Catia Bastioli (Novamont): “Siamo un mix di rigenerazione territoriale e cultura globale”

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«Lo sappiamo ormai molto bene. Abbiamo sottovalutato le accelerazioni dello sviluppo a livello internazionale e ne stiamo pagando in maniera significativa i problemi che ne derivano. Non abbiamo concentrato sufficienti energie per porre rimedio a quanto stava accadendo. Occorre ora una responsabilità collettiva e individuale fortissima per contrastare la situazione superando il business as usual». Catia Bastioli, amministratrice delegata di Novamont e presidente di Terna, non ha dubbi: si deve stare dalla parte dei giovani come Greta Thunberg, «hanno ragione loro. Condivido i loro ideali e valori e apprezzo la loro volontà di approfondire tematiche complesse come quelle del rapporto IPPC 2018 che dimostrano dati alla mano quanto la situazione non sia sostenibile. Basti pensare al rapporto “Limits to Growth”, e ai dodici scenari ipotizzati quasi 50 anni fa (1972) con cui si dimostrava per la prima volta l’insostenibilità di uno sviluppo che prevedesse un utilizzo illimitato di risorse. E allora, nel 1972 la popolazione era di 3,6 miliardi di persone, oggi siamo 7,5 miliardi al mondo». Numeri e prospettive da cui un imprenditore non può prescindere, secondo Bastioli: «È necessario riconnettere economia e società con la questione ambientale facendone un elemento di qualità per i territori. L’economia si è modificata nel tempo lasciando crescere business sempre più grandi che hanno generato onde gigantesche gestite con una visione a corto raggio, senza saggezza nella gestione delle risorse. Il movimento che ha avuto come catalizzatore Greta è un fatto positivo di stimolo e vanno date risposte serie questa volta, spingendo tutti a dare il proprio contribuire di costruzione, altrimenti il pericolo aumenterà».

01-catia-bastioliCerto una presa di posizione così netta per un’imprenditrice del settore chimico non è scontato. Catia Bastioli è un chimico puro e ne è orgogliosa, «mi sono occupata però di molti settori diversi partendo dalla scienza dei materiali e connettendola con la bio-chimica l’ingegneria, l’agro cimentandomi in un intenso esercizio di interdisciplinarità»» sorride. E Novamont nasce da queste composite esperienze: «Novamont è una realtà che nasce in un momento particolare del gruppo Montedison. Gardini ebbe l’intuizione di far dialogare l’agroalimentare con la chimica. All’epoca io ero già responsabile di un progetto nel campo dei compositi in Montedison. Mi chiesero di mettere insieme le basi per un team che lavorasse sui materiali da fonti rinnovabili e la strategia per lo sviluppo di nuovi materiali» ricorda Bastioli, proseguendo poi: «Fu un’esperienza importantissima per me: si trattava della terza via di sviluppo del gruppo. Questo progetto da strategico divenne ramo secco per il gruppo con la crisi del ’92-93. Allora avremmo potuto demordere, invece, cercammo e trovammo investitori che comprarono il nostro centro di ricerca. Ci trasformammo così in imprenditori, senza soldi, provando a trasformare la ricerca in realtà industriale». Da manager a imprenditrice, anche se in realtà Bastioli dice di sé di aver sempre interpretato il proprio ruolo con la responsabilità e l’impegno di un imprenditore. «Ho sempre avuto un approccio molto imprenditoriale. Devo costruire le cose e capire la strategia che sta alla base dei progetti. Non riesco a fare una cosa perché detta da qualcun altro. Devo credere in ciò che faccio» ci tiene a sottolineare l’ad di Novamont, che deve tutto alla sua «passione pazzesca per la ricerca e per la scienza», anche se poi trova gli spazi per rigenerarsi nelle lunghe passeggiate nel parco del Ticino o ascoltando musica classica e lirica: dal “Mosé in Egitto” di Rossini a “L’elisir d’amore” di Mozart.


La versione integrale dell’intervista a Catia Bastioli è contenuta nell’ebook “Un’impresa da donne”, scaricabile gratuitamente cliccando sulla foto qui di seguito:

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