“A volte mi stupisco di essere ancora in vita e che dovesse capitare proprio a me di essere in quel posto: non toccava a me, toccava al presidente Napolitano che purtroppo era malato, non si è sentito di venire, di suonare lui quella campanella. Quando ho sentito che toccava a me ho pensato di non essere in grado, sono intimidita dal Senato, sono entrata a 88 anni, perché mi ha fatto senatrice a vita il nostro caro Mattarella, ma già quando entro sto attenta a non sbagliare…figurarsi stare lì, mi veniva in mente tutto..ognuno di noi, a qualunque età, resta quel bambino che è stato anche se son passati così tanti anni. Il banco della scuola che non ho più potuto raggiungere perché avevo delle colpe che non sapevo di avere mi è rimasto sempre impresso. Il mio banco della terza elementare di via Ruffini che non ho potuto più occupare nel disinteresse genere, mentre c’è stato molto interesse per quest’altro banco. Sono passati tanti anni ma io ero sempre quella scacciata dalla scuola“.
La senatrice Liliana Segre racconta la prima seduta di palazzo Madama di questa XIX legislatura, che ha presieduto in quanto senatrice anziana, intervenendo a Che tempo che fa. “Ho incontrato Mattarella con grande soddisfazione il giorno dopo, compiva gli anni un amico comune. Il venerdì compiva gli anni un amico comune e ho incontrato Mattarella con la figlia e il marito della figlia. Lo apprezzo e nei miei confronti ha un atteggiamento fraterno, questo mi fa piacere, mi considera una vecchia amica, è molto importante per me” ha proseguito Segre.
Nella domanda sull’antifascismo la senatrice ha raccontato: “Ho vissuto una vicenda familiare in cui mio padre aveva un unico fratello che era un fascista della prima ora, era convintissimo. E c’era un continuo scambio di idee tra mio papà e questo fratello amatissimo: mio zio si era sposato in camicia nera e dopo anni di conflitto fraterno, mio zio tagliò dalle foto del matrimonio tutta la sua presenza in camicia nera. C’era allora una borghesia ebraica che aveva aderito al fascismo. Mio zio dopo aver perso tutta la famiglia per le leggi razziste si trovò col rimorso di aver aderito in gioventù al fascismo che gli aveva ucciso il padre, la madre e l’unico fratello. Se c’è ancora l’antifascismo? Ricordando la disperazione di mio zio che ogni notte nei suoi incubi cercava di tirare giù il padre dal treno e non ci riusciva, dico voglio sperare ci sia ancora“.
Però guardando al futuro la senatrice ha dei timori. “Sono una delle ultimissime al mondo e con pessimismo e realismo dico che la Shoah sarà trattata in un rigo nei libri di storia, poi non ci sarà più neanche quello“. Forse proprio per questo, nonostante i 92 anni, Liliana Segre non smette di rendersi testimone di un periodo storico che non va dimenticato. Lei ha fatto pace con se stessa attraverso la maternità: “Quando uno arriva a 92 anni e ha la fortuna di essere diventata mamma, nonna e magari un giorno anche bisnonna, può dire che la nascita dei figli e dei nipoti è vita. Per fare pace con tutta la morte che c’era in me ci sono voluti tanti anni ma sicuramente sono una donna di pace e in pace“.
Sul conflitto in Ucraina la senatrice ha sottolineato: “Non sono molto ottimista francamente: l’invasore ha una colpa enorme. Io ho assistito sia al bombardamento su Milano e ho attraversato l’Europa in fiamme e ho visto in Germania le città diroccate, le persone in fuga. Ho un tale orrore della guerra, mi ricorda quello che porta, per cui sono incapace di fare niente e mi identifico con gli ucraini che perdono case, perdono i libri, perdono le fotografie, perdono i loro cari, che sono la vita di tutti i giorni. Vorrei dire alt ma non ho capito chi può avere la forza di dire alt dopo che il Papa ha parlato e hanno parlato i capi di stato ma la guerra continua sui civili“.
Sul nuovo governo di destra in Italia, la senatrice conclude: “Ho molto rispetto per la Costituzione, è una guida che tutti dovrebbero avere. Il popolo italiano è andato alle urne e ha scelto democraticamente il Governo in carica. Sarebbe facilissimo per me trovare 45 motivi dentro di me per cui sono preoccupata e sarei un’altra da me se così non fosse. Però da laica vorrei veramente stare a vedere, perché è troppo facile giudicare a priori con il proprio istinto e voglio combattere anche dentro di me i pregiudizi. Voglio essere una spettatrice serena“.
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