Un progetto europeo contro ogni forma di bullismo e violenza – di genere, economica, psicologica, fisica – e che passa attraverso le scuole italiane e un webgame. L’obiettivo: aiutare giovani, insegnanti, genitori a utilizzare strumenti educativi nuovi, aumentando la consapevolezza e rafforzando le relazioni con il territorio. Parte così nel 2019 Youth for love, portato avanti in Italia da ActionAid e Afol metropolitana: la seconda edizione, al via a maggio 2021, si concluderà nell’aprile 2023. Due le direttrici: un programma educativo integrato che punta a individuare, attraverso tre istituti pilota, le buone pratiche da promuovere in tutte le scuole superiori, per prevenire e gestire la violenza tra pari; un librogame sul web rivolto a 50mila studenti e studentesse di 200 scuole, nato per essere utilizzato in classe ma anche on line da singoli fruitori.
Il motivo è che “a causa delle restrizioni della pandemia i rischi di violenza on line e off line sono aumentati anche per i più piccoli dai 12/13 anni, la rabbia dei giovani è cresciuta, così come è cresciuta la loro richiesta di aiuto e supporto psicologico”, ci spiega Maria Sole Piccioli, responsabile Education di ActionAid, aggiungendo che Youth for love “è un progetto di prevenzione e gestione della violenza, un programma integrato che prevede moduli laboratoriali con studenti e studentesse delle superiori, insegnanti e genitori”. Focus della prima edizione la violenza di genere, che nella seconda diventa violenza tra pari.
Il Web game. Con personaggi da scegliere e storie a bivio, le ragazze e i ragazzi sperimentano situazioni reali e quotidiane che possono trasformarsi in potenziali episodi di violenza e di bullismo. Le decisioni possono creare un mondo più violento o più inclusivo, con la possibilità di tornare sui propri passi, anche con l’aiuto di figure come docenti, psicologi e collaboratori scolastici. I luoghi sono quelli più frequentati dai giovani, quindi la scuola, il parco, i mezzi pubblici, la strada, la discoteca, i luoghi virtuali come le chat di gruppo e i social media, dove a volte la violenza non viene percepita come tale. La finalità del webgame è sperimentare in prima persona situazioni potenziali ma realistiche di abusi, molestie, cyberbullismo e capire alla fine come rispondere e adottare comportamenti rispettosi ed equi.
Il programma nelle scuole. Al momento il progetto coinvolge tre scuole: l’istituto cine-tv Roberto Rossellini di Roma, il Centro di Formazione Professionale Paullo e l’istituto Oriani Mazzini di Milano, con laboratori composti da studenti, genitori e insegnanti.
“La prima edizione del progetto sulla prevenzione e la gestione della violenza di genere ha avuto molto successo, alla fine i ragazzi sono andati nelle altre classi a formare i compagni sul tema della violenza, sono riusciti a lavorare sulle tematiche della discriminazione. A volte sono emerse anche situazioni ed esperienze personali, è stato toccante”, ci racconta Angela Falco, tutor del centro formazione professionale Paullo di AFOL Metropolitana. Anche nella seconda edizione sono coinvolte due classi e i loro docenti. “Attraverso i laboratori, i ragazzi capiscono concretamente come reagire e quali soluzioni mettere in campo nel caso in cui si trovino davanti a episodi di violenza – continua Falco – Lavoriamo proprio sulle procedure da utilizzare, a scuola e fuori, partendo sempre dalle proposte fatte dagli allievi. Stessa cosa per i docenti, che attraverso corsi di formazione capiscono come gestire le situazioni”. Tra le tematiche più trattate cyberbullismo e utilizzo improprio dei social. Coinvolti quest’anno anche i genitori, che “fanno formazione e con i loro racconti aiutano ad affrontare la tematica”.
“Il nostro obiettivo è che le buone pratiche sperimentate nel contesto scolastico arrivino a un maggior numero di scuole possibili, lavoriamo su nuove procedure da promuovere nei singoli istituti”, sottolinea Piccioli. Tra le best pratices emerse, la responsabile Education ActionAid segnala: la presenza di tutor in grado di supportare ragazzi e ragazze a rischio violenza; formazione al corpo docente, spesso non effettuata soprattutto nelle scuole superiori; supporto psicologico; creazione di organi interni alla scuola guidati da ragazzi e ragazze per promuovere azioni di prevenzione. A settembre inizierà, inoltre, un percorso di mappatura e attivazione sul territorio realizzato dai giovani, che daranno il via a una campagna locale su come prevenire e gestire la violenza tra pari. Il progetto uscirà quindi dalle scuole per interagire con i soggetti sul territorio.
A livello nazionale, l’obiettivo è chiedere al Ministero dell’istruzione di integrare le indicazioni nazionali, includendo tutte le forme di violenza tra pari, oltre al bullismo. “La fascia dei 15-18enni vive forme di violenza diverse, bisogna integrare nuovi contenuti all’interno delle politiche che il MIUR supporta e propone, lavorando sulle vittime ma anche sugli autori delle violenze e investendo sulla prevenzione. Ma anche queste richieste verranno progettate con studenti, studentesse e stakeholders nazionali”, conclude Piccioli.
Secondo i dati della piattaforma ELISA, strumento di monitoraggio finanziato dal Ministero dell’istruzione, nell’anno scolastico 2021-2022 il 22,3% degli studenti è stato vittima di bullismo, mentre il 18,2% ha preso attivamente parte a episodi di bullismo verso un compagno o una compagna. Complessivamente, il progetto Youth for love riguarda 4 Paesi – Italia, Belgio, Grecia, Romania – e coinvolge oltre 400 studenti, quasi 200 fra docenti e personale scolastico e 50 genitori.
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