Il gender gap nel settore scientifico rischia di tenere in scacco le donne. Perché se è vero che sarà proprio negli ambiti tecnologico-scientifici che si genererà maggiore occupazione, è altresì vero che il futuro occupazionale delle donne è strettamente correlato al loro accesso nelle aree Stem.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Unesco, il 28% dei ricercatori in tutto il mondo è donna. Solo il 30% di tutte le studentesse sceglie i campi legati alle Stem nell’istruzione superiore. A livello globale, l’iscrizione delle studentesse è particolarmente bassa nei settori delle ICT (3%), delle scienze naturali, della matematica e della statistica (5%) e dell’ingegneria delle costruzioni (8%). Inoltre, nello stesso studio si affermava che le donne sono “pubblicate meno, pagate meno per le loro ricerche e non avanzano quanto gli uomini nella loro carriera”.
Affrontare alcune delle maggiori sfide dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile, dal miglioramento della salute alla lotta ai cambiamenti climatici, dipenderà dall’utilizzo di tutti i talenti. Ciò significa che più donne lavorano in questi campi, più la diversità nella ricerca introdurrà nuove prospettive, talenti e creatività. Per supportare l’avanzata femminile nelle discipline scientifiche, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato l’11 febbraio Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza. Una giornata dunque per sottolineare e ricordare che le donne e le ragazze svolgono un ruolo fondamentale nelle comunità scientifiche e tecnologiche, e che la loro partecipazione deve essere stimolata, valorizzata, rafforzata.
L’iniziativa Sirm
Tra le varie iniziative ed eventi che celebrano la Giornata, la Commissione Donne Radiologo di Sirm (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica), in collaborazione con Fondazione Bracco, organizza l’incontro “Le donne: un motore di progresso”, presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Un evento che mira soprattutto a mostrare esperienze di donne nelle loro attività scientifico-tecnologiche, creando un confronto tra professioniste, che sia di stimolo per le giovani generazioni a intraprendere una carriera lavorativa scientifica.
“Questo evento mette in valore la tutela dell’attività d’ingegno e scientifica delle donne, che spesso incontra difficoltà ambientali e strutturali”, afferma Nicoletta Gandolfo, coordinatrice della commissione Donne Radiologo SIRM. E continua: “C’è una specificità nell’ingegno femminile, che non si deve disperdere: le donne sono creative nella ricerca delle soluzioni; lo abbiamo sperimentato anche in fase Covid, durante la quale hanno saputo gestire tematiche in urgenza con notevoli capacità organizzative e particolare attenzione a rimedi efficaci”.
Presenti all’incontro, saranno anche manager e ricercatrici come Francesca Pasinelli, direttrice generale di Fondazione Telethon, Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco, ma anche Letizia Caccavale, presidente del Consiglio per le Pari Opportunità di Regione Lombardia. L’idea è di creare un panel quando più possibile variegato, come continua a spiegare Gandolfo: “Abbiamo coinvolto donne attive sia in ambito medico che scientifico-tecnologico, mettendo a confronto differenti esperienze e competenze in vari ambiti, dalla carriera alla famiglia, dalla ricerca alla conciliazione. L’obiettivo è andare oltre il tema della disparità di genere: vogliamo soprattutto dare valore alle competenze chiave delle donne nei diversi settori scientifici, per sostenere la loro crescita professionale e far sì che nessun talento vada disperso”.
Nel corso dell’evento verranno anche presentati i risultati di un’indagine condotta dalla Commissione Donne Radiologo SIRM nel 2021, su un campione di 1000 radiologhe italiane. Tra i dati, emerge che il 66% delle intervistate ha ammesso che in ambiente radiologico esistono discriminazioni di genere e che queste aumentano all’avanzare della carriera (lo dichiara il 77,4%). Inoltre il 71% ha dovuto interrompere la propria attività lavorativa per motivi diversi, ma in larga parte (oltre 67%), ha sospeso per gravidanza, allattamento o entrambe. In merito al rientro al lavoro, solo il 51% dichiara di essersi reinserita facilmente nella stessa posizione occupata precedentemente.
Dal momento che la Commissione rappresenta più di 5000 radiologhe in Italia, l’evento ha il preciso scopo di fare luce sul ruolo strategico delle donne in un ambito che vede da anni un crescente contributo femminile, basti pensare che i nuovi specializzandi sono per oltre il 50% donne. “Vogliamo dare valore alle donne attive impegnate in campo radiologico” conclude Gandolfo, “affinché prendano coscienza del proprio talento e si impegnino per appropriarsi di tutti quegli strumenti che possono aiutarle nel loro percorso. Oggi manca ancora consapevolezza, fiducia in se stesse, ma le barriere, sia fisiche che culturali, possono e devono essere superate”.
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