Ucraina, sui social girano anche fake news

kiev
All’alba di giovedì 24 febbraio (le 4 in Italia), Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina. Uno scenario che fra gli europei era escluso dai più e invece l’Europa si trova con una nuova guerra da affrontare fra diplomazie che hanno fallito e civili tenuti in ostaggio in città bombardate. La Russia sta attaccando con missili e truppe di terra, l’avanzata non si arresta e nella capitale ucraina, Kiev, è stato dichiarato il coprifuoco. Bagliori, lampi di razzi e grida di paura sono entrate fin dalle prime ore di giovedì nelle nostre casa attraverso i social. Non c’è più filtro alcuno, non ci si può girare dall’altra parte, perché la guerra non bussa, sfonda indifferenze, reclama attenzione, colpisce al cuore con una sola immagine. Stavolta sta succedendo a casa nostra e non si può far finta di nulla.

Nei giorni scorsi la stampa internazionale ha parlato di video falsi e fake news costruite ad arte dalla Russia per giustificare l’attacco all’Ucraina. Ma se esiste un livello di informazioni false “macro”, esiste in occasione di eventi internazionali come quello della guerra in Ucraina anche un proliferare sui social di immagini e informazioni non veritiere a livello “micro”. Intendo informazioni che partono dal basso e poi come una valanga si allargano rotolando sui social e rimbalzando da account ad account.

Un’eco che spesso si gioca sulla buonafede e la sensibilità della rete e non di rado ha come protagonisti proprio i bambini. In queste ultime ore potrebbe essere capitata nella vostra timeline questa fotografia, con riferimento a ciò che sta succedendo in Ucraina. Prima di condividere i messaggi sarebbe sempre opportuno verificarne la fonte e la veridicità.

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Nel caso delle foto è semplice: basta caricarla su Google images e il motore di ricerca ci dirà dove e quando l’immagine è stata pubblicata. Se si tratta, come in quella qui sopra, di un fake che gira da tempo si trovano notizie sui siti che combattono la disinformazione. Allora si scopre che la foto in questione girava già nel 2015 e non è altro che un fotogramma del videoclip della canzone “Angel: A Song about the Children of Donbas” (time code 00:51).

Quello che possiamo fare, quindi, è prima di condividere un post sul nostro account, cercare di verificarne la provenienza e la credibilità. Altrimenti saremo complici della spazzatura che si accumula in rete e ci fa vivere senz’altro peggio.

Il discorso sulle fake news è naturalmente molto più ampio e diventa complesso preparare soprattutto i giovani (che hanno spesso i social come unica fonte di informazione) a saper distiguere fra ignoranza ammantata da conoscenza e conoscenza consapevole della propria ignoranza, nel cosiddetto effetto Dunning-Kruger, di cui abbiamo già scritto questa settimana.

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