Milva Carletti: «Guidare un’azienda è far crescere la squadra con noi»

Novanta assemblee dal 26 maggio al 12 giugno su tutto il territorio italiano per l’approvazione del bilancio di Coop Alleanza 3.0.  Oltre 2,3 milioni di socie e soci sono chiamati a dire la loro su temi importanti per la vita della cooperativa, tra cui il rinnovo delle cariche sociali. Un evento importante per una realtà che è la terza azienda della grande distribuzione italiana per quota di mercato con 345 punti vendita diretti e 500 punti vendita in franchising in 8 regioni, 17 centri di distribuzione merci, 2.500 fornitori e 16.400 dipendenti (che la rendono la 42esima azienda italiana per forza lavoro). Le vendite a fine 2024 sono state pari a 5,7 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi dalla rete diretta e 1,6 miliardi dal franchising.

«Quest’anno è l’anno del rinnovo del consiglio di amministrazione e sono in corso 90 assemblee su tutto il territorio italiano. Tutta la direzione è coinvolta nell’organizzazione perché si tratta di occasioni di ascolto concreto che cerchiamo di cogliere». Milva Carletti, direttrice generale di Coop Alleanza 3.0 è impegnata in un “tour” che la porta a incontrare soci ma anche dipendenti: «L’ascolto è fondamentale per una realtà come la nostra che ha declinazioni locali con caratteristiche molto specifiche e peculiari. Per noi è importante conoscere le diverse realtà e le esigenze in modo da poter calare i nostri valori nel concreto».

L’attenzione alle persone è fra i valori fondanti di Coop Alleanza 3.0: «Per la nostra realtà sono fondamentali le persone che sul territorio si fanno promotori dei nostri valori, perché nei nostri principi ispiratori c’è il fare da guida e da apripista sul mercato con le nostre iniziative».

Questione di parità

La componente femminile è prevalente sia fra i soci sia nella forza lavoro di Coop Alleanza 3.0: le donne rappresentano il 57% della base sociale e il 75% dei dipendenti. Nello spaccato per carriera la percentuale femminile è pari all’80% fra addetti e impiegati, il 55% fra gli impiegati fascia direttiva, il 37% dei quadri (91 contro 152 uomini) e il 30% dei dirigenti (22 donne e 51 uomini). Per statuto, poi, nel cda è prevista una quota del 30% per il genere meno rappresentato.

«Sulle parità di genere abbiamo iniziative che vanno oltre ciò che prevede la legge come ad esempio il congedo di paternità obbligatorio: in occasione della nascita del figlio o di adozione/affidamento, l’azienda riconosce cinque giorni di permesso retribuito aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla normativa di legge e contrattuale. Oppure durante il periodo di allattamento la programmazione degli orari di lavoro avviene esclusivamente attraverso turni unici. Così come è prevista un’aspettativa aggiuntiva non retribuita di 18 mesi per assistenza ai figli fino a 12 anni» spiega Carletti.

Supporto nei compiti di cura

Sono inoltre previste una serie di principali iniziative a supporto dei dipendenti per i lavori di cura che vanno dai voucher psicologici (un aiuto professionale per affrontare lo stress e le difficoltà personali in modo confidenziale e gratuito) al voucher per il supporto educativo per facilitare l’accesso a servizi educativi per i figli; dall’aiuto compiti per garantire supporto scolastico ai figli al rimborso centri estivi e al rimborso gite scolastiche; dal voucher per l’assistenza agli anziani con il supporto di operatori qualificati alla ricerca e selezione di assistenti familiari; dal servizio di orientamento che facilita l’accesso a risorse e servizi sul territorio alla banca ore solidali in caso di situazioni familiari o emergenziali gravi.

«Mi sono resa conto girando i negozi di quali sono le aspettative che le dipendenti ripongono in me. “Tu ci rappresenti” mi dicono. Guidare un’azienda ci dà la responsabilità di far crescere la squadra dietro di noi. E’ una questione di legacy, cosa vogliamo lasciare dopo di noi? La mia vuole essere una leadership trasformativa in questo senso» spiega la direttrice generale, che ci tiene a precisare: «Ho un impegno personale e un senso di responsabilità: mi inorgoglisce pensare di poter cambiare anche solo un pezzettino di mondo per la mia proninipote e per tutte le nuove generazioni. E’ parte dal dna della cooperativa far stare bene le persone, si tratta quindi solo di declinare in modo più moderno le soluzioni alle istanze della società civile. Noi possiamo essere una cassa di risonanza».

Per le vittime di violenza

Tra le principali iniziative previste dal contratto integrativo per le dipendenti vittime di violenza c’è un’aspettativa retribuita fino a 3 anni, per consentire alle donne di affrontare situazioni familiari complesse, oltre a 90 giorni di permesso retribuito aggiuntivo rispetto a quanto previsto dalla normativa, dedicati alle donne coinvolte in percorsi di protezione. Inoltre è previsto il trasferimento facilitato presso altri punti vendita, per agevolare un nuovo inizio in un ambiente sicuro e protetto.

Le misure ex post però non sono sufficienti. «E’ importante lavorare sull’educazione finanziaria anche e soprattutto per le donne, perché possano avere l’indipendenza di scegliere per la loro vita. L’indipendenza economica è alla base dell’emancipazione delle donne. Poter contare su disponibilità economiche dà la possibilità di scelta. Ricordo che una socia di 80 anni a un evento mi ha detto che se fosei andata in difficoltà con suo marito, non si sarebbe trovata nella possibilità di poter scegliere perchè non aveva indipendenza economica. Sarebbe necessaria una legge come quella francese che prevede l’obbligo per le donne che lavorano di avere un conto a nome proprio».

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