Calcio, per la Serie A femminile arriva il professionismo

scritto da il 27 Aprile 2022

italia

Le calciatrici italiane diventano professioniste. Il Consiglio Federale della Figc ha completato ieri le modifiche normative per il passaggio al professionismo per la Serie A femminile a partire dalla stagione 2022/2023. “Siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso”, ha commentato il presidente Gabriele Gravina e un plauso è arrivato anche dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, che su Twitter ha commentato: “Il passaggio al professionismo è per il calcio femminile una grande conquista. Ora tutti insieme al lavoro per trovare le risorse adeguate”.

Risorse che saranno comunque contenute considerato che alle calciatrici è imposto un limite massimo dello stipendio di 30.658 euro lordi a stagione a cui si possono sommare indennità di trasferta, rimborsi forfettari e premi per un massimo di 61,97 euro al giorno per 5 giorni alla settimana. Niente a che vedere, quindi, con i contratti milionari dei calciatori, che sono sostenuti anche dagli introiti dei diritti tv e dagli sponsor. Nel calcio femminile si tratta di una strada tutta ancora da costruire. In Europa la squadra con il monte stipendi più alto è il plurimedagliato Lione, ma ha alle spalle una storia di scudetti e di Champions League vinti.

Per le calciatrici, invece, bisogna andare negli Stati Uniti per trovare introiti da milioni, come quello di Alex Morgan, che viene stimato attorno a 1,9 milioni. C’è da dire, però, che negli States il calcio è prevalentemente femminile e che la Nazionale ha vinto gli ultimi quattro mondiali. Tanto che le atlete hanno ottenuto, attraverso una causa giudiziaria, il riconoscimento di una remunerazione pari a quella maschile in Nazionale. Nel febbraio scorso alle calciatrici, “in servizio” e non, è stata riconosciuta una cifra complessiva di 24 milioni di dollari di risarcimento per la “discriminazione” subita in carriera. A pagare sarà la US Soccer, la federazione del calcio americana. La maggior parte della cifra rappresenta lo stipendio arretrato, una tacita ammissione che i compensi per le squadre maschili e femminili erano stati erroneamente differenti per anni.

Tornando alla decisione della Figc, non arriveranno quindi contratti epocali per Sara Gama, capitana della Nazionale italiana, e compagne, ma la conquista delle tutele dei lavoratori è già un traguardo importante. La Nazionale italiana era arrivata ai quarti di finale dei Mondiali 2019 di Francia ed era l’unica squadra, fra le 8 migliori al mondo, a non avere il professionismo.

La conquista è arrivata dopo anni di lavoro intenso in campo e fuori dal campo del movimento calcistico femminile ed è il giusto riconoscimento a calciatrici che hanno guadagnato la qualificazione agli Europei d’Inghilterra del prossimo luglio. Le azzurre sono nel girone con Francia, Belgio e Islanda e contano proprio di giocarsela. Ma allo stesso tempo stanno giocando le partite di qualificazione ai Mondiali 2023 in Australia e Nuova Zelanda. AL momento guidano il girone con 21 punti in 8 partite, davanti alla Svizzera che segue a 19 punti. Due i match da giocare in settembre: il 2 contro la Moldava e il 6 contro la Romania. Quest’ultima partita si giocherà in Italia e se le azzurre centreranno l’obiettivo saranno per la seconda volta consecutiva ai mondiali in edizioni in cui invece la Nazionale maschile è stata e sarà assente.

Cosa manca quindi al movimento ora? Mancano i tifosi sugli spalti a incitare queste sportive, che tanto stanno conquistando con impegno e passione.

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