedeutiche al sentimento, come si è fatto con lo smart working, o l’amore continua a seguire le sue regole – che non erano facili nemmeno prima? Il Gruppo Match, che possiede app come Tinder e OkCupid, ha riportato una crescita degli utenti dell’11% nel secondo trimestre del 2020: un milione di persone in più rispetto all’anno precedente. Amarnath Thombre, ceo del Gruppo Match America, ha raccontato in un’intervista a Vox che con la pandemia molte cose sono cambiate:

La velocità degli appuntamenti è rallentata. I dati mostrano che le persone sono più selettive e focalizzate, prima di tutto su chi decidono di cercare. E’ diminuita la quantità di “ghosting” (persone che spariscono dopo alcuni scambi) – credo in parte proprio perché le persone non ne contattano più tante contemporaneamente” .I filtri di selezione sono quindi aumentati, per esempio è molto più comune video chiamarsi prima del primo incontro: “Le persone vogliono essere più certe che valga la pena esporsi per incontrare qualcuno: il rischio percepito è maggiore”.

E certo, si tratta di rischio sanitario – pensiamo anche solo ai convenevoli necessari a decidere se togliersi la mascherina al primo incontro, se e quando è il caso di correre il rischio di avvicinarsi, se vedersi dentro o fuori casa (in molti casi entrambe opzioni proibite per diversi mesi) – ma c’è anche una componente maggiore di rischio psicologico.

Le persone sono infatti rese fragili dalla solitudine e, in diversi modi a seconda della stagione della vita in cui sono, si ritrovano a sentire il “bisogno” di qualcosa che prima apparteneva alla sfera del desiderio: un’altra persona accanto, un contatto umano, un calore e un senso di sicurezza che mancano così tanto, da ogni parte, da farsi urgenza.

E’ possibile riderci su – basta leggere alcuni dei tweet pubblicati dall’Huffington Post nell’articolo 32 Tweet che riassumono l’essere single nel mezzo di una pandemia”, e sottolineare per esempio come sia difficile oggi inventare scuse per dare buca all’ultimo momento (“che cos’altro avresti da fare, esattamente?”), o come sia “ovvio che non sia questo l’anno in cui troverò l’amore e no, questa volta non sono io quella da biasimare” – ma la verità è che, nonostante a ogni età oggi l’amore manchi più che mai, la tentazione è quella di ritirarsi e cedere all’idea che per ora non arriverà.

Anche perché, nonostante la potenza di fuoco delle app di dating, che consentono di raggiungere persone al di fuori di ogni cerchia di prossimità, la formula per trovare l’amore e riconoscerlo non l’ha ancora inventata nessuno, e oggi è più probabile che mai che nessun seme di sentimento sopravviva alla complessità, la paura e la fatica di farsi conoscere davvero e di correre il rischio di essere delusi.

engin-akyurt-s-0hbpkcv98-unsplashE invece l’amore ce la fa. Questa è la forza incredibile degli esseri umani: una straordinaria capacità di sperare e continuare a cercare e a mettersi in gioco anche quando tutto va in direzione opposta. Noi sappiamo che l’amore ci spetta e ci aspetta, sappiamo che in qualche forma dovrebbe fare parte delle nostre vite in modo naturale. Secondo Riki Thompson, professoressa dell’Università di Washington Tacoma che studia come le persone usano le tecnologie per trovare connessioni, molte persone in cerca di contatto umano si sono per esempio riavvicinate ai loro ex, in altri casi hanno iniziato a guardare con occhi nuovi figure familiari come il cassiere del supermercato o il vicino di casa: insomma la familiarità che il covid ci ha tolto sembriamo pronti a ricostruircela pezzo per pezzo, per non restare soli.

L’amore, in ritardo”, si intitola l’articolo di Vox da cui provengono alcuni di questi dati, sottotitolo: “l’ansia delle opportunità perdute”. A volerlo guardare in modo positivo, forse questo periodo ci insegnerà a usare meglio la tecnologia  e a conoscere meglio noi stessi, se non vogliamo rinunciare all’amore.