Le aspettative professionali della Generazione Z, che comprende 1,4 milioni di ragazze e ragazzi dai 16 ai 22 anni in Italia, sono quelle di trovare un lavoro appassionante, di responsabilità e ricco di valori. Possibilmente non in una grande azienda ma in una startup. Questi ragazzi sono, infatti, alla ricerca di nuovi stimoli imprenditoriali e curiosi di scoprire e viaggiare anche all’interno del mondo professionale.
Le aziende hanno iniziato a progettare nuovi modi per accogliere i giovani, integrarli con il resto dell’organizzazione e farli crescere a vantaggio del benessere di tutti i dipendenti. Dare il “welcome on board” a questa generazione rispecchiando i loro valori conviene a tutta l’organizzazione.
ATTRACTION: Il mondo della Generazione Z è social, le aziende stanno facendo recruiting su Snapchat
I ragazzi di questa generazione hanno in media 5 dispositivi connessi e la metà di loro studia sui social network. Il modo migliore quindi per attrarre giovani talenti è utilizzare i loro strumenti, linguaggio e modalità comunicative.
In questa ottica, si differenzia ad esempio il progetto di social recruiting che ha lanciato BNP Paribas in Francia. Infatti la compagnia ha creato e diffuso una “story” sul canale Snapchat del gruppo raccogliendo testimonianze sulla gender diversity di uomini/donne top manager. Il canale di comunicazione è quello più utilizzato dalla Generazione Z e l’azienda ha sviluppato una strategia di comunicazione orientata all’attraction e sempre più indirizzata a questa fascia d’età, non solo per la diversity ma anche per la selezione, l’advocacy e lo spirito internazionale. E lo ha fatto mettendo in connessione persone di altre generazioni facilitando quindi una maggiore consapevolezza di questi nuovi strumenti social tra tutti.
INCLUSIONE: è uno fatto per le nuove generazioni, una scelta per le aziende
Le nuove generazioni sono maggiormente “diverse” dalle precedenti soprattutto in termini di provenienza e cultura. Sono quindi più abituate a essere inclusive e a valorizzare il singolo talento. Ed è questo che si aspettano anche dalle aziende. Negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti dalle aziende sulle iniziative di Diversity&Inclusion. Programmi come quelli sulla formazione su Stereotipi e Pregiudizi oppure sulla Leadership Inclusiva che tante aziende stanno implementando, porteranno ad una valorizzare generale del talento, non solo dei giovani ma anche delle donne, dei senior, di persone con culture e background diversi.
RICONOSCIMENTO DEL TALENTO: la velocità di una generazione anche nei meccanismi di reward
Al fine di essere attraenti per la Generazione Z dal punto di vista del Reward, molte organizzazioni stanno ripensando al modo in cui premiare le persone e stanno provando a rendere più agili i loro sistemi di compensation.
In particolare, in un momento storico in cui la velocità di accadimento degli eventi è moltiplicata rispetto al passato, lo schema che prevedeva l’aumento di stipendio ed il pagamento del bonus una sola volta l’anno non è più sufficiente a dare il senso del riconoscimento né delle competenze né delle performance né tantomeno dello sviluppo.
EY, ad esempio, ha introdotto un meccanismo di “rolling recognition” per premiare in maniera periodica – e con strumenti non cash – le proprie risorse più junior (primi due anni all’interno dell’organizzazione). Ogni quattro mesi, sulla base dei feedback ricevuti dalle persone con cui ha lavorato su uno o più progetti, la persona può ricevere dei crediti per le aree su cui è focalizzato il programma di sviluppo. I crediti accumulati possono essere spesi in qualsiasi momento dell’anno all’interno di un catalogo premi che prevede tra l’altro shopping card, viaggi, abbonamenti al trasporto pubblico, corsi di lingua, palestre, cinema e molto altro ancora.
“L’obiettivo è quello di premiare la Learning Agility dei ragazzi, ossia la loro capacità di apprendere continuamente ed affrontare con successo situazioni e sfide costantemente nuove – spiega Salvatore Muscia, Reward Leader MED di EY – Si tratta dunque di un programma innovativo che, attraverso un meccanismo di flexible benefits, si propone di dare ulteriore spinta alla cultura del feedback, della fiducia e della riconoscimento, che tanta importanza riveste per la Generazione Z”.
Sicuramente una sfida interessante, quella della Generazione Z, che fa bene a tutti. Alle aziende e a tutte le generazioni presenti.