Davos, il nostro futuro parte dalla formazione

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Nell’anno delle defezioni, da Donald Trump a Therese May e a Emmanuel Macron, a Davos in occasione della riunione annuale del World Economic Forum a Davos tiene banco l’incertezza e una certa lentezza su temi che si ripropongono di anno in anno senza soluzioni condivise. Il gotha della politica, della finanza, dell’imprenditoria si è ritrovato per confrontarsi ancora una volta su cambiamento climaticoBrexit, impatti dello shutdown americano, futuro dell’Europa, oltre a rallentamento e disparità delle economie globali. Ma c’è stata anche una questione che ha appassionato molti dibattiti: come stanno cambiando i nostri lavori? Quanto dovremmo pagare il necessario re-skilling, cioè l’aggiornamento delle competenze?

La CEO di IBM, Ginni Rometty, ha parlato di “skills crisis“: la tecnologia sta avanzando così velocemente che una gran parte della società si trova nella condizione di non avere le competenze giuste per lavorare o utilizzare i nuovi strumenti tecnologici. Quindi piuttosto che unire, la tecnologia sta dividendo la società escludendo la parte più debole. Il suo invito è alle grandi aziende di assumere anche persone che non hanno le competenze adeguate ma che possono acquisirle grazie ai programmi di formazione oppure strutturare programmi di mentoring in cui lavoratori più esperti possano insegnare ai bambini l’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie.

La ministra del lavoro francese, Muriel Pénicaud, ha descritto il programma francese di riqualificazione, che prevede di dare ai lavoratori 500 euro l’anno per scegliere il proprio programma di formazione. “Oggi l’accesso al capitale è più facile dell’accesso alle competenze”, ha detto, sottolineando la necessità di un’azione concreta per colmare il divario di competenze.

Le aziende di tutto il mondo e in tutti i settori industriali stanno cercando di cogliere il potenziale di crescita di adottare le nuove tecnologie nei loro modelli di business, aumentando l’efficienza della produzione all’interno delle loro imprese e assicurando che rimangano competitive nei mercati di riferimento. Tuttavia le organizzazioni si stanno rendendo conto che ci sono delle barriere a questa trasformazione, prima fra tutte la mancanza di competenze.

Le competenze che servono non sono solo quelle tecniche ma anche quelle gestionali, di leadership. Il capitale umano è una risorsa cruciale per qualsiasi azienda, infatti, in un’epoca di tecnologia onnipresente, sono le capacità umane e la creatività a costituire il vantaggio competitivo per qualsiasi organizzazione. Implementare la riqualificazione deve quindi essere visto come un investimento critico per le imprese, i lavoratori e le economie allo stesso tempo. E mentre si cerca una soluzione agli altri temi sul tavolo, questo almeno si potrebbe affrontare con un po’ di pragmatismo.

29-1-2019