Non solo rischi. Dalle tecnologie può arrivare un grande aiuto per imparare le lingue e rafforzare l’integrazione dei bambini rifugiati e migranti, ma anche per chi ha bisogni educativi speciali. Lo provano i risultati del primo anno di sperimentazione in Italia di Akelius, la piattaforma digitale per l’apprendimento delle lingue straniere (nove in tutto, tra cui l’italiano) testata dall’Unicef in dieci Paesi del mondo e pensata anche per integrare in modo rapido e divertente gli studenti sempre più numerosi che arrivano dall’estero (uno su dieci in media nelle scuole pubbliche della penisola). All’insegna di un approccio didattico innovativo di blended learning, che affianca tablet, contenuti interattivi e materiali in aula.
Nel primo anno coinvolti 400 alunni
La piattaforma, frutto del partenariato tra Unicef e Fondazione Akelius e diffusa in Italia in collaborazione con la cooperativa sociale Agire Insieme Per l’Intercultura (Aipi), è stata utilizzata nell’anno scolastico 2021/22 in otto scuole di due Istituti comprensivi a Bologna e a Roma, coinvolgendo 400 alunni e 30 tra docenti e formatori linguistici per favorrie l’apprendimento dell’italiano e dell’inglese. Su tablet è stata usata nelle classi di inglese della scuola primaria e secondaria di primo grado, e nelle classi di italiano specificamente per bambini con background migratorio sia nelle scuole di infanzia sia nella scuola primaria. In questi tre anni, l’uso di Akelius è stato esteso in altre 60 scuole italiane e associazioni ucraine, assieme alla Fondazione Ismu, arrivando alla partecipazione di oltre mille alunni appena arrivati.
Italiano e inglese alla prova dell’apprendimento
Fornire competenze di lingua italiana a bambini migranti è riconosciuta come una priorità nazionale, essenziale per garantire ai piccoli il diritto all’istruzione e per facilitare la loro inclusione e partecipazione. Il Pnrr segnala, inoltre, l’urgenza di rafforzare le competenze linguistiche in inglese di tutti i bambini in Italia per fornire loro gli strumenti di cui hanno bisogno per muoversi nel mercato globale. Per questo Akelius è stata sperimentata per sostenere entrambi gli sforzi. Gratuita, senza pubblicità e accessibile da un browser web, non richiede alcuna informazione preliminare dell’utente ed è in grado di fornire feedback istantanei sui progressi raggiunti in migliaia di micro-passaggi, che permettono la personalizzazione dell’apprendimento.
Migliora la motivazione degli studenti
Gli esiti della sperimentazione sono descritti nel rapporto di 35 pagine “Nuovi Orizzonti per l’apprendimento. L’uso della tecnologia educativa per supportare l’apprendimento della lingua e l’inclusione sociale dei bambini svantaggiati in Italia”, disponibile sul sito Unicef e firmato da Svetlana Poleschuk, Thomas Dreesen, Barbara D’Ippolito, Joaquin Carceles e Martinez Lozano. Akelius è risultata efficace: ha accelerato l’apprendimento delle lingue e ha migliorato la motivazione degli studenti, stimolati dai giochi, dall’interattività e dai “ritorni” immediati.
I consigli a docenti e scuole
Sono tre le raccomandazioni rivolte agli insegnanti sulla base delle pratiche risultate efficaci: usare la piattaforma digitale per incoraggiare l’apprendimento peer-to-peer tra studenti (affiancando uno studente più avanzato a uno a un livello inferiore) e aumentare coinvolgimento e inclusività, soprattutto per i bambini con disabilità; combinare le attività digitali in classe con metodi più tradizionali senza tecnologia, meglio se creativi come il disegno; assicurare la disponibilità di una connessione Internet, perché la personalizzazione e il “premio” attraverso monete virtuali altrimenti non si attivano. Più in generale, l’integrazione del digitale nelle normali pratiche di insegnamento può essere spiazzante per il corpo docente. “Queste sfide – si legge nel rapporto – richiedono agli insegnanti di essere flessibili, aperti mentalmente e disposti a dedicare tempo all’adattamento dei contenuti per poter preparare adeguatamente le lezioni”.
L’importanza di protocolli chiari
Niente si improvvisa. Una lezione che vale anche per i dirigenti scolastici. Per un apprendimento digitale che funzioni, è necessario stabilire protocolli chiari per la gestione dei dispositivi digitali con distinte regole e responsabilità. Protocolli che si occupino di come programmare e prenotare l’uso dei tablet e delle cuffie, come raccoglierli e distribuirli, come restituirli e conservarli in modo sicuro, come pianificare le revisioni periodiche e le eventuali necessità di manutenzione e sostituzione, come svolgere gli aggiornamenti software. Agli insegnanti è raccomandato di disegnare piani didattici appositi, ma anche di ricevere la giusta formazione, anche pratica, sulle modalità migliori per introdurre l’apprendimento digitale nelle classi. Offrire tutorial iniziali agli studenti sull’uso della piattaforma può essere una buona idea.
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