Violenza, siamo noi a dire basta. Il bestseller virale che parla alle donne

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Le storie di violenza vivono di sfumature proprie e comprensibili spesso solo per chi le ha vissute. Colleen Hoover sa come raccontarle. Autrice bestseller del New York Times pubblicata in 29 Paesi, è arrivata in Italia il 1° marzo con il suo libro “It Ends With Us” (Sperling & Kupfer). L’autrice Hoover è famosa principalmente grazie al fenomeno BookTok, il mondo dei TikTokers amanti della lettura che parlano di libri adattandoli attraverso brevi video. Tra hashtag e lacrime, i fan hanno dato vita a un caso letterario. La febbre Hoover nasce dalle storie d’amore che racconta, dai suoi libri autoconclusivi e dalle miniserie. Parliamo di una letteratura al femminile con un target molto ampio, di facile lettura, il classico bestseller virale dalle note tragiche ed emozionanti.

Nel caso di “It Ends With Us”, il secondo libro dell’autrice tradotto in italiano, la trama mostra un voltafaccia da brividi che passa dal folle amore a una fuga dalla violenza. Il lieto fine c’è, a fronte di una storia che prende spunto dalle violenze domestiche a cui l’autrice ha assistito quando era piccola. È attraverso la scrittura (come dichiarato nelle note) che si può maturare la consapevolezza di quanto sia impossibile definire il bianco e il nero quando si tratta di abuso fisico ed emotivo. Il libro, proprio per il suo linguaggio così semplice, può essere uno strumento utile per parlare a tutti di temi più che mai attuali: violenza di genere, violenza domestica e love bombing.

La protagonista è Lily Bloom. La conosciamo poche ore dopo il funerale di suo padre e le facciamo compagnia su un tetto di Boston, dove incontra il suo futuro amante, il fascinoso neurochirurgo Ryle Kincaid. Lily se ne innamora quasi a prima vista, senza sapere che per lui è lo stesso, anzi di più. L’incontro con Ryle accende in Lily la voglia di voltare pagina e aprire il suo negozio di fiori. Casualmente, la sua nuova commessa è la sorella di Ryle. Ma l’amore lascia presto spazio alla rabbia, e la rabbia fa strada agli schiaffi e gli abusi. Hoover non scende particolarmente in profondità negli intrecci e gioca molto di fantasia. I suoi assi nella manica per la riuscita del libro sono due: la storia d’amore adolescenziale con un giovane di nome Atlas e le impeccabili descrizioni delle scene di violenza. Lily è lo strumento attraverso cui la scrittrice può fare giustizia sulle violenze che sua madre ha subito.

Gli atteggiamenti quasi bipolari del coprotagonista, che passa dal non volere una relazione a desiderare matrimonio, casa e famiglia, somigliano a strategie manipolative, oggi note e studiate. Nella foga del suo amore ossessivo e violento riconosciamo le tracce di un love bombing pericoloso. Il love bombing è un fenomeno contemporaneo appartenente al campo delle relazioni disfunzionali, ed è spesso l’inizio di altre declinazioni abusanti. Significa letteralmente “bombardamento d’amore” e indica una manifestazione esagerata di affetto o una tattica ossessiva esercitata al fine di manipolare il partner. Il libro è vincente nel descrivere tutte le emozioni che si provano durante e dopo un episodio di violenza. Attraverso una narrazione in prima persona, veniamo a conoscenza dei pensieri della protagonista: “Vorrei che fosse facile cancellare i sentimenti per la persona che mi ha fatto del male, come credevo. Impedire al proprio cuore di perdonare chi si ama è molto più difficile che perdonarlo e basta.”

Chi ci è passato lo sa: derubricare gli atti di violenza a “episodi” passeggeri è il meccanismo più frequente che chi li subisce attiva per giustificarli. “Per qualche ragione – dice Lily – l’unica cosa capace di alleviare il dolore provocato da quest’uomo è quest’uomo. Il suo pentimento calma la mia sofferenza, la sua bocca calma le mie emozioni, la sua mano mi stringe come se non volesse più lasciarmi andare”. Episodio dopo episodio, convincersi della bontà di un uomo violento è, a suo modo, un’altra violenza. Pervasiva. Come la paura che cresce. Ed è proprio a partire dai primi secondi di violenza che Lily comincia a fare paragoni con la relazione tra il padre e la madre, di cui scriveva in un vecchio diario ritrovato in uno scatolone: “Di solito mio padre sa benissimo dove picchiarla per non lasciare segni visibili”. Una frase breve, ma incredibilmente potente.

La vicenda di Lily ha risvolti molto tragici e frettolosi, ma prevede anche l’arrivo di un amore dal passato che addolcisce il baratro descritto nel libro. Tra ricordi, pagine di diario e ritorni inaspettati, Colleen Hoover rievoca un sentimento adolescenziale puro e sincero. Lo descrive con timidezza, chiamandolo “cosa da teenager”. Eppure è forte il legame che racconta tra Lily e Atlas, quasi quanto quello di due persone adulte legate dai più sfortunati casi della vita. “Ho desiderato scoprire ogni singola cosa che gli piace a questo mondo e donargliela”, scrive Lily, ricordando lei e Atlas da piccoli.

Grazie a Lily, la scrittrice si mette nei panni di tutte le donne che si trovano ad affrontare abusi e violenze: “Le persone che non vivono situazioni come queste si chiedono spesso perché la donna torni dal suo aguzzino. […] Le cose che pensavo delle donne come me sono ormai quelle che gli altri penserebbero di me se conoscessero la mia situazione attuale. Come può amarlo dopo quello che le ha fatto? Come può pensare di riaccoglierlo? È triste che questi siano i primi pensieri a passarci per la mente quando qualcuno è vittima di violenza”. “It Ends With Us” è una storia di non amore a tutti gli effetti. Ne comprende la voracità, la semplicità, la disfunzionalità e anche gli sprazzi di romanticismo e di dipendenza. Con un messaggio di speranza: siamo noi, possiamo essere noi, a decidere. Anzi, come riporta il sottotitolo in copertina: siamo noi a dire basta.

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Titolo: “It Ends With Us”
Autrice: Colleen Hoover
Traduttrice: Roberta Zuppet
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: 15,90 euro

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