Questura di Venezia, le donne in polizia iniziano a fare carriera

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In quarantena l’attività dei poliziotti ha riguardato anche le liti in famiglia, oltre ai controlli in strada per far rispettare i decreti, le telefonate perché la gente voleva indicazioni su quello che si poteva fare o meno.

maria-lucia-lombardo“Abbiamo cercato di creare una situazione di sicurezza, ma non di allarme. Di solito quando al centralino arrivano chiamate di liti in famiglia andiamo a vedere” racconta ad Alley Oop Maria Lucia Lombardo, trent’anni, siciliana, di Caltanissetta, portavoce del questore di Venezia Maurizio Masciopinto dal novembre del 2019 “queste urgenze hanno la precedenza per la normativa del ‘codice rosso’, si attiva una procedura in Procura. Cerchiamo di fare in modo che le situazioni critiche non vadano a degenerare in problematiche”.

Crollati i furti in casa e le rapine, nella maggior parte degli interventi registrati durante il lock down la questura lagunare ha risolto episodi di liti tra le mura domestiche. Non si parla solo di conflitti coniugali, perché a finire nelle statistiche di ‘codice rosso’ ci sono anche i rapporti tesi tra i genitori e figli o assistenti domiciliari e anziani. “L’Ufficio volanti si chiama anche di prevenzione generale e soccorso pubblico, e in fase Covid 19 è stato molto impegnato” spiega Maria Lucia Lombardo.

Dopo una laurea in giurisprudenza nella sua isola natale, mentre faceva la pratica forense, ha visto il bando per commissario di polizia. “Ho sentito il brivido, era quello che volevo fare. L’esame prevedeva anche diverse prove fisiche, e ho superato il concorso nazionale” racconta la giovane poliziotta, che poi ha conseguito il master in scienze della sicurezza a Roma. “Mi hanno addestrato all’uso delle armi e tecniche operative”. In base alla graduatoria, tra le sedi disponibili, lei ha scelto Venezia. Prima è stata assegnata all’Ufficio di gabinetto, poi ha svolto un periodo di aggregazione al commissariato di Mestre, ma non come dirigente. Tornata all’Ufficio di gabinetto, il questore l’ha scelta come sua portavoce. “Per me non c’è differenza tra uomo e donna. Ognuno ha le sue caratteristiche. Io sono poliziotto a prescindere” .

p1233061-modLa Questura di Venezia vanta un numero molto elevato di donne che rivestono incarichi di responsabilità, funzionarie e dirigenti in particolare. Basti pensare che negli ultimi quattro anni, su un totale di 12 funzionari neoassegnati, ben 9 sono donne. Le donne che rivestono qualifica di funzionario/dirigente sono 20. E c’è anche Maria Lucia, che è responsabile dell’ufficio relazioni esterne, ma si occupa anche di rapporti sindacali.

Gli uffici che vantano una dirigenza al femminile sono, all’interno della Questura, la Divisione della Polizia Amministrativa, che si interessa del rilascio di passaporti, licenze, patenti, autorizzazioni anche in materia di armi. L’ Ufficio del Personale segue abilitazioni, corsi, malattie , trasferimenti, e quello Immigrazione (costola della divisione Polizia Amministrativa).

“Le donne che ricoprono ruoli dirigenziali in Uffici di Specialità, sono state individuate dal ministero, dal Dipartimento della pubblica sicurezza di Roma” afferma Maria Lucia Lombardo. Queste si trovano a dirigere il Compartimento Polizia Ferroviaria, l’Ufficio di Polizia di Frontiera Marittima e Aerea, la Sezione Polizia Stradale, il Reparto Volo. All’interno dell’Ufficio Sanitario, uno dei tre medici è donna. “La maggior parte di queste donne ha famiglia, e provengono un po’ da tutta Italia”.

Con riferimento ai progetti sulla violenza di genere, la questura sembra fortemente impegnata sul territorio. Sono attivi dei protocolli coordinati dalla prefettura di Venezia, che coinvolgono la formazione nelle scuole. “Prima che l’emergenza sanitaria in corso interrompesse l’attività scolastica” racconta Maria Lucia Lombardo ad Alley Oop “erano stati organizzati numerosi incontri con le scuole di ogni ordine e grado, di tutta la provincia di Venezia. Abbiamo affrontato il tema della violenza di genere”.

La divisione Anticrimine della questura di Venezia è impegnata in numerosi progetti istituiti dal Ministero dell’Interno, primo fra tutti “Questo non è amore”, che vede i poliziotti (molto spesso colleghe di sesso femminile) organizzare una vasta campagna informativa nelle principali piazze del territorio.

E una poliziotta come si immagina il futuro in fase di postcovid? “Mi immagino che piano piano si torni alla normalità. Ci stiamo abituando a vivere in modo diverso, e adattando a un cambiamento anche dentro di noi. Abbiamo riscoperto l’importanza del tempo, del dare valore alle cose semplici, essenziali e alla sicurezza”.