Covid-19, al Polimi 45.000 studenti ogni giorno si collegano all’ateneo

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Piazza Leonardo da Vinci in questi giorni offre uno spettacolo surreale. Il silenzio e il vuoto nelle aule del Politecnico di Milano sono difficili da descrivere. Una desolazione capace di trasformare un’università animata da migliaia di studenti, dalle loro voci e dai loro colori, nel suo esatto opposto. Un luogo apparentemente deserto, ma tenace. Capace di resistere a un’emergenza sanitaria prima, sociale ed economica poi, che rischia di mettere in ginocchio la Lombardia e con lei l’intero Paese.

L’università ha cercato, fin da subito, di reagire. All’assenza delle lezioni in aula, abbiamo risposto con la didattica a distanza. E non senza fatica. È molto importante, e colgo questa occasione per dirlo con chiarezza, far capire ai nostri studenti, alle loro famiglie e ai mezzi di comunicazione la portata dello sforzo che stiamo mettendo in atto. Dietro ad ogni collegamento non c’è solo, e non è poco, la competenza e la disponibilità dei docenti (ne contiamo 1.400 al Politecnico). Ci sono persone che ogni giorno garantiscono un servizio che riteniamo di prima necessità. A tutti va il mio ringraziamento per la disponibilità e la professionalità con cui hanno saputo far fronte a questa situazione eccezionale.

Permettere ai nostri 45.000 studenti di collegarsi ogni giorno all’Ateneo e seguire le lezioni secondo il calendario accademico non è cosa semplice. Richiede un’attrezzatura tecnologica adeguata, che non tutte le università possiedono. E questo la dice lunga sulla necessità di investimenti non solo per ammodernare il sistema universitario, ma un intero Paese che in fatto di infrastrutture digitali è piuttosto carente.

Un ateneo virtuoso come il Politecnico di Milano si è attrezzato per poter erogare didattica a distanza tramite la piattaforma Teams, messa a disposizione da Microsoft. Con slide, lavagne virtuali, chat, forum… Con strumenti integrativi, quali Socrative, edocr.com , GeoGebra , Pearltrees… Mettendo in campo tutta l’esperienza acquisita da anni con Polimi Open Knowledge e con l’offerta di oltre 50 Moocs (Massive Online Open Course).

Abbiamo organizzato in pochi giorni corsi di formazione on-line e video tutorial per consentire a tutti, docenti e studenti, di poter capire gli strumenti a disposizione e riorganizzare i corsi con nuove modalità didattiche, sapendo bene che l’esperienza in presenza non è sostituibile, ma in caso di emergenza bisogna ingegnarsi: le interazioni tra studenti e docenti avvengono comunque nelle aule virtuali, attraverso chat e la possibilità di intervenire.

Abbiamo garantito il regolare svolgimento degli esami di laurea online. E per non togliere la gioia di festeggiare una meta importante, organizzeremo più avanti un Graduation Day. Un momento in cui il gesto di lanciare il tocco al cielo sarà simbolo di gioia per i nostri laureati e di vittoria per tutti.

paperinaLasciatemi poi dire che non abbiamo permesso a questo isolamento forzato di minare il dialogo e la solidarietà all’interno della nostra comunità. Abbiamo istituito un’unità di monitoraggio che ogni mattina valuta passo a passo la situazione, prende decisioni e a fine giornata ne dà conto pubblicamente, attraverso una comunicazione trasparente. Se aprite il nostro sito, le vedrete comparire in home page. Alcuni studenti sui social network dicono, ironicamente, che, come per le favole della buona notte, ogni sera aspettano le parole del Rettore per addormentarsi. Un’ironia che nasconde la voglia di tornare a sorridere in un momento complicato.

A fronte di una situazione difficile, abbiamo cercato di dare il nostro contributo, come possibile, perché i vincoli e le limitazioni si traducano in opportunità. Per studiare nuove forme di didattica che, superata la crisi, rimangano un patrimonio della nostra e di altre università. Perché queste costrizioni, così come accade per la diffusione dello smart working nelle imprese, possano portare a buone pratiche che sapremo adoperare una volta usciti da una spirale negativa che ancora non si arresta. Per trasformare l’ansia e l’attesa nella serenità di chi speriamo di rivedere presto sui banchi oggi deserti.

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  • mercedes villalobos v |

    Desde Colombia un abrazo especial y admiración por todo lo que nos están enseñando para autoprotegernnos, para cuidarnos en equipo y en especial…para apoyar una nueva dinámica para el mundo y trascender estos momentos de toma de lecciones de vida

  • Maria Mirarchi |

    Grandi, siete una forza Ferruccio!!!!

  • Rocchetto Alfredo marco |

    Prossidme et prossdfme

  • Federico |

    È un’ottima notizia. Ci voleva il Corona virus per vedere questa “spintanea” offerta di didattica in modalità più moderne, sostenibili e tecnologicamente avanzate per tutta l’offerta formativa e non solo per qualche “progetto pilota” o per i MOOcs.

    Continuo a sentire la litania che “La didattica dal vivo sia insostituibile”. A me veramente risulta che la didattica ibrida sia insostituibile in base non ad opinioni ma a recenti studi. Sicuramente è insostituibile per quelli del MIUR che non devono reinventare nulla così e possono tirare a campare un altro giorno. Forse per chi ha tutta la giornata libera. Forse, perché tra necessità di spostamenti, lezioni cancellate, prof che manca e sostituto non proprio all’altezza, non è che l’esperienza mia e di molti miei amici della didattica dal vivo sia stata proprio il non plus ultra dell’efficienza e dell’efficacia (non al Polimi).

    Ritengo sia sano, igienico, doveroso, sostenibile ed efficiente che nel 2020 le lezioni di un corso universitario siano disponibili online per chi non può frequentare, dando la possibilità anche a chi lavora di potersi aggiornare presso università che la percezione pubblica ritiene “più serie”. Lasciare queste cattedrali del sapere ad esclusivo appannaggio di ragazzi di 18 anni che spesso vi accedono per inerzia, per prova, per mancanza di alternative, impedendo di fatto a quegli adulti 100 volte più motivati di accedere ai centri di eccellenza, mi sembra francamente un peccato nei confronti di coloro che invece avrebbero il background, la motivazione, e la serietà per comprendere cosa stanno scegliendo di fare e dimostrassero di avere le carte in regola per poterlo fare. Tutte le università pubbliche dovrebbero diventare anche telematiche, ma non solo per le lezioni, anche per gli esami, in quanto la tecnologia per esami a distanza sicuri esiste (proctoring services).
    Vogliamo parlare di lifelong learning? Benissimo! Ma dateci una reale possibilità! Apriteci i corsi della normale di Pisa, dei Politecnici, ecc. ecc. Ovvero di quegli istituti che se devo sputare sangue per 3/5 anni almeno ho un pezzo di carta che avrà un peso vero!

    Comunque se le italiane non si adegueranno, sono sicuro che lo faranno le università straniere (già avanti anni luce, e molte ormai anche a prezzi competitivi), e inizierà a diventare sempre più diffuso non solo scegliere Master online, ma anche BA/BS degrees, con syllabus chiari, lezioni in inglese, uso di software e linguaggi di programmazione in ogni classe scientifica, statistica insegnata SEMPRE con “R”, programmi realmente aggiornati e sviluppati in collaborazione con importanti aziende del settore, ecc. ecc.
    Il Polimi offre già una laurea online, quella in Ingegneria Informatica, con esami in sede purtroppo, quindi senza i moderni proctoring services. Mi sarebbe piaciuto che avessero osato di più.

    Speriamo quindi che il coronavirus non ci porti solo rogne ma anche qualche opportunità di svecchiamento e di rottura di vecchi modelli durissimi a morire nel nostro paese.

  • Gian Luigi |

    Complimenti e grazie.
    Che sia l’inizio di un cambiamento tecnologico del quale il nostro paese ha bisogno.
    I nostri politici aumentino finalmente questi investimenti per un ammodernamento effettivo e non solo a parole durante le campagne elettorali.

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