Passeggiare per il borgo di Alba e sentire parlare diverse lingue straniere è un piccolo-grande miracolo del turismo eno-gastronomico e culturale reso possibile dalla visione (e dagli investimenti) di diversi operatori delle Langhe tra cui spicca il Gruppo Ceretto. L’ambizione di Bruno e Marcello – figli del fondatore Riccardo, che avviò l’azienda vitivinicola nel 1937 – di replicare l’esempio della Borgogna, dove hanno saputo trasformare la ricchezza territoriale in un gioiello di attrazione internazionale, ha fatto la differenza. Se fino a 20 anni fa le Langhe erano sconosciute, oggi sono un brand dell’eccellenza del made in Italy nel mondo.
Con buona pace dello spettacolo mediatico che è diventato il food&wine, nelle Langhe, per valorizzare l’eccellenza dei prodotti locali – dal vino, alle nocciole, alla carne – si è puntato su altre leve. Mentre nella vicina Bra (Cuneo) nasceva la rivoluzionaria associazione internazionale Slow Food, che ha trasformato la percezione del cibo a livello globale e che oggi opera in ben 150 paesi (e ha promosso la nascita nel 2004 a Pollenzo, frazione del Comune di Bra, dell’università degli Studi di Scienze Gastronomiche), ad Alba sin dagli anni ’80 la famiglia Ceretto investiva in design, architettura moderna e arte contemporanea.
«Mecenatismo, certo, ma soprattutto una passione nata in seno alla famiglia. Del resto, noi viviamo e produciamo emozioni. Tutto parte dall’amore per questa terra, cosi unica nella sua bellezza e ricca di potenzialità» racconta Roberta Ceretto, responsabile comunicazione e marketing, oltre ai progetti culturali. Una dei quattro junior della terza generazione oggi alla guida del gruppo, che annovera 4 aziende vinicole, 150 collaboratori, 900mila bottiglie prodotte ogni anno. «Mio padre e mio zio compresero il valore aggiunto che la cultura avrebbe potuto portare sia all’eccellenza del nostro vino sia al territorio e hanno iniziato ad ingaggiare designer e artisti di fama internazionale» aggiunge l’imprenditrice.
Fu così che nacquero le prime collaborazioni col designer Silvio Coppola, che fece dell’etichetta del Blangé un’icona, con quel taglio grafico che lascia intravedere il colore dorato del vino. E seguirono commissioni sempre più prestigiose, dalla ristrutturazione della Cappella del Barolo ad opera di Sol LeWitt e David Tremlett nel 1999 alle installazioni moderne nelle tenute delle quattro cantine del Gruppo. La terza generazioni ha impresso un’accelerazione, regalando ai cittadini di Alba – oltre ai due ristoranti magnificamente decorati in Piazza Risorgimento, La Piola e Piazza Duomo, regno dello chef stellato Enrico Crippa – un appuntamento annuale, in settembre, con artisti di richiamo internazionale del calibro di Elseworth Kelly, Anselm Kiefer, Kiki Smith e Francesco Clemente.
«Dopo il successo di successo di Marina Abramovic, che nel 2017 ha attirato ben 10mila visitatori solo all’inaugurazione, con la video-installazione Holding the Milk, tratta da The Kitchen, Homage to Saint Therese, quest’anno è la volta di altre due artiste di grande fascino» annuncia Ceretto. Si tratta della pluripremiata fotografa Lynn Davis e dell’icona del rock, qui in veste di scrittrice, Patti Smith. Una lunga conoscenza, suggellata dal comune amico Robert Mapplethorpe, che le ha portate alla soglia dei 70 anni a intrecciare il loro talento nella mostra “Lynn Davis & Patti Smith. Conspiracy of Word and Iimage”, che dal 27 ottobre 2018 (sino al 25 novembre) viene allestita nell’antica chiesa barocca di Alba, Coro della Maddalena.
Un progetto tanto onirico quanto attuale: il lavoro fotografico di Davis, che da sempre esplora il potere estetico e simbolico della natura, è qui rappresentato da cinque grandi ritratti di iceberg, espressione di bellezza pura e portale di riflessione, che la progressiva distruzione ambientale dell’Artico rende particolarmente significative. La capacità narrativa di Smith, che l’ha portata negli ultimi anni a dedicarsi alla sua prima passione, la scrittura, per quale ha ricevuto la Laura ad Honorem in “Lettere classiche e moderne” dall’università degli Studii Parma nel maggio 2017, arricchisce le immagini con iscrizioni di versi suoi e di altri poeti, rendendole magiche e potenti. Per chi conosce già le due artiste, non sarà difficile lasciarsi rapire dalla loro lirica. Per chi non le conosce ancora, può essere l’occasione di una magnifica scoperta.
Chissà se Roberta Ceretto passeggerà per Alba a braccetto delle due artiste come ha fatto l’anno scorso con la Abramovic, «che solo all’ultimo – racconta l’imprenditrice – ha ceduto al fascino della cittadina scendendo in strada». Di certo, sappiamo che Patti Smith ha esplicitamente chiesto di incontrare un pubblico giovane nella serata concerto del 26 ottobre dal titolo “Words and Music: Patti Smith with Tony Shanahan”, presso il Teatro Sociale Giorgio Busca (ingresso libero fino a esaurimento posti, consigliabile prenotazione stilema@stilema.it). Un altro regalo offerto alle Langhe e, in generale, all’Italia, di cui bisogna dare il giusto merito a imprenditori che amano definirsi “contadini collezionisti” e che dimostrano da anni quanto la cultura possa solo aggiungere bellezza al lavoro e al territorio.