Applicare le norme costituzionali sulle pari opportunità anche alla rappresentanza negli organi apicali degli Ordini professionali. E’ un nuovo ‘fronte’ sulla parità di genere aperto da un recente ricorso al Tar relativo all’equilibrio di genere nei Consigli elettivi dell’Ordine dei commercialisti e da un Ddl presentato con la stessa finalità dalla senatrice di Iv, Donatella Conzatti. Il Tar pur ritenendo non manifestamente infondata la questione in relazione agli articoli 3 e 51 della Costituzione ha respinto il ricorso, sottolineando la necessità di un intervento del legislatore per la sua concreta attuazione. Nel frattempo, la senatrice aveva messo a punto la proposta di modifica del decreto legislativo numero 139 del 28 giugno 2005, sulla ‘Costituzione dell’ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili’.
La novità, riferisce Conzatti, potrebbe arrivare anche attraverso emendamenti al Dl ristori, ora all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Il tema potrebbe ‘agganciarsi’ all’articolo 31 del provvedimento che, in relazione alla situazione di emergenza legata alla pandemia Covid, consente l’elezione telematica dei Consigli degli Ordini professionali e un possibile slittamento della data per le consultazioni. Se la proposta di modifica al decreto legge passerà il vaglio di ammissibilità sarà sottoposta al voto parlamentare. La nuova misura potrebbe già essere applicata alla prossima tornata elettorale. In proposito, nel Ddl viene prevista anche la introduzione della regolamentazione per lo svolgimento delle elezioni telematiche.
La modifica normativa, riferisce ancora la senatrice che nella vita professionale è dottoressa commercialista, è stata elaborata dopo un confronto con la ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, e il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Massimo Miani. Dagli ultimi dati di inizio 2020, su un totale di 118.775 iscritti all’Albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili, risultavano 79.799 uomini e 37.553 donne, rispettivamente il 66,9 per cento e il 33,1 per cento. Nel Consiglio nazionale, nel periodo 2017-2020, siedono 2 donne su 21 componenti. Migliore la situazione nei Consigli territoriali, nei quali su un totale di 1.373 componenti 382 sono donne, il 27,8 per cento ma solo 14 donne rivestono l’incarico di presidente (10,7%).
In sostanza, il Ddl prevede che l’equilibrio tra i generi sia assicurato con la attribuzione di una quota non inferiore ai due quinti dei componenti sia per i Consigli territoriali che per quello nazionale. Analoga previsione viene introdotta per il Consiglio di disciplina e il Collegio dei revisori. E’ inoltre prevista la costituzione, sia a livello territoriale che nazionale, di Comitati per le pari opportunità. Infine c’è la istituzione della commissione elettorale per procedere alla verifica delle candidature e al rispetto dell’equilibrio tra i generi. Alle elezioni verranno ammesse solo le liste nelle quali sia assicurato l’equilibrio dei generi con la previsione di una quota riservata di almeno due quinti; sarà obbligatoria la esposizione alternata per genere delle candidature almeno nelle prime posizioni delle liste.
Le modifiche proposte dalla senatrice riguardano l’Ordine dei commercialisti ma “dato che ogni Ordine professionale ha il proprio ordinamento, se riusciamo in questo caso, vediamo come sarà possibile ampliare a tutti gli Albi professionali. Va fatto un lavoro di raccordo rispetto a tutti gli Ordinamenti e poi un unico disegno di legge con la modifica, articolo per articolo, dei diversi Ordinamenti”. La proposta si inserisce in un quadro di riforme per il riequilibrio fra i generi più ampio in corso a Palazzo Madama. “C’è un grande lavoro da fare a livello parlamentare perché ci sono moltissimi disegni di legge” riferisce Conzatti, ricordando tra i temi il completamento della legge Golfo per quanto riguarda le partecipate pubbliche, le ‘quote rosa’ sia nelle ‘task force’ governative che nel Csm, Corte Costituzionale, Cnel così come l’istituzione di una Commissione bicamerale per i diritti della donna e la parità di genere, che lavorerebbe in raccordo con il Dipartimento delle pari opportunità che opera a livello governativo.
Per mettere a fuoco tutti i temi e dare loro la giusta priorità nell’agenda dei lavori parlamentari, “con le senatrici della maggioranza già impegnate su questi aspetti abbiamo fatto una riunione informale per verificare se proporre un ‘intergruppo’ trasversale o iniziare intanto come gruppi di maggioranza per individuare le priorità da segnalare ai Capigruppo sul tema della parità. Sarebbe – rileva ancora l’esponente di Iv – un buon segnale, soprattutto su un tema come questo, di attuazione di principi costituzionali”. Inoltre, rileva la senatrice, in questo momento di emergenza economica e sanitaria dovuto alla pandemia Covid, il tema della parità di genere “sta diventando una priorità economica” e lo stesso Recovery fund la mette al centro; quindi alcune proposte, peraltro di carattere ordinamentale e quindi non onerose, potrebbero anche essere ‘fatte proprie’ dal Governo.