In Italia l’ambiente universitario preferito dagli studenti è a Castellanza in provincia di Varese. Stiamo parlando dell’Università Carlo Cattaneo, risultata prima nell’indagine condotta dalla piattaforma da 15 milioni di utenti StuDocu, che ne ha pubblicato oggi i risultati. StuDocu è una startup nata nel 2013 nei Paesi Bassi da 4 amici che cercavano uno spazio virtuale dove scambiarsi appunti per migliorare i propri risultati accademici.
Negli anni StuDocu è diventata un punto di riferimento per gli studenti europei, aprendo anche a un’utenza internazionale interessata al progetto. Così è nata l’idea della classifica, uno strumento utile per supportare l’orientamento dei ragazzi pronti a intraprendere un nuovo percorso di studio. E StuDocu ha provato a fare anche qualcosa in più.
All’indagine circa la didattica, la qualità dei servizi, lo stato della struttura e le prospettive nel mondo dell’occupazione garantite ai ragazzi, il cofondatore e Ceo di StuDocu Marnix Broer ha integrato l’opinione degli studenti. Il sondaggio è stato condotto su centomila studenti provenienti da più di 27 Paesi, a cui è stato chiesto di valutare su una scala da uno a dieci parametri come la reputazione accademica, lo studio a distanza, la qualità dell’istruzione, l’efficienza dei corsi, la cultura sportiva, la valorizzazione delle diversità e dell’inclusione all’interno dell’istituto.
Lo StuDocu World University Ranking si basa su quindici diverse categorie di interesse e dà priorità al parere di chi vive quotidianamente l’università, un luogo di formazione e al tempo stesso ambiente stimolante per la crescita personale. Si tratta quindi di un’indagine inedita perché mette al centro le esigenze dei ragazzi, rispetto alle altre classifiche in circolazione, permettendo così di comprendere in che direzione sta andando oggi l’università.
Ma tornando alla classifica nel nostro Paese, dopo l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (che è prima fra le italiane e 16esima nella classifica europea), al secondo posto c’è l’Università Bocconi (24esima in Europa) e al terzo l’Università degli Studi di Camerino (27esima a livello europeo).
Il sito con tutti i risultati permette di indagare la panoramica internazionale dando un’occhiata anche alle preferenze degli studenti in America Latina o in Canada, per esempio. Abbiamo chiesto a Marnix Broer di raccontarci lo sviluppo dello StuDocu World University Ranking, che potrebbe diventare uno strumento funzionale all’ambiente accademico nel suo processo di adattamento all’attualità, perché oggi è quanto mai urgente l’allineamento dell’università all’istruzione a distanza, nonché all’integrazione di servizi che sappiano renderla competitiva e inclusiva.
1) Quali sono state le premesse che hanno spinto StuDocu a sviluppare il sondaggio?
Mi ha sempre infastidito il fatto che le classifiche universitarie non tenessero mai conto delle opinioni degli studenti. Ecco perché sono molto felice di poter fornire con StuDocu una classifica che integri il loro parere. Certo, è importante valutare la qualità di un’università sulla reputazione che ha raggiunto nel tempo. Ma altre variabili come le aule, internet, le biblioteche, i metodi di insegnamento e gli impianti sportivi non devono essere sottovalutate nel loro contributo a una buona istruzione per i ragazzi.
2) Come è stato condotto il sondaggio?
Abbiamo chiesto a 100mila studenti che usano la nostra piattaforma di valutare le università sulla base di quindici categorie di loro interesse, che vanno dalla qualità dei corsi, all’alloggio e agli spazi che hanno a disposizione. Oltre a questo, gli studenti hanno considerato l’eventualità di raccomandare la loro università ad amici e parenti, rendendo questa la prima graduatoria universitaria con un “Net Promoter Score” dato direttamente dai ragazzi. Avevamo a disposizione 1.500 università, distribuite in 27 Paesi e valutate da 60 studenti per ciascun istituto. Una volta ottenute le risposte, i nostri data scientist hanno utilizzato il Synthetic Minority Oversampling Technique (SMOTE), un algoritmo che genera risultati conformi statisticamente al trend raggiunto. Per questo la classifica ha una validità scientifica.
3) Quali sono le prerogative che contraddistinguono le università italiane risultate nei primi posti della graduatoria?
Le università italiane che sono in cima alla classifica hanno ottenuto un buon punteggio in termini di sicurezza, posizione e valorizzazione della diversità e dell’inclusione. Oltre a questo, la qualità dei corsi è valutata molto positivamente dagli studenti italiani. Infatti se diamo un’occhiata alle prima venticinque università europee in classifica, tre sono italiane: parliamo dell’Università Carlo Cattaneo, dell’Università Bocconi e dell’Università degli Studi di Camerino.
4) Cosa serve ancora all’università italiana per essere sempre più competitiva a livello europeo e internazionale?
Le categorie in cui le università italiane hanno raggiunto i risultati più bassi sono state quelle riferite alla gamma di interessi delle associazioni studentesche e dei club sociali. Oppure alla cultura dello sport. E stranamente, alcuni istituti hanno ottenuto punteggi bassi sul cibo, soprattutto se pensiamo alle proposte alternative rivolte agli studenti che hanno restrizioni alimentari dovute a intolleranze.
5) In che direzione sta andando il mondo accademico in seguito alle evoluzioni che gli sono state imposte dal lockdown?
Durante la pandemia abbiamo assistito a un considerevole aumento di studenti che hanno scelto la nostra piattaforma per collaborare e scambiarsi appunti. Per esempio quando le scuole sono state chiuse a Milano a causa del coronavirus, c’è stato un incremento del 100% degli utenti. Cosa significa questo per il futuro dell’educazione? In poche parole, ci dice che gli studenti non sono più alla ricerca di insegnanti per assicurarsi il materiale necessario per superare gli esami e si rivolgono sempre più a piattaforme online ed-tech per i loro studi. Ecco perché la collaborazione tra ed-tech ed educatori dovrebbe essere migliorata. Questo potrebbe mitigare molte delle questioni che sorgono quando studio e istituzione scolastica sono distanti.
6) Qual è l’attuale impegno di StuDocu in questa formazione integrata con l’e-learning?
La nostra missione è quella di consentire a tutti di eccellere nei loro studi, fornendo i migliori strumenti per lavorare in modo efficace. Gli studenti condividono le loro dispense e noi le mettiamo a disposizione gratuitamente, consentendo a tutti di scaricare il materiale dei colleghi. Vogliamo permettere agli studenti di studiare ovunque si trovino e quando possono. Per secoli l’istruzione non è mai stata veramente modernizzata, in generale non sono stati fatti grandi cambiamenti. Ora il coronavirus ha costretto l’università a investire nell’e-learning per poter proseguire con i corsi anche da remoto. Dispiace che a questa prospettiva non si sia arrivati naturalmente, ma siamo convinti che migliorerà il mondo dell’educazione perché noi ci crediamo da anni. Ci auguriamo che questa digitalizzazione diventi il nuovo standard e che sia gli educatori che gli studenti ne vedano i grandi benefici. Dopotutto l’università prepara al mondo del lavoro e le aziende di oggi sono altamente tecnologiche: è bene quindi preparare i ragazzi a questo tipo di approccio al lavoro di squadra che integri il rapporto umano allo scambio professionale a distanza.