È del 1962 il libro Primavera silenziosa, della biologa e zoologa Rachel Carson, che denunciava l’uso dei DDT e richiamava l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica sulla cura delle pratiche agricole. Il libro, considerato come un momento fondante del movimento ambientalista mondiale, fu oggetto di vari tentativi di screditamento, Carson stessa venne messa in dubbio nelle sue qualità di scienziata, ma grazie a questo suo lavoro l’uso dei fitofarmaci divenne questione pubblica e nel 1963 la Commissione Consultiva Scientifica del Presidente Kennedy, appoggiò le sue tesi scientifiche.
Nel 2020, per la prima volta, è stato proclamato dall’Onu su proposta del governo della Finlandia, l’Anno internazionale della salute delle piante. Si fa sempre più urgente ricordare quanto dipendiamo dalle piante e quanto sia necessario prendersene cura in modo non invasivo e lungimirante. Per questo diventa anche importante coinvolgere il pubblico e informarlo, come ci ha raccontato Maria Lodovica Gullino, direttrice di Agroinnova, e docente di Patologia Vegetale presso il dipartimento dell’Università di Torino dedicato all’innovazione in agricoltura. “Un ambiente sano parte da piante sane” spiega Gullino. “Il mondo vegetale costituisce il 98% della biomassa del pianeta. Diamo per scontato che le piante siano lì, che fioriscano, esistano, seguano le stagioni, quando in realtà molti fattori, sia di tipo biotico (parassiti, virus, insetti) sia di tipo abiotico (inquinanti, clima), alterano il loro equilibrio”.
Per contribuire a creare consapevolezza, Agroinnova sta realizzando un Festival: Plant Health 2020. Inizialmente era programmato per svolgersi come evento pubblico, ma è stato rimodulato in forma digitale. Anche se molti degli eventi previsti saranno riproposti non appena sarà possibile farlo. Al momento, alcuni dei relatori del Festival sono coinvolti nel progetto “Le piante al centro. Il podcast del Festival”, brevi interviste sul tema della salute delle piante condotte da Anna Marino, di Radio24, e pubblicate sul canale Spreaker dedicato.
Il significato di un anno mondiale dedicato alla salute delle piante, è di sensibilizzare e informare il grande pubblico rispetto allo stato dell’arte della ricerca, in primis, ma anche rispetto agli scenari che si stanno prospettando in questo delicato momento storico. Continua Gullino: “Perdiamo piante e foreste a causa di parassiti, fattori ambientali, ma anche il cambiamento climatico sta colpendo moltissimo il nostro paese. Presto la nostra agricoltura sarà in difficoltà per questo motivo. Ecco perché oggi più che mai dobbiamo fare ricerca”. E sulla ricerca Gullino è molto ottimista: racconta che c’è già stato un cambiamento di approccio che ha significato tanto. Un tempo si parlava di “malattia delle piante”, oggi si parla di “salute delle piante”.
“Il cambio di paradigma ha basi scientifiche solide. La difesa dai parassiti si fonda sulla prevenzione: bisogna fare in modo che l’agente patogeno non arrivi a colpire, grazie a metodi diagnostici rapidi e avanzati, in modo da combattere una massa di popolazione di patogeni ridotta. Quello che accade a noi umani con un nuovo virus accade anche alle piante con i parassiti: quando parte un’infezione poi è una rincorsa difficilissima alla cura. Per fortuna ogni epidemia ci insegna qualcosa: ci dovrebbe lasciare più preparati e consapevoli, in entrambi i casi”.
Quello che oggi ci viene richiesto di fare, spiega Gullino, è coltivare al meglio le nostre piante per mantenerle in salute, e questo significa compiere una scelta rispetto alla varietà, mantenere in salute il suolo, che sia ricco di microrganismi, intervenire con meccanismi di prevenzione. E questo non è solo compito degli agricoltori in senso proprio: ogni singolo cittadino è chiamato a compiere scelte più consapevoli. “La responsabilità è del singolo, in ogni campo” continua Gullino, “il risultato finale deriva dal contributo di ciascuno di noi. Il cittadino deve essere consapevole dell’importanza delle piante, rispettarle, compiere scelte con attenzione rispetto a cosa consuma. L’agricoltura in Italia è molto avanzata, sana e sicura, dobbiamo ricordarcene quando facciamo la spesa. Il verde nelle città ha un’importanza enorme e ha dei costi: anche di questo dobbiamo ricordarci, come contribuenti”.
Rachel Carson, affascinata dalle piante non solo come scienziata, ma anche per la loro bellezza che definiva “aliena”, ha cosparso i suoi studi di involontari moniti per i posteri. Rileggere le sue parole, alla luce di quello che sappiamo oggi, dovrebbe indurci a dare ascolto con convinzione agli appelli e alle indicazioni degli scienziati che richiamano la nostra attenzione. Eppure, molto spesso, questo è quello che succede:
“La maggior parte di noi cammina con gli occhi bendati su questa terra senza vederne le bellezze e le meraviglie, né osservare la straordinaria e talvolta terribile intensità di vita che pulsa intorno a noi.”
Rachel Carson