Da professioniste qualificate a lavoratrici di serie B dopo la maternità

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Per anni sono stata un’apprezzata project manager all’interno della multinazionale dove lavoravo, poi al rientro dalla maternità sono diventata “solo” una mamma. Non avevo più le mie mansioni e alcun progetto da seguire. E questo ha minato la mia autostima. A un certo punto ho iniziato a pensare che il problema fossi io e che realmente non fossi più in grado di svolgere i miei compiti come in precedenza. La situazione è peggiorata dopo la seconda maternità”.

Quella di Martina Carzaniga, 35 anni, project manager in una multinazionale e mamma di Davide e Gabriele, potrebbe essere una storia come tante, quella di un qualsiasi lunedì mattina in cui una donna sottoposta a questo trattamento, entra come ogni giorno in azienda, pronta a subire passivamente le decisioni dall’alto.

Ma quel lunedì mattina, la manager ha deciso che avrebbe dato una svolta alla sua vita e così è successo. “È stato esattamente così – racconta – E vorrei dire a tutte le donne che si sono trovate o si trovano adesso nella mia stessa situazione, ‘parcheggiate’ in aziende che non le valorizzano come dovrebbero, di non accettare quel trattamento. Certo, ci vuole coraggio, ci vuole l’appoggio della famiglia. Credo però che ascoltare il desiderio che si sente dentro sia anche un dovere verso se stesse, perché quella voglia di cambiamento prima o poi diventerà un bisogno primario per la propria felicità e per quella dei propri cariE se ce l’ho fatta io ce la possono fare anche loro”.

La storia di Martina Carzaniga inizia prima della maternità e racconta una situazione lavorativa di una donna apprezzata, coinvolta nella realtà lavorativa, spesso in trasferta e impegnata in progetti e corsi d’aggiornamento. Poi, dopo il primo figlio, il grande cambiamento. “Al lavoro mi chiedevano unicamente della mia vita da mamma, le foto dei miei figli e piano piano mi venivano affidati lavori da assistente, non partecipavo più a corsi di formazione, non andavo più in trasferta e le mie attività erano esclusivamente l’inserimento dati” racconta la manager. Il lavoro più interessante e più formativo era affidato ai colleghi uomini, più disponibili in termini di tempi e con impegni familiari e di gestioni dei figli minori rispetto alla mamma Martina.

La sua storia rende concreti i dati recentemente fotografati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro: nel 2020 ci sono state 42 mila dimissioni volontarie di genitori con figli 0-3 anni. Il 77% del totale delle persone che si sono dimesse sono donne. Alla base delle dimissioni ci sono le difficoltà a conciliare professione e famiglia.

Da sempre, la condizione di genitorialità ha strutturalmente un impatto diverso sulla partecipazione al mercato del lavoro di uomini e donne. L’inattività maschile continua ad essere motivata da esigenze personali e di studio o formazione, pensione o disinteresse al lavoro anche per motivi di età. Segue lo scoraggiamento, l’attesa di esiti di passate azioni di ricerca di lavoro e, in ultimo, i motivi familiari. Per le donne, al contrario, il principale motivo della condizione di inattività sono i motivi familiari, seguiti da studio, formazione professionale; quindi pensione e scoraggiamento e, in ultimo, l’attesa di esiti di passate azioni di ricerca.

Carzaniga, con molto coraggio e determinazione, è riuscita a dare una svolta positiva alla sua vita lavorativa. “Il primo step – racconta – è stato prendere profondamente coscienza che voler essere una professionista realizzata e una mamma non è una mission impossible, un pensiero sbagliato o un sogno a occhi aperti. Il secondo, è stato rimboccarsi le maniche e pensare quale fosse il lavoro che avrei fatto con entusiasmo ed energia alzandomi ogni mattina dal letto. Dopodiché si è trattato di un lungo impegno fatto di indagini di mercato, analisi dei trend, individuazione del target di riferimento, ricerca dell’interlocutore adatto per realizzare il progetto e gestire tutto anche sul piano delle implicazioni economiche”. Il lavoro è stato lungo ma alla fine la manager è diventata imprenditrice, diventando importatrice esclusiva, in Italia, di un brand asiatico all’avanguardia in materia di ecosostenibilità che ha lanciato nel 2017 la sua linea di pannolini e salviettine.

Oggi Carzaniga è ceo della sua azienda che è un’attività B2B in crescita perché, oltre ai punti vendita italiani, attualmente distribuisce anche in Svizzera, Olanda e Portogallo.  E ha anche trovato anche il tempo e l’energia per scrivere il libro ‘Come una mongolfiera’, l’autobiografia romanzata della sua storia.

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