Unita, nasce l’associazione di attori e attrici per i diritti professionali

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Teatri chiusi “come tombe” (come dice il premio Oscar Nicola Piovani), cinema a scartamento ridotto. Il settore dei lavoratori dello spettacolo è ormai in ginocchio, nonostante il decreto approvato dal governo il 14 agosto preveda un ulteriore bonus da 1000 euro.

unita3Tra le tante questioni in sospeso che l’emergenza Covid ha fatto emergere brutalmente, non c’è dubbio che la situazione dei lavoratori dello spettacolo sia una di quelle. Basti pensare che la procedura di richiesta del rimborso Covid, ha portato alla luce la difficoltà per molti lavoratori di dimostrare le 7 giornate lavorative richieste per poter accedere al bonus. È soprattutto lo spettacolo dal vivo ad aver subito il contraccolpo peggiore, ma l’intero settore, come molti altri, è stato completamente fermo per mesi. E in una situazione pervasa dall’assenza di tutele e garanzie, si è risollevata l’urgenza di una tavola rotonda per ridare centralità e sostegno al mestiere dell’attore, che in tanti anni non ha mai ottenuto un chiaro riconoscimento giuridico.

pucciniIl Festival di Venezia, che debutta oggi per terminare il 12 settembre, offre l’occasione di tornare sul tema con un focus particolare sulla categoria degli attori, che da poeti a precari stanno attraversando uno dei momenti più duri per la storia del loro mestiere. Alley Oop ha incontrato alcuni attori per raccontare la nascita di U.N.I.T.A., un’associazione fondata da oltre 100 interpreti del teatro e dell’audiovisivo. Con un direttivo a prevalenza femminile. U.N.I.T.A. coinvolge alcuni dei nomi più noti del panorama italiano: presidentessa dell’associazione è Vittoria Puccini, mentre fanno parte del direttivo Giorgia Cardaci, Fabrizia Sacchi (vice presidentesse), Cristiana Capotondi (tesoriera), Marco Bonini, Paolo Calabresi, Mariapia Calzone, Massimiliano Gallo, Fabrizio Gifuni, Francesco Bolo Rossini e Stefano Scherini (consiglieri).

giuliaRacconta Giulia Bevilacqua ad Alley Oop: “U.N.I.T.A. è la casa di ogni attore, dove ogni voce viene ascoltata e ha lo stesso peso, dove non esiste distinzione di ruolo o di genere, dove ogni professionista può bussare e ricevere assistenza e aiuto. Dove finalmente, uniti come categoria, lottiamo per i nostri diritti e tuteliamo la dignità del nostro lavoro”. Gli scopi che si prefigge l’associazione sono molteplici: dalla stesura e approvazione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per l’audiovisivo, alla revisione del CCNL del 2018 per gli scritturati della prosa; dall’istituzione di un registro degli attori alla difesa dei diritti di immagine; fino a sostenere gli artisti associati con un supporto di consulenza legale.

calabresiSi tratta di una presa di posizione forte per una categoria di lavoratori che per troppo tempo ha accettato condizioni di accesso al lavoro decisamente non trasparenti, non senza un po’ di vittimismo, come racconta Paolo Calabresi: “Quando c’è una crisi si solleva la paura e vengono alla luce le cose che hai lasciato un po’ dormire. Una parte di colpevolezza per la nostra situazione è che noi attori, come categoria, non abbiamo mai avuto un’oggettiva attenzione verso le cose che ci riguardano, attribuendo la responsabilità delle mancanze alle istituzioni, deresponsabilizzandoci”. Questo è il motivo per cui U.N.I.T.A. non chiede semplicemente un CCNL, ma rivendica il diritto di partecipare attivamente al tavolo decisionale.

unita2Scorrendo i nomi di chi ha aderito in prima istanza all’associazione, salta subito all’occhio come siano coinvolti i nomi più conosciuti, e potenzialmente quindi più tutelati, del panorama italiano. Ma gli appelli a iscriversi in massa all’associazione stanno arrivando proprio da questi nomi, ed è ancora Paolo Calabresi a spiegarci il perché: “Non siamo un’associazione elitaria. Un’associazione di categoria ha senso se tutela tutti, in particolare le fasce meno privilegiate. In un mercato in cui è il nome a garantire potere contrattuale, noi puntiamo a regolamentare il mercato. Il motivo per cui invitiamo tutti i colleghi a iscriversi, è che questo è un luogo in cui sentirsi protetti”.

U.N.I.T.A. è attualmente impegnata nella costituzione dei gruppi di lavoro e nell’allargamento della propria base associativa. Un banco di prova importante per una categoria di lavoratori che meriterebbe senz’altro più rispetto, anche solo per la definizione brechtiana di che cosa sia l’arte dell’attore e l’arte in generale: “Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella di vivere”.

  • Antonio Ferrante |

    Unita sia aggregantedi tutta la categoria. Io sono in pensione ma posso dare un contributo di idee v.sitowww.antonio-ferrante.it

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