Sarò sincera. Finora non ho contato i baci che ho dato al mio bambino. Ognuno, si sa, ha i suoi riti, i suoi giochini, i nomignoli storpiati da snocciolare nei momenti di intimità. Però, a questa cosa di contare il numero di baci da dare ai figli mi manca, devo ammettere di non averci mai pensato. Ci ha pensato, invece, il protagonista di “Due milioni di baci”, secondo libro del giornalista Alessandro Milan che torna in libreria dopo “Mi vivi dentro”, pubblicato nel 2018, che ha venduto 50mila copie. Una coccola apparentemente semplice e leggera, questa della conta dei baci, ma che può dirci tanto sulla qualità della vita e delle relazioni. Altro che i 24mila che cantava Adriano Celentano.
In “Due milioni di baci” troviamo un papà alle prese con due figli, Angie e Mattia, dopo la perdita della moglie (Wondy, salutata qui dalla redazione di Alley Oop) , e con l’organizzazione del menage familiare e di ciò che ne consegue. Ovvero, pianificare gli spostamenti, chiamare amici o la nonna, preparare la cena, assicurarsi che non giochino troppo al cellulare, collaborare a fare i compiti. E poi, c’è dell’altro, forse la parte più difficile e ingrata per un genitore. Rispondere a domande di non facile risoluzione «Papà, secondo te, per un bambino della mia età, è meglio se muore il papà o la mamma?», gestire i conflitti, dispensare salomonicamente attenzioni, ma senza esagerare, sorvegliare dalla giusta distanza la crescita e i mutamenti che essa porta con sé. Se già normalmente la vita di due quasi adolescenti non è facile da vivere e da seguire, figuriamoci quanto può esserlo in assenza di uno dei due “coach” di questa squadra che è la famiglia.
Alessandro Milan scatta un’istantanea della vita. E chiunque, leggendo queste pagine che trasudano amore e calore familiare, vi si può ritrovare, anche solo per qualche aspetto, per un gesto o una modalità attuata fra i mille automatismi che si ripetono all’infinito in tutte le famiglie del mondo. E come fa l’autore ogni volta che rievoca la sua infanzia (A proposito, ma gli gnocchi alla cannella sono un primo piatto o un dessert?), possiamo identificarci anche noi, trovando puntualmente conforto nei ricordi, riallacciando i fili di un percorso che non si è mai interrotto e che lega gli eventi in un unicum inscindibile che solo la distanza ci fa vedere e comprendere al meglio. Ne viene fuori anche un ritratto tenero di una Milano degli anni andati, dei pomeriggi trascorsi in cortile, che fa quasi da contrasto a quella odierna di certi “ape del comple” (versione 3.0 della vecchia Milano da bere?).
Quindi, a pensarci bene, forse non c’è solo un protagonista inteso in senso canonico, ovvero colui che detiene la parte dominante fra le pagine, fulcro di tutte le azioni che si dipanano nella trama, catalizzando l’attenzione del lettore. A ben leggere, la protagonista è una, che racchiude tutto il resto. È la Vita, la quotidianità, con la sua routine a volte faticosa e i suoi affanni, i dolori, le risate e le sorprese, i ricordi e le emozioni del presente. Quella che, forse, a volte non riusciamo a vivere appieno, perché ci sentiamo persi come criceti nella ruota e invece a volte serve un evento, qualcosa, o qualcuno, che faccia accendere la lampadina in testa per comprendere il significato delle cose che stiamo vivendo, che ci aiuti a unire i puntini per avere il disegno complessivo.
I baci sono come una cerniera che suggella una giornata, un sentimento, uno stato d’animo. Che aprono una relazione o la chiudono per sempre, come l’ultimo di Angie e Mattia alla loro mamma in un letto d’ospedale. Ma non sono solo quelli con il/la partner o con i propri figli. Non dimentichiamo i genitori. Da una certa età in poi, i baci ai nostri vecchi tendono a diradarsi o a essere più formali, più freddi, forse per pudore o forse perché così si fa. Qualcosa vacilla, però, quando l’anziana mamma del protagonista sta male e lo porta a chiedersi quanti baci le abbia dato in effetti nel corso della sua vita da figlio. E poi ci sono i baci dei nipoti alla nonna Elena (quelli sì che sono speciali e non si dimenticano più) che ricambia come solo una nonna sa fare perché non vede nessuno al di fuori dei suoi nipoti. I baci ai nonni.
I baci sono un portafortuna. Sprigionano energia. Regalano serenità. Come fa questo libro, una boccata d’ossigeno alle nostre ansie giornaliere, alle piccole e grandi difficoltà che affrontiamo. E le parole di Jessica, l’amica cinese, che scrive in un messaggio “Le onde sono alte, ma sono sotto le barche. Le montagne sono alte, ma sono sotto i piedi”, per far capire che in qualsiasi avversità quello che tu vorrai, riuscirai, saranno il mio nuovo mantra.
Titolo: Nave Due milioni di baci
Autore: Alessandro Milan – giornalista di Radio24 e presidente dell’associazione “Wondy sono io”, impegnata nella diffusione della cultura della resilienza. Wondysonoio.org
Casa editrice: DeA Planeta
Anno di uscita: 2019
Prezzo: 17,00 euro