Violenza sulle donne, gli sportivi testimonial di diritti e rinascita

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Dal 2000 al 2018 sono 3.100 le donne uccise, più di 3 a settimana. I femminicidi rappresentano il 37,6% del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese, erano il 34,8% l’anno precedente.Numeri che rappresentano solo la punta dell’icesberg di un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che non è temporaneo, ma ormai considerato strutturale. E in quanto tale richiede risposte istituzionali importanti e decise.

Accanto alle iniziative istituzionali, però, diventa sempre più urgente che ci siano iniziative per creare una cultura sempre più diffusa che combatta la violenza sulle donne. Scuola, media ma anche social media. E proprio per raggiungere i più giovani quest’ultimo canale è quello che potrebbe creare attenzione sul tema. Soprattutto se a sostenere la causa sono volti e voci di campioni sportivi, come nel caso della campagna #Sempre25novemrbe lanciata da Sorgenia lo scorso autunno. Il giorno di San Valentina, invece, è stata l’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti con il claim: “Il regalo più prezioso è il rispetto”.

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Al centro Gianfilippo Mancini

In un mondo che evolve sempre più rapidamente e travolti dalla velocità spesso ci si dimentica, purtroppo, dei più deboli. Oggi più che mai le aziende devono fare la propria parte per favorire un cambiamento sostenibile, rispondendo ad aspettative e bisogni di tutti gli stakeholder – ha affermato Gianfilippo Mancini, amministratore delegato di Sorgenia, che ha proseguito: “Da questa consapevolezza è iniziato il nostro impegno nei confronti della comunità in cui facciamo impresa con l’obiettivo di costruire un valore economico per la nostra azienda ma sempre nel massimo rispetto di tutti i nostri interlocutori. La campagna #sempre25novembre racconta perfettamente questa nostra scelta”.

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Al centro Francesca Dallapé

A sostenere la causa la campionessa di tuffi Francesca Dallapé, medaglia d’argento nel sincro da tre metri, in coppia con Tania Cagnotto, alle Olimpiadi di Rio del 2016, e oggi in allenamento con l’obiettivo di Tokyo 2020. “Quella di Sorgenia è un’iniziativa che, come donna, mi tocca particolarmente. Noi sportivi possiamo creare visibilità e questo è un modo per usare quella visibilità per uno scopo positivo. Certo, l’utopia sarebbe che le donne non dovessero vivere certe situazioni, ma fino a quando non sarà così, le campagne di sensibilizzazione come questa sono necessarie” spiega Dallapé a Alley Oop. Accando a lei la campionessa Rachele Sangiuliano, medaglia d’oro al Mondiale di Germania del 2002, che concorda: “Ho avuto amiche che hanno vissuto situazioni di violenze e quindi sono particolarmente vicina al tema. Inoltre questa campagna mi sembra un modo intelligente per usare i social media, luogo dove troppo spesso prevale l’odio. Dalla condivisione di questo messaggio positivo, poi, nasce un aiuto concreto, una donazione che andrà alla Grande Casa Onlus”.

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Al centro Rachele Sangiuliano

Le sportive sono un modello positivo, proprio per i valori che portano con sé non solo in campo. “Lo sport è una parte importante della mia vita. Ti aiuta a porti degli obiettivi e a portarli a termine. Ti aiuta a cadere e imparare a rialzarsi, a diventare più forte e a plasmare il tuo carattere. Lo sport ti ridà gioia di vivere. E lo impari fin da bambina: cadi e ti rialzi” osserva Dallapé, mamma di Ludovica che a maggio compirà due anni. E che lo sport sia una metafora per la vita ne è convinta anche Sangiuliano: “Lo sport è una metafora di costanza, determinazione e sacrificio. Quando incontro i giovani, ragazzi e ragazze mi scrivono perché arriva loro un messaggio di futuro. Allenarsi è già fare qualcosa ogni settimana, è un nuovo inizio, è capacità di rialzarsi. Come dice Bebe Vio
“Quello che fa la differenza è il tempo di reazione”. Quando non hai vissuto una situazione del genere è difficile immedesimarsi, ma vorrei che a tutte le donne in situazioni di difficoltà arrivasse il messaggio che non sono sole, hanno delle alleate e se hanno bisogno di supporto avranno chi glielo darà”. E Dallapé aggiunge: “È veramente difficile poter dire abbiate il coraggio di dirlo, ma è quello che devono fare perché da sole è difficilissimo venirne fuori. Devono iniziare a parlarne e a cominciare dalle loro famiglie vincendo la vergogna”.

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Amaurys Perez

Alla giornata organizzata da Sorgenia hanno partecipato anche il campione olimpico di taekondo Carlo Molfetta e il pallanuotista Amaurys Perez, Oro ai campionati mondiali di Shanghai del 2011 e argento alle Olimpiadi di Londra del 2012. “Non abbiamo deciso di partecipare a questa campagna, era qualcosa di naturale che andava fatto. Per noi è un privilegio poter mandare un messaggio positivo con le nostre testimonianze” ha commentato Perez con Alley Oop, aggiungendo: “Ascoltare le storie di donne, che hanno vissuto violenza, mi ha colpito molto. E’ qualcosa di fronte al quale non si può essere indifferenti. Per questo, anche a riflettori spenti, è necessario continuare a lavorare accanto a realtà come quella della Grande Casa Onlus per poter fare in modo che la realtà cambi e che queste donne abbiano un futuro”.

La campagna #sempre25novembre in poco più di un mese ha fatto registrare oltre 12mila post pubblicati e 1,1 milioni di interazioni tra condivisioni, commenti e like. Sorgenia si era impegnata a devolvere 1 euro per ognuna delle immagini postate sui social a La Grande Casa scs onlus, cooperativa sociale da sempre focalizzata sull’accoglienza e l’accompagnamento di donne e bambini in uscita da situazioni di violenza e disagio. E il 14 febbraio è stato consegnato all’associazione un assegno di oltre 12mila euro.

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Al centro Carlo Molfetta

“E’ un peccato che gli influencer non coinvolti nella campagna non abbiano poi partecipato spontaneamente. Chi ha potere di influenzare dovrebbe usarlo anche a scopi sociali come in questo caso” ha osservato Molfetta, che sul fenomeno della violenza sulle donne sottolinea: “La realtà è che se pensiamo che sia tutto finito mentiamo e non si supererà mai il reale problema. Ognuno di noi deve fare qualcosa. Io, ad esempio, sono il team manager della nazionale di taekwondo italiana e sono sempre a contatto con ragazzi dai 12 ai 30 anni. Quando ci sono battute o episodi spiacevoli, bisogna capire dove c’è immaturità e ingenuità e dove invece c’è già consapevolezza. Ma anche nel primo caso non bisogna lasciare passare l’episodio, bisogna invece sfruttarlo per sensibilizzare anche i giovanissimi su questi temi”.

sorgenia_14febbraioE che sia necessario partire dai giovanissimi è anche l’opinione di Sangiuliano: “Siamo una società che ha ancora tanti tabù. Toccare questi temi nelle scuole è ancora molto difficile, invece bisognerebbe proprio iniziare dall’educazione sui banchi per cambiare la cultura del Paese. Inoltre bisognerebbe applicare pene più severe per disincentivare certi comportamenti, perché succede troppo spesso che le donne denuncino e che poi non vengano tutelate a sufficienza”. Che ci sia molta strada da fare, ancora, per la cultura di questo Paese riguardo alle donne, d’altra parte, sembra evidente e non solo nei casi limite di violenza: “La società è ancora molto retrograda. Tania (Cagnotto, ndr) ed io abbiamo ricominciato ad allenarci ed è un messaggio positivo che vogliamo mandare alle donne che sono diventate mamme: la vita non finisce con la maternità, continuano a esserci degli obiettivi personali e soddisfazioni personali da perseguire”. Obiettivi che hanno ritrovato anche le donne di cui la Grande Casa Onlus ha voluto raccontare la storia. Donne che hanno chiesto aiuto e sono uscite dalla violenza. Si può fare.


Alley Oop ha pubblicato l’ebook #Hodettono sulla violenza sulle donne in Italia: numeri, analisi e inchieste. L’ebook è scaricabile gratuitamente sul sito del Sole 24 Ore cliccando sulla foto qui di seguito. L’8 marzo prossimo sarà pubblicata la seconda edizione.

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