Su web e social 1 donna su 4 ha ricevuto, almeno una volta, apprezzamenti fisici pesanti – percentuale che arriva al 45,9% tra i 18 e 24 anni – ma anche esplicite proposte sessuali. Il 18,6% è stata vittima di body shaming, derisa o criticata per il proprio corpo. Lo rivela l’indagine ‘Piacersi e piacere. Il rapporto delle donne con il loro corpo’ condotta dall’Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali), in collaborazione con l’associazione Filocolo, su un migliaio di italiane, che evidenzia come la bellezza femminile sia diventata un valore sociale che permea ogni età e realtà della vita.
Sul lavoro
Sul luogo di lavoro oltre il 40% ha subìto insinuazioni su una carriera raggiunta facilmente grazie al proprio corpo o ha ricevuto apprezzamenti sessuali da parte di un/una superiore o di un collega. Ma il 62,9% afferma di doversi impegnare di più sul lavoro, rispetto ad un collega uomo, per essere apprezzato. Poco meno della metà delle donne intervistate si reputa femminista e non ha interesse a tenersi informata su quanto accade nel mondo in merito ai diritti delle donne stesse.
Troppi pregiudizi
Il non avere un partner fisso è motivo di giudizio per oltre la metà delle donne. La maggioranza – segnala il report – si è sentita dire che il suo aspetto fisico o abbigliamento attira troppo l’attenzione, mentre 6 su 10 hanno scelto un outfit proprio per non incappare in pericoli. Oltre il 60% è stata oggetto di apprezzamenti non graditi, come ad esempio il catcalling. Eppure il 63% dichiara di sentirsi lusingata da tali apprezzamenti seppure inopportuni, e una percentuale simile afferma di non aver saputo rispondere a tono a commenti non graditi da parte di uomini.
L’aspetto fisico
Il 47,1% delle intervistate si è trovata in situazioni spiacevoli, sessuali e non, per accontentare un/una partner, mentre il 53,7% si è sentita inadeguata fisicamente in seguito a un rifiuto o alla fine di una relazione. L’aspetto fisico influenza anche il successo nell’attrarre un/una eventuale partner per il 65% delle intervistate. Ancora una volta il peso incide ‘molto’ o ‘abbastanza’ in quasi l’80% del campione tra i 18 e i 34 anni, segno che – osserva la nota – le donne sono sottoposte a una maggiore ansia performativa rispetto alle proprie caratteristiche estetiche.
L’aspetto esteriore ha influito sul successo della propria vita sentimentale per il 63,8% delle rispondenti: 4 su 10 sono insoddisfatte della propria vita sessuale. Il tasso di insoddisfazione è maggiore tra le over65 (54,6%) seguite distanza dalle giovanissime tra i 18 e i 24 anni. Il 50,1% delle donne interpellate ritiene che sia dovere di una donna mantenersi bella e in forma per il partner e il 45,2% è ‘molto’ o ‘abbastanza’ d’accordo che soddisfare il partner sia la massima gratificazione. Una quota minoritaria (38%) è d’accordo con l’affermazione che la naturale predisposizione di una donna durante il rapporto sessuale è assecondare il partner.
Voglia di maternità e non
Sebbene la voglia di maternità coinvolga circa l’80% delle donne italiane, non è trascurabile che 1 su 4 non condivida questo desiderio. Sull’avere figli – si legge nel report Eurispes – solo circa una su 5 dichiara che nessuno le abbia mai chiesto quando avrebbe avuto un figlio come se si trattasse di un fatto certo (21,8%). Sul desiderio di averne, la maggior parte del campione risponde di averne già (54,3%), il 26% avrebbe voluto averne, mentre il 19,7% non ha questo desiderio o non lo aveva.
Il non desiderare figli è legato alla mancanza di istinto materno (27,8%), al non voler limitare la propria libertà (19,9%) e per dedicarsi al lavoro (14,2%). Per poco meno di una donna su 10 il mancato desiderio di maternità deriva da ragioni di salute (9,5%), è legato a questioni riguardanti la vita di coppia e riconduce la scelta a ragioni di tipo economico il 7%.
Sull’interruzione volontaria di gravidanza il 56% ritiene che sia una questione che riguarda solo ed esclusivamente la donna e il suo corpo. La percentuale sale oltre al 60% fra 18 e 34 anni.
Il patriarcato
Sul ‘patriarcato’ – inteso come sistema sociale in cui gli uomini detengono in via primaria il potere predominando in termini di potere politico, autorità morale, privilegio sociale e controllo – il campione si divide a metà. Sono soprattutto le giovani donne dai 25 ai 34 anni a indicare con maggiore frequenza la presenza di una società nella quale vige il patriarcato (56,8%).
Poste di fronte ad una serie di luoghi comuni, le donne hanno espresso la propria opinione: quasi la metà è d’accordo nel ritenere difficile vivere in ambienti esclusivamente femminili; il 39,5% si dice convinta che le prime ad essere maschiliste sarebbero le donne stesse; una quota esigua (22,7%) si trova d’accordo con l’idea che si diventi davvero donna solo attraverso la maternità; il 35,5% condivide l’affermazione che le donne sono nemiche tra loro perché si contendono lo sguardo maschile.
A sorpresa, un buon 44,9% sostiene l’idea che vi sia una connessione tra ciclo mestruale e l’essere spesso lunatiche e volubili. Per il 34,1% una donna sola sarebbe più propensa ad essere ‘acida’ e infelice e per il 35,2% quando si ha notizia di accuse di molestie e abusi contro un uomo di potere si tratta spesso di un tentativo di ottenere visibilità e denaro. Pochissime sono le donne che avvallano l’opinione per cui sarebbero le madri a crescere i futuri uomini violenti (28%). Infine, esiste la solidarietà tra donne? Nel complesso, anche se non con una larga maggioranza, le donne sono fiduciose nell’esistenza di un’autentica solidarietà femminile (54,5%).
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