Calcio, per la Serie A femminile arriva il professionismo

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Le calciatrici italiane diventano professioniste. Il Consiglio Federale della Figc ha completato ieri le modifiche normative per il passaggio al professionismo per la Serie A femminile a partire dalla stagione 2022/2023. “Siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso”, ha commentato il presidente Gabriele Gravina e un plauso è arrivato anche dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, che su Twitter ha commentato: “Il passaggio al professionismo è per il calcio femminile una grande conquista. Ora tutti insieme al lavoro per trovare le risorse adeguate”.

Risorse che saranno comunque contenute considerato che alle calciatrici è imposto un limite massimo dello stipendio di 30.658 euro lordi a stagione a cui si possono sommare indennità di trasferta, rimborsi forfettari e premi per un massimo di 61,97 euro al giorno per 5 giorni alla settimana. Niente a che vedere, quindi, con i contratti milionari dei calciatori, che sono sostenuti anche dagli introiti dei diritti tv e dagli sponsor. Nel calcio femminile si tratta di una strada tutta ancora da costruire. In Europa la squadra con il monte stipendi più alto è il plurimedagliato Lione, ma ha alle spalle una storia di scudetti e di Champions League vinti.

Per le calciatrici, invece, bisogna andare negli Stati Uniti per trovare introiti da milioni, come quello di Alex Morgan, che viene stimato attorno a 1,9 milioni. C’è da dire, però, che negli States il calcio è prevalentemente femminile e che la Nazionale ha vinto gli ultimi quattro mondiali. Tanto che le atlete hanno ottenuto, attraverso una causa giudiziaria, il riconoscimento di una remunerazione pari a quella maschile in Nazionale. Nel febbraio scorso alle calciatrici, “in servizio” e non, è stata riconosciuta una cifra complessiva di 24 milioni di dollari di risarcimento per la “discriminazione” subita in carriera. A pagare sarà la US Soccer, la federazione del calcio americana. La maggior parte della cifra rappresenta lo stipendio arretrato, una tacita ammissione che i compensi per le squadre maschili e femminili erano stati erroneamente differenti per anni.

Tornando alla decisione della Figc, non arriveranno quindi contratti epocali per Sara Gama, capitana della Nazionale italiana, e compagne, ma la conquista delle tutele dei lavoratori è già un traguardo importante. La Nazionale italiana era arrivata ai quarti di finale dei Mondiali 2019 di Francia ed era l’unica squadra, fra le 8 migliori al mondo, a non avere il professionismo.

La conquista è arrivata dopo anni di lavoro intenso in campo e fuori dal campo del movimento calcistico femminile ed è il giusto riconoscimento a calciatrici che hanno guadagnato la qualificazione agli Europei d’Inghilterra del prossimo luglio. Le azzurre sono nel girone con Francia, Belgio e Islanda e contano proprio di giocarsela. Ma allo stesso tempo stanno giocando le partite di qualificazione ai Mondiali 2023 in Australia e Nuova Zelanda. AL momento guidano il girone con 21 punti in 8 partite, davanti alla Svizzera che segue a 19 punti. Due i match da giocare in settembre: il 2 contro la Moldava e il 6 contro la Romania. Quest’ultima partita si giocherà in Italia e se le azzurre centreranno l’obiettivo saranno per la seconda volta consecutiva ai mondiali in edizioni in cui invece la Nazionale maschile è stata e sarà assente.

Cosa manca quindi al movimento ora? Mancano i tifosi sugli spalti a incitare queste sportive, che tanto stanno conquistando con impegno e passione.

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