Il manifesto antirazzista nasce dalla consapevolezza che il razzismo in Italia è un fenomeno strutturale, normalizzato, spesso negato. È stato presentato il 27 marzo 2025 in Senato, nell’ambito dell’intergruppo parlamentare per i diritti fondamentali della persona (uno spazio di democrazia partecipata promosso dalla vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, che coinvolge cittadini, cittadine e attivisti nel dialogo con le istituzioni) come uno strumento per trasformare il contrasto al razzismo da dichiarazione astratta a impegno concreto e quotidiano.
Un atto politico e culturale che invita a ridefinire il nostro modo di abitare lo spazio pubblico, di rappresentare la cittadinanza, di riconoscere i corpi e le storie che la compongono.
Perché un manifesto antirazzista
«La parola manifesto è stata spesso strumento di emancipazione, ma anche di esclusione», hanno condiviso le persone dell’intergruppo durante la plenaria di presentazione in Senato. Storicamente i manifesti hanno rappresentato svolte sociali e culturali significative, ma sono stati anche utilizzati per sostenere ideologie oppressive. La scelta del termine vuole indicare chiaramente un impegno a riappropriarsi di questo concetto e collocarlo in uno spazio di cambiamento sociale e giustizia.
«Antirazzismo significa non limitarsi a condannare il razzismo, ma agire concretamente ogni giorno per smantellare le sue radici profonde», ha aggiunto l’intergruppo. Questo implica un impegno quotidiano a livello istituzionale, culturale e personale, riconoscendo che la neutralità non esiste e che il silenzio e l’inazione rafforzano inevitabilmente le disuguaglianze.
Come nasce il Manifesto
«Il Manifesto Antirazzista è il risultato di un processo partecipato», raccontano i cittadine e le cittadine durante la plenaria. Questo lavoro è stato realizzato attraverso consultazioni pubbliche che hanno coinvolto cittadini, esperti e associazioni impegnate concretamente nella lotta contro il razzismo. La prima bozza è stata presentata in Senato a maggio 2024, dando il via a un percorso di confronto critico e arricchimento basato su laboratori e dialoghi aperti.
Tra le realtà coinvolte figurano: Disability Pride, Coordinamento CARE, Dalla Parte Giusta della Storia, Associazione Origens, Assemblea Donne Coordinamento dei Migranti Bologna, 2G3 Perù Community di Nuove Generazioni ItaloPeruviane, CONNGI, IDEM NETWORK, Afroveronesi, esserenero, Legami Adottivi, Summit professionisti sanitari afrodiscendenti, Italiani Senza Cittadinanza, Le Radici di Coira e AMSAI – Associazione Medici e Sanitari Africani in Italia.
15 impegni per contrastare il razzismo
Il Manifesto include 15 articoli che affrontano temi cruciali per una società equa e inclusiva: dal diritto alla cittadinanza inteso come garanzia di piena partecipazione sociale, alla necessità di una didattica interculturale e decolonizzata, capace di affrontare criticamente il passato coloniale e le sue conseguenze nel presente. Vengono trattati anche l’accesso alla salute come diritto universale e da garantire senza discriminazioni, e la rappresentanza politica come espressione concreta di partecipazione democratica. Centrale anche il ruolo della comunicazione come strumento di contrasto agli stereotipi e di costruzione di spazi pubblici sicuri e plurali.
Glossario antirazzista: 19 parole da conoscere
Razializzazione, privilegio bianco, intersezionalità, medicina tranculturale, bionormativismo. Solo alcuni dei termini del glossario, che punta a chiarire concetti fondamentali ma spesso poco conosciuti, dando risalto a 19 termini importanti per comprendere il fenomeno del razzismo nella sua complessità strutturale e sociale.
Tra i concetti approfonditi nel glossario c’è il razzismo sistemico, una forma di discriminazione radicata nelle istituzioni, nelle politiche, nei saperi e nei comportamenti quotidiani, che continua a produrre disuguaglianze. Poi l’intersezionalità, che intreccia identità sociali come razza, genere, classe, orientamento sessuale, e mostra come queste si sommino o si scontrino nelle esperienze di chi vive più livelli di esclusione.
Accanto a questi il glossario include la didattica decolonizzata che mette in discussione lo sguardo eurocentrico alla base della formazione, il privilegio bianco inteso come vantaggio sistemico, il colorismo che discrimina in base alla tonalità della pelle anche all’interno delle stesse comunità razzializzate, e l’appropriazione culturale che svuota di senso pratiche e simboli presi da culture marginalizzate, trasformandoli in moda e consumo.
Approfondimenti per capire e agire
Gli approfondimenti contengono analisi dettagliate, dati aggiornati e testimonianze dirette che offrono una panoramica reale e articolata sui temi trattati. Materiali che evidenziano le dimensioni strutturali e sistemiche del fenomeno del razzismo e delle discriminazioni in Italia, trattando argomenti quali l’accesso iniquo al mercato del lavoro, le barriere nell’istruzione e nella salute, la rappresentanza politica e mediatica insufficiente delle minoranze e le condizioni difficili nei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR). Le testimonianze dirette aggiungono una prospettiva umana e concreta ai dati statistici, permettendo di comprendere più a fondo le esperienze vissute quotidianamente da chi subisce discriminazioni e marginalizzazioni.
Firmare il manifesto e fare la differenza
Il manifesto antirazzista nasce come uno strumento operativo e non simbolico. Per questo è stata realizzata una breve guida operativa pensate per enti pubblici e privati, scuole, istituzioni e aziende, affinché possano integrare le pratiche antirazziste in modo concreto e strutturato nei propri contesti quotidiani. La guida include procedure consigliate e suggerimenti utili per promuovere un cambiamento efficace a vari livelli.
L’intergruppo ha già assunto impegni concreti per il prossimo futuro: diffondere il manifesto nelle scuole attraverso programmi di sensibilizzazione e formazione per studenti e docenti; collaborare con i media per garantire una narrazione più inclusiva e consapevole della diversità etnica e culturale e promuovere iniziative pubbliche simboliche, come l’intitolazione di spazi pubblici alle vittime del colonialismo per rafforzare la memoria collettiva.
Firmare il manifesto significa assumersi una responsabilità civile precisa: quella di non restare neutrali davanti al razzismo. Non si tratta solo di sottoscrivere un documento ma di impegnarsi concretamente affinché ogni azione, ogni scelta quotidiana rifletta un impegno autentico nella lotta alle discriminazioni. Perché l’antirazzismo, quello vero, richiede di rivedere i propri privilegi, interrogare i propri silenzi, cambiare il modo in cui si parla, si lavora, si educa, si sceglie.
Il manifesto è uno strumento pubblico, ma interroga ogni coscienza individuale. E chiama ognuno a farne pratica.
Per approfondire i materiali e aderire al manifesto antirazzista, è possibile consultare la pagina dedicata qui.
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