La lotta al Covid nei disegni dei bambini

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Mancavano persino i colori e le matite, per non parlare di Internet nella piccola comunità del villaggio Happydu, alla periferia di Windhoek, Soweto, Namibia. Ma le mamme e i bambini, quando hanno saputo che l’Italia era stata investita dall’epidemia Coronavirus, hanno chiesto di fare qualcosa.

091-elisia-namibiaEcco perché hanno deciso di disegnare per trasmettere ai loro amici italiani dei messaggi di speranza, affetto, e allegria. Si snodano tratti infantili, frasi semplici e commosse, tra gli inviti a lavarsi le mani spesso (e l’acqua da loro è un bene prezioso), a tenere la mascherina, a lottare come i pugili sui ring contro il Nemico.

Sono bambini orfani, spesso frutto di violenze, mamme sole con esperienze tristi alle spalle, ma che ora provano una certa serenità, creata dalla collaborazione con alcuni ragazzi italiani che hanno fondato la Happydu Onlus. “Bambini che vivono un disagio quotidiano sono venuti in soccorso con quello che avevano” racconta Sonia Verri ad Alley Oop, fondatrice dell’associazione culturale L’Errante, organizzatrice del concorso artistico “Antivirus”, una vera e propria Quarantena Artistica che ha impegnato oltre 300 bambini e ragazzi dai 3 ai 16 anni.

093-gabriela-namibiaL’iniziativa ha stimolato la creatività dei giovani, e la mente nelle sue esperienze artistiche, non ha confini. Confini non ne ha avuti neanche il concorso, che nato a Como ha suscitato l’interesse di giovani artisti provenienti da tutta Italia e dalla vicina Svizzera. Ma anche dalla lontana Namibia grazie a Happydu, che ha fondato e gestisce un villaggio e un centro ricreativo in loco. Le opere individuali sono state arricchite dalla partecipazione corale della scuola secondaria di Primo Grado “Anna Frank” di Guanzate, con il video #iorestoacasa che raccoglie oltre 200 opere realizzate dagli studenti.

088-allen-namibiaFondata nel 2020 da un gruppo di professionisti e operatori culturali ad Appiano Gentile (Como), l’associazione culturale “L’Errante” ha scelto di chiamarsi “Clan di artisti e artigiani”. Situata nell’azienda agricola Maghi, nel cuore del Parco Pineta, la sua cascina accoglie artigiani, artisti, ma soprattutto giovani, ai quali riserva lo spazio per lavorare, inventare, scambiarsi esperienze e competenze.

027-oggi-non-posso-domani-si-ludovica-val-di-cataniaIl concorso “Antivirus” è nato qui durante il Covid a fine marzo, e chiedeva ai bambini e ragazzi chiusi in casa di raccontare se stessi, le proprie aspirazioni e l’angoscia, perché ricordassero anche in una calamità come la pandemia l’importanza della cultura e dello spirito di civile convivenza e responsabilità.

52-tulipano-magico-varvara-da-como“Hanno mandato dei messaggi forti, si sono dimostrati più forti e pazienti degli adulti” dice Sonia Verri “Ci sono dei disegni cupi, come quello di una bambina che ha rappresentato una figura tutta nera e grigia – da titolo usciremo dal tunnel – ma in tutti c’è la speranza e la consapevolezza che ne sarebbero venuti fuori. Sono affiorati il Buddha della pazienza, aspetti di spiritualità che non pensavo potessero essere presenti nei giovani. Di solito sono dei punti di arrivo dai 40 anni in poi”.

010-covid19Disegni, pitture, poesie, storie. Appaiono ritratti di animali, i compagni con cui uscire dalla gabbia oppure il trionfo della natura raffigurata da una foresta incantata, dove i bambini vogliono tornare a giocare nel verde con i loro amici. Autoritratti enigmatici in cui si aspetta la libertà, opere in 3D fatte di pezzi colorati di mais o creativi lavori di assemblaggio con materiali poveri. C’ è anche il fumetto di un medico che cerca di sconfiggere il virus che è la persona al suo fianco, e il male non è il classico orrendo insetto, ma una donna pittata, in minigonna, stivalata. Ma compaiono anche le mani, che devono essere sempre pulite per mettere in fuga il virus, oppure nell’interpretazione accattivante e muscolare dell’eterna lotta tra bene e male in una battaglia di boxe.

056-ricicloE poi “la mia finestra sul mondo”, la creatività vivace dei petali di luce a mosaico e collage, poesie dedicate al salotto e al proprio padre (non m’illudo padre che serrate le porte, le strade, tu ugualmente mi sia vicino), il racconto “Ragazzi intrappolati nei videogiochi”, l’invito a sperare e ad apprezzare le piccole “cose” di ogni giorno, la ricerca di una normalità perduta. I bambini accompagnati dalla fatina del cuore che porta la magia sull’ospedale per fare risplendere il sole, disegni di forza e speranza, momenti di pace,  oltre i corali arcobaleni di “andrà tutto bene”.

024-usciremo-dal-tunnel-vittoria-cernobbioI disegni sono raccolti nella monografia “Colori dal buio”, le cui didascalie sono state curate da Paola Guidi, presidente onorario dell’associazione “L’Errante” e giornalista del Sole 24 ore, che ha cercato di capire la sostanza. “Mi ha stupito la parola d’ordine di piccoli adulti” racconta Paola Guidi ad Alley Oop “Ma soprattutto come i bambini hanno visto questo mostro, pieni di ironia e ottimismo. Infermieri, dottori, la mascherina, … sembravano dire che questo mostro verrà sconfitto. I piccoli assorbono e metabolizzano verso una grande apertura. Sono realisti. Si rendono rendono conto della situazione, la accettano. Non sognano, vivono”.

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Uno storytelling, a cui si sono dedicati lievemente durante tre mesi di chiusura in casa, con serenità, senza angoscia o commozione. “Guardando fuori dalla finestra, dalla terrazza c’è sempre tanto verde, e sembrava non tanto che volessero andare fuori, ma avere il verde in casa”. Nei disegni dalla Namibia, invece, c’è chi con più opere rivela uno spirito da predicatore, ripetendo le esortazioni che gli adulti continuano a pronunciare. “Ma ci sono anche tanti messaggi tricolori per noi, per l’Italia, pieni di cuori e di bandiere”.

Alla redazione della monografia hanno partecipato anche esperti in psicologia infantile, scrittori, pittori, scrivendo le loro impressioni, analizzando che cosa “raccontavano” in realtà questi lavori. E’ una fantasia creativa armata di colori. Il disegno racconta di come il bambino si sente, di come si posiziona nel suo ambiente familiare e sociale, da che tipo di sensibilità, energia o aggressività sia mosso. Lo spazio del foglio diventa un universo in cui inserire inconsciamente messaggi di gioia, spensieratezza, impegno e richiesta di aiuto, in uno spazio in cui raccontare le proprie paure. “Più di mille discorsi e parole, vale un semplice disegno meraviglioso scrigno di un’anima che evolve e vive” scrive la grafologa Paola Mascolo.

018-libera-da-coronavirus-ginevra-luganoMa dove si nasconde il Mostro “Succhia Anima”, come lo ha nominato in un disegno  un bambino? Lo rivela il contributo di Alberto Isi, presidente del Centro Sociologico Italiano in “C’era una volta … un Essere molto cattivo”. La sua storia racconta di come gli abitanti del pianeta Terra lo avevano chiamato Corona Virus: “Corona” perché lui si comportava come un Re tiranno, rendendo i popoli suoi sudditi, costringendoli a piegarsi alla sua volontà feroce.

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Dopo lunghe e faticose ricerche si scoprì che il maledetto era generato da pensieri e azioni malefiche che gli stessi popoli avevano  generato. Il tiranno presto perse forza fino ad annientarsi. “Grazie a voi bambini e giovani adulti, grazie alla vostra spontaneità ancestrale siete stati capaci di portare luce e colore dal buio, aiutando gli adulti a ritrovare buon senso” scrive Isi “Adulti che dovrebbero sempre prestarvi attenzione ed “intelleggere”  nella vostra arte qualsiasi sia il messaggio ancestrale che portate e che gli adulti, spesso, crescendo, dimenticano, sottovalutando che i bimbi sono la palingenesi dell’Umanità”.

La mostra e il concorso avranno un proseguimento sul territorio nazionale.