Violenza sulle donne: il Codice Rosso diventa legge

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Una corsia preferenziale per denunce e indagini, pene più severe in caso di violenza domestica, sessuale e stalking. Introdotti i reati di pornovendetta – il revenge porn – e sfregio. Stop ai matrimoni forzati. Il Codice rosso per la tutela di donne e minori è legge: il senato ha dato il via libera definitivo, con 197 sì e 47 astenuti, tra cui Pd e LEU.

Un primo importante passo nella direzione della rivoluzione culturale di cui il nostro Paese ha fortemente bisogno”, ha commentato il premier Giuseppe Conte. “Un miracolo“, lo ha definito la ministra Giulia Bongiorno.

Preoccupate le associazioni, soprattutto in merito all’obbligo per i pm ad ascoltare le vittime entro tre giorni. “Non si investe un euro per la formazione di forze dell’ordine e personale giudiziario“, ci spiega Lella Palladino, presidente Dire – Donne in rete contro la violenza. “Le misure saranno prese nell’immediato anche da chi non ha nessuno competenza nell’ascoltare le donne che subiscono violenza e il pericolo è grande – sottolinea Lella Palladino – già adesso registriamo tantissime archiviazioni (secondo i dati della Commissione d’inchiesta sul femminicidio un quarto delle denunce viene archiviato e circa il 50% dei processi si conclude con l’assoluzione), con provvedimenti presi in fretta e furia, senza il tempo per le donne di acquisire consapevolezza e di mettersi in tutela, saranno ancora di più. Nulla cambierà, anzi, denunciare oggi diventa ancora più rischioso. Alle donne nei tribunali non si crede, la violenza subita non viene presa in considerazione quando si tratta dell’affido dei figli e i processi hanno tempi biblici”. E infine la presidente di DIRE chiosa: “Il Codice rosso è stato approvato non solo rigettando tutti gli emendamenti dell’opposizione ma anche senza ascoltare nessuno: associazioni, esperti e Csm, è un’occasione mancata”.

Nel dettaglio, nel provvedimento – approvato dalla Camera il 3 aprile – è previsto il carcere da 8 a 14 anni per chi sfregia una donna. Sono aumentate le pene in caso di violenza domestica (da un minimo di 3 a un massimo di 7 anni), stalking (1 anno- 6 anni e sei mesi) e violenza sessuale (6-12 anni), che diventa aggravata in caso di atti sessuali con minori di 14 anni a cui è stato promesso o dato denaro. La donna avrà 12 mesi di tempo per denunciare una violenza sessuale subita, anziché i 6 previsti fino a oggi. Nei casi di maltrattamenti familiari, la pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità o se il fatto è commesso con armi. Introdotto il reato di pornovendetta, il cosiddetto revenge porn: chiunque diffonda immagini o video sessualmente espliciti di una persona senza il suo consenso, rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da 5000 a 15.000 euro. Stop ai matrimoni forzati: chi induce un altro a sposarsi usando violenza, minacce o approfittando di un’inferiorita’ psico-fisica o per precetti religiosi, viene punito da uno a cinque anni di carcere (fino a 6 se ci sono minorenni).


Lo stato dell’arte della normativa italiana, prima del Codice Rosso, è stata analizzata nell’ebook #Hodettono 2, scaricabile gratuitamente cliccando sulla copertina qui di seguito.

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