Tornano le note di Piano City Milano, dalla città alla periferia

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Un percorso intimo, nato per far conoscere da vicino e raccontare luoghi storici, quartieri vecchi e nuovi, ma soprattutto la cultura di una città eternamente in movimento e sempre alla ricerca della versione migliore di sé. E’ Piano City Milano, presentata al Teatro alla Scala – alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e della direttrice Artistica Ricciarda Belgiojoso. Si tratta dell’undicesima edizione della manifestazione, una tre giorni di eventi dedicata alla musica e al pianoforte sotto il cielo meneghino, dal 20 al 22 maggio.

Un teatro a cielo aperto con musica senza limiti di genere, in città e in periferia

216 concerti, di cui 149 nelle zone limitrofe al centro e 87 in quelle più centrali, per vivere insieme al pubblico, milanese e non, tante emozioni. Piano City è un teatro a cielo aperto che omaggia tutta la musica, senza limiti di genere: dalla classica al pop, dal jazz all’elettronico, ogni proposta trova il suo spazio come i tasselli di un mosaico. Oltre alle sedi storiche quali i Giardini della GAM (cuore del festival), Volvo Studio Milano, la Rotonda della Besana, il Teatro di Triennale Milano, il Museo Teatrale alla Scala e l’Ippodromo Snai San Siro, si aggiungono nuove location come il parco del Campus Bocconi (con uno spettacolare concerto a sei pianoforti), l’ADI Design Museum (polo della musica contemporanea), la Passeggiata Boris Pasternak alla Fondazione Feltrinelli e il giardino di Via Ludovico Breme con il grande murale dedicato alle professioni sotto i riflettori nella pandemia. E poi i parchi: Villa Finzi, Chiesa Rossa, Parco delle Cave e Parco Lambro con gli immancabili, e irrinunciabili, Piano Risciò.

piano_city_milano_1Altre novità per il festival sono il Ridotto dei Palchi Arturo Toscanini del Teatro alla Scala (sede della conferenza stampa) e la Sala Verdi del Conservatorio di Milano che ospiteranno alcune session: “E’ un palinsesto straordinario – ha commentato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala – che verrà inaugurato da un grandissimo artista come Abdullah Ibrahim. La proposta di Piano City è sempre quella di voler andare verso il pubblico. Lo abbiamo fatto anche durante il periodo di lockdown – prosegue il primo cittadino – e quest’anno sarà ancor di più così, con un’attenzione particolare alle periferie che ospiteranno i concerti nei cortili MM, nei campi di Vaiano Valle, al quartiere Adriano, in cascine diventate centri culturali e alla Casa Enzo Jannacci, la struttura pubblica d’accoglienza più grande d’Europa. L’idea è di invadere la città con momenti di divertimento. E’ difficile dire esattamente dove sia il limite tra lo svago e la cultura, e forse non è neanche così importante comprenderlo. Però, quando si mette insieme qualcosa che è svago e cultura, hai raggiunto l’obiettivo”.

L’anteprima il 19 maggio con Francesca Michielin 

piano_city_milano_2L’antipasto di Piano City Milano prevede un’anteprima il 19 maggio alle 21 – in collaborazione col Comune di Milano e Today at Apple – che vedrà l’esibizione di Francesca Michielin all’anfiteatro dell’Apple Store in Piazza Liberty. La giovane cantautrice veneta presenterà i suoi 10 anni di repertorio, raccontando in musica il percorso che l’ha resa una delle artiste più apprezzate e conosciute dell’attuale panorama musicale. La performance, presentata da Apple Music, è unica nel suo genere, studiata appositamente per la serata con arrangiamenti al pianoforte in chiave intima e inedita. L’esibizione sarà gratuita con prenotazione obbligatoria.

Si comincia con la leggenda sudafricana Abdullah Ibrahim

piano_city_milano_4Il via ufficiale del festival il 20 maggio alle 21 nel main stage dei giardini della GAM. Ad inaugurare l’undicesima edizione sarà la leggenda sudafricana Abdullah Ibrahim, il pianista che Nelson Mandela definì “il Mozart del Sud Africa” alludendo alla gioia e alla luce emanate dalla sua musica. In oltre cinquant’anni di carriera ai massimi livelli, l’artista di Città del Capo ha attraversato tante fasi evolutive, trasformando la ferocia dell’apartheid in un distillato di melodie contro la lotta degli oppressi, raccolto in dischi pieno di slancio, pathos, intensità e spiritualità.

Dal 2011, una rivoluzione silenziosa a favore della qualità culturale inclusiva

Nato nel 2011, Piano City Milano è cresciuto di anno in anno accompagnando la metamorfosi e la rinascita della città, come una piccola rivoluzione silenziosa a favore della qualità culturale inclusiva, con dinamiche completamente nuove: non è la musica ad attendere il pubblico ma è lei che gli va in contro nelle piazze, nelle case e in spazi non convenzionali. E’ un’invasione pacifica a macchia di leopardo, che dal centro abbraccia tutto lo spazio urbano circostante. Perché la cultura, quando viene donata a tutti, genera nuova cultura. E non ha tempo, e voglia, di ragionare di cifre:

piano_city_milano_6“Anche se i numeri sono alti – racconta la direttrice artistica di Piano City Milano Ricciarda Belgiojoso – per noi non sono la priorità. Anzi, siamo severissimi nella selezione (e questo ci dispiace), nonostante le tante proposte che arrivano siano tutte di alto livello, dai pianisti ai luoghi pronti ad ospitarci. Questo vuol dire che Milano è una citta generosa ed ospitale. La scelta delle location – prosegue la Belgiojoso – avviene sulla base di ciò che succede in città durante l’anno. E Milano è una città dinamica. L’organizzazione è complessa e sembra non finisca mai, ma alla fine, la musica fa il suo corso e “miracolosamente” tutto prende corpo. Anche grazie al prezioso supporto di tanti partner che condividono i nostri valori e lo spirito del progetto, lavorando insieme a noi sui programmi a tema e sui progetti sociali legati di anno in anno al festival, la cui partecipazione è totalmente gratuita”.

Piano City Milano è soprattutto un evento trasversale che abbraccia generazioni diverse unite da un denominatore comune. Ne è convinto l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi che ha dichiarato: “Non è giusto pensare che Piano City sia solo per i giovani, non è giusto pensare che sia solo per appassionati di musica classica o per un pubblico più adulto. E’ una rassegna che tiene dentro tutti. Il programma che abbiamo presentato insieme a Ricciarda Belgiojoso e al Sindaco Sala racconta l’attenzione verso le nuove generazioni e la scoperta di nuovi luoghi: da Casa Jannacci fino alle case di edilizia convenzionata dei quartieri di Milano, dalle Università agli spazi culturali più diversi. Credo che i giovani milanesi e quelli ospiti per motivi di studio o di permanenza nella nostra città – ha concluso Sacchi – si stiano accorgendo di come attraverso delle operazioni di cultura così solide si possano scoprire luoghi e talenti unici che gravitano intorno a Milano. Questo è il messaggio che Piano City sta dando alla città e non solo”.

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