Fenomeno “Mercoledì”, piace alla gente che piace

jenna-ortega-wednesday-baile-netflix-tw

Numero 1: Mercoledì è bella. Magra, scura, ammaliante, perennemente imbronciata, con la boccuccia a culo di gallina che sognano le adolescenti (e molte donne), persino con qualche lentiggine, di quelle che le ragazze si piazzano sul naso con le app per ritoccare le foto.

Numero 2: Mercoledì è ricercata e contesa dai meglio fighi del bigoncio, il figlio sornione dello sceriffo della città e l’artista tormentato della scuola dei reietti.

Numero 3: Mercoledì è talentuosa, incanta mezza città suonando il violoncello, scrive romanzi, risponde a tono a chiunque, conosce a memoria le proprietà delle piante carnivore, risolve indovinelli alla velocità della luce.

Numero 4: Mercoledì non ha paura di niente, si muove come La Sposa di Kill Bill ma in Suspiria di Dario Argento, sfida il mostro senza un fremito, balla scomposta e fiera in mezzo alla pista, con una folla di compagne e compagni adoranti.

Come possa la Mercoledì della omonima serie di Tim Burton che sta spopolando tra gli abbonati a Netflix essere assurta a simbolo dell’anticonformismo è un mistero facilmente spiegabile: piace alla gente che piace. È la versione normalizzata dei metallari degli anni Ottanta, loro sì autenticamente fuori dagli schemi: brutti e sporchi, capelli unti, andatura ciondolante, antisistema per convinzione, l’opposto dei paninari griffati con i Moncler, la cintura El Charro e lo scarponcino Timberland. Mercoledì non ha niente a che vedere anche con i nerd, altra categoria sociologica di outcast poi riabilitati nell’era della Silicon Valley e dei geni dell’hi-tech.

Mercoledì è Harry Potter

Mercoledì è Harry Potter in versione bambine ribelli: intelligentissima, coraggiosa, unica. Icona della generazione Z, come le cheerleader lo erano per le ragazze degli anni Cinquanta. Con quel tocco di gotico senza horror, che diventa modaiolo: vedi la divisa personalizzata per la Nevermore Academy, vedi le scarpe stringate con la suola platform, che sono già tendenza.

Non che la Famiglia Addams dell’indimenticabile serie tv degli anni Sessanta fosse realmente trasgressiva. Non lo erano neppure il primo film del 1977 né quello del 1991 con Angelica Houston nei panni di Morticia e Raul Julia in quelli di Gomez: soltanto una divertente parodia della famiglia borghese tipo, con il suo spassoso corollario di dissacrazione della morte.

Un nuovo mito per le teen

In “Mercoledì” si sorride e ci si gusta la storia, in gran parte firmata da uomini (Burton ha girato i primi quattro episodi, gli altri sono di Gandja Manteiro e James Marshall; lo script è opera di Alfred Gough e Miles Millar, produttori esecutivi insieme a Burton) e ottimamente interpretata, a partire dalla protagonista Jenna Ortega. I teenager e soprattutto le teenager apprezzano la spavalderia ombrosa, le nubi nel rapporto con l’ingombrante madre che è una sempre magnifica Catherine Zeta Jones, l’intreccio thrilling che è il vero punto di forza, le tempeste ormonali, le vendette efficaci contro i bulli, la capacità di autodeterminarsi e farsi rispettare dagli adulti.

Tutto ben riuscito, anzi benissimo. Ma non veniteci a raccontare che “Mercoledì” è una serie trasgressiva che dà voce agli ultimi: la “strana” non è affatto emarginata. È seducente e popolare. Fa ripiombare le ragazze che la seguono nella sempiterna gabbia dell’essere in quanto “essere desiderata”, non le libera affatto da quelle catene. Paradossalmente ne aggiunge altre, proponendo un modello, l’ennesimo, quasi irraggiungibile. Certo, Mercoledì se ne frega del giudizio degli altri, e questo messaggio alle teen arriva, eccome. Ma nell’era dei narcisismi patologici ce n’è davvero bisogno?

Nella realtà

Alle vere reiette o ex reiette tra di noi, brufolose e sempre a dieta, piene di complessi, senza bocca a cuore, senza naso alla francese, senza corteggiatori pronti a buttarsi nel fuoco, senza inviti al ballo e alle feste, timide topine da biblioteca o studentesse nient’affatto brillanti e piuttosto paurose che indossano le camicie dei padri e i maglioni oversize per nascondere le forme, sempre un po’ spaesate, senza battuta pronta, convinte che per essere femministe non basti dire “io” ma occorra dire “noi”, ecco a noi Mercoledì fa l’effetto della Barbie. Bella, ci giochiamo, le cambiamo i vestiti, la mettiamo sulla mensola. E poi torniamo a divorare Mafalda e a regalare le strisce di Quino a tutte le bambine normali e a tutte le adolescenti brufolose e insicure che conosciamo.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com

  • Anna |

    Piante carnivore in realtà comunque il personaggio più interessante è la sua compagna di stanza, una ragazza piacevole, sempre disponibile e compreensiva.

  Post Precedente
Post Successivo