Violenza domestica e assistita: le due facce della paura dei più piccoli

Una delle molteplici facce della violenza si chiama violenza “assistita”, è legata alla violenza di genere e riguarda bambini e bambine che assistono ai comportamenti violenti perpetrati ai danni della propria madre. Nel 2023 in Italia più di cinquemila minori sono stati coinvolti direttamente o indirettamente in episodi di violenza domestica o di genere. I numeri arrivano da un’analisi condotta da Save the Children Italia in collaborazione con il Servizio analisi criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza, che ha studiato i dati dell’applicazione Scudo, che raccoglie le richieste di aiuto e gli interventi effettuati dalle Forze di polizia che riguardano gli episodi di violenza di genere.

I numeri della violenza

Nel 2023 in Italia, le richieste di aiuto e intervento per episodi classificati come “violenza domestica o di genere” subita dalle donne sono state 13.793. Nell’ambito degli interventi classificati per “presunte violenze domestiche/di genere”, dove la presunta vittima è di sesso femminile, solo nell’1,5% dei casi l’autore risulta sconosciuto alla vittima. Nel 61,5% dei casi, quindi, l’autore risulta legato alla vittima da una relazione di tipo sentimentale, attuale o passata. Nel dettaglio, nel 43,2% dei casi si tratta di coniuge/convivente o ex, nel 18,3% dei casi il partner o ex. In questo contesto di violenze operate nei confronti della donna da parte di autori legati da relazioni di tipo sentimentale, attuali o passate, in due casi su cinque (il 42%) risultano esserci minori nella stessa abitazione. Sono inoltre numerosi i casi in cui le presunte vittime sono gli stessi minori: 2.124 casi nel 2023, con un’equa divisione tra femmine (51,1%) e maschi (48,7%). In più della metà dei casi si tratta di bambini e bambine di età pari o inferiore ai 10 anni.

L’impatto psicologico sui minori

E quando i minori non diventano l’oggetto della violenza ne sono comunque involontari testimoni. I numeri restituiscono l’immagine di un fenomeno rilevante nel numero degli eventi e potenzialmente grave per le conseguenze sullo sviluppo psico-fisico dei minori, che rischiano di subirne l’impatto nel corso della propria vita, anche da adulti. La paura costante, il senso di impotenza e l’incapacità di reagire sono conseguenze che segnano la crescita dei bambini esposti alla violenza. L’impatto psicologico su bambine, bambini e adolescenti coinvolti in questi gravi episodi di violenza è ancora più devastante nei casi di donne che muoiono a causa della violenza per le conseguenze profonde sull’intera sfera di vita degli orfani. «I dati messi a disposizione dal Servizio analisi criminali sono particolarmente significativi per esplorare un fenomeno, quello della violenza subita dai minori all’interno delle pareti domestiche, ancora in larga parte sommerso», commenta Raffaella Milano, direttrice ricerca e formazione di Save the Children Italia. «È una violenza che ha conseguenze molto gravi non solo per quei bambini e bambine che ne sono vittime dirette, ma anche per quelli che assistono e sono testimoni dei comportamenti violenti perpetrati ai danni della propria madre. Anche la violenza “assistita” lascia infatti ferite profonde difficilmente superabili», specifica la direttrice. Per questo motivo Save the Children è impegnata in Italia «con progetti di intervento per la prevenzione, l’emersione e la protezione delle donne vittime di violenza, dei bambini vittime di violenza assistita e dei minori orfani di femminicidio – e dunque rileviamo la necessità di potenziare – nel quadro del nuovo Piano Nazionale Antiviolenza – misure di prevenzione e di rilevazione precoce della violenza domestica e di rafforzare il sostegno di lungo periodo alle vittime», conclude Milano.

«La violenza assistita e gli abusi sui minori sono ambiti particolarmente insidiosi e difficili da cogliere; appare quindi necessario sviluppare sempre più, in ogni ambito della società civile, la capacità di captare tempestivamente ogni possibile segnale di disagio e di “fare squadra” per affrontare in modo rapido ed efficace eventuali situazioni critiche», dichiara Stefano Delfini, direttore del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della pubblica sicurezza. «Nell’ambito della proficua collaborazione con Save the Children – continua il direttore – abbiamo fornito il nostro contributo interforze in materia di analisi della violenza di genere e degli abusi sui minori, nella convinzione che la condivisione dei dati sia condizione necessaria al fine di favorire una migliore comprensione del fenomeno, nelle sue dimensioni e nelle sue tendenze evolutive e di agevolare la diffusione di una maggiore consapevolezza, individuale e sociale, circa il disvalore e la gravità della violenza domestica», conclude Delfini.

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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.

Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.

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  • Maria letizia |

    Mio figlio Cristian deve tornare a casa dalla sua. Sono vittima duna casa famiglia e nonriesco aportarloa casa mia. Mi hannofqtto delle violenze psicologia acasa famiglia di tortoreto lido

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