Non bisogna abbassare la guardia. È necessario ribadire il messaggio, ampliare sempre più la platea, rivolgersi al maggior numero di donne possibile. Per combattere efficacemente il tumore al seno due sono le armi a disposizione, la prevenzione e la diagnosi precoce. Per questo motivo si sono moltiplicate in tutta Italia le iniziative a sostegno dell’ottobre rosa, il mese dedicato alla sensibilizzazione delle donne verso questo tema.
A causa della pandemia, infatti, lo scorso anno in tante hanno mancato o ritardato questo impegno per timore dei contagi da Covid-19. Il tumore al seno resta per le donne il cancro più diffuso e temibile, si legge in un comunicato diffuso da LILT, Lega Italiana per Lotta ai Tumori nelle scorse settimane: basti pensare che sono circa 850.000 le donne in Italia che hanno vissuto la malattia e, sebbene la percentuale di guarigione si assesti oltre l’80% dei casi, l’incidenza non accenna a diminuire, anzi, ci si ammala sempre di più, con un importante incremento nei soggetti giovani sotto i 40 anni. «Solo nel 2021 si stimano oltre 55.000 nuove diagnosi, un numero impressionante che l’emergenza Covid non ha fatto che aggravare – ha dichiarato il presidente nazionale della LILT Francesco Schittulli – troppi gli screening saltati, le terapie, gli interventi e i controlli rimandati».
L’iniziativa LILT for Women – Campagna Nastro Rosa prevede che per tutto il mese, telefonando al numero verde 800.998877, sarà possibile prenotare una visita senologica gratuita negli ambulatori LILT aderenti presenti su tutto il territorio nazionale, e ricevere informazioni, consigli e opuscoli dedicati.
«La situazione che viviamo è al limite del paradosso – ha commentato in una nota Schittulli proprio in occasione della presentazione dell’ottobre rosa – basti pensare che la regione dove ci si ammala di più di tumore al seno è il Friuli ma quella dove si muore di più è la Calabria, ovvero quella con minore incidenza di tutto il Paese: questa mancanza di equità è inaccettabile ed è altrettanto irragionevole che in alcune regioni gli screening di prevenzione vengano offerti a partire dai 45 anni e in altre oltre i 50, per terminare dopo i 69 anni, come se il cancro al seno bussasse alla porta solo in determinati momenti della vita e non si trattasse invece di una malattia severa che ormai colpisce tutte le fasce. Basta con la politica che gestisce la sanità a livello locale, occorre un piano nazionale per garantire omogeneamente a tutte le donne la corretta prevenzione e cure adeguate – ha aggiunto – una diagnosi tardiva compromette tutto il percorso di guarigione e può rappresentare un vero spartiacque tra la qualità di vita e la morte: è tempo che pubblico, convenzionato e privato lavorino in sinergia, facendo sì che convenzionato e privato assorbano parte del carico del SSN».
#Conunpiccologesto
E se da Nord a Sud tanti sono i comuni che hanno aderito alla campagna, colorando di rosa piazze e monumenti, anche il mondo delle aziende si è mobilitato con campagne ad hoc. È il caso di #Conunpiccologesto, la campagna promossa da Lookiero che affianca quest’anno la Fondazione Edo ed Elvo Tempia per la lotta contro i tumori ONLUS, una realtà attiva da 35 anni che sviluppa programmi di ricerca, di prevenzione e di cura dei tumori. Durante questo mese, infatti, in ogni box – confezionata in rosa per l’occasione – le clienti Lookiero troveranno un vademecum sulla prevenzione, a partire dall’autopalpazione fino all’alimentazione sana e agli screening di controllo.
«Se oggi lo screening mammografico prevede di iniziare a sottoporsi a mammografia dai 45 anni – afferma la dottoressa Adriana Paduos, direttrice sanitaria del Fondo e della Fondazione Tempia, chirurga senologa, già coordinatrice Breast unit dell’Asl di Biella – è consigliata alle donne una visita senologica annuale (cui eventualmente potranno seguire esami strumentali) già dai 30 anni. La Fondazione Tempia ogni anno effettua in collaborazione con l’asl di Biella e di Vercelli in media 9.000 mammografie e circa 600 visite senologiche di diagnosi precoce. Posso dire dalla mia esperienza che le donne fanno prevenzione, la percentuale è in aumento ma non è ancora soddisfacente. Perché ancora alcune non lo fanno? – continua Paduos – paura dell’esame, di scoprire la malattia, non sanno deve e come si può fare».
Inoltre un focus sarà dedicato all’accompagnamento per suggerire le azioni da fare e le scelte per stare vicino ad una persona che sta affrontando la malattia, con piccoli gesti o nuove ritualità che possono aiutare ad affrontare un momento così delicato e difficile sia fisicamente che psicologicamente.
«Da un punto di vista medico – aggiunge la dottoressa Paduos – l’accompagnamento si traduce in appoggio psicologico, infatti ogni Breast Unit ha nel suo interno un servizio di psico-oncologia che aiuta le donne e i loro famigliari. È quello che cerchiamo di fare anche noi al Fondo Edo Tempia, accompagnare le pazienti in tutto il percorso, con il supporto medico, psicologico e anche dei nostri volontari, fino, quando necessario, al fine vita tramite le cure palliative domiciliari o in hospice. Ma “accompagnamento” è anche saper aiutare la donna ad affrontare la malattia sfoderando armi semplici e trucchi di stile, come un turbante o un rossetto».
#FollowthePink
Sulla strada della prevenzione una corsia fondamentale resta sempre quella della ricerca. La Fondazione IEO-MONZINO ha lanciato per questo mese #FollowthePink, una campagna solidale giunta alla sua seconda edizione. Tante le aziende che hanno aderito all’iniziativa, dal beauty al food, dalla moda al fitness, una solidarietà trasversale, a 360°, con proposte a tema che puntano a sottolineare l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, e la necessità del supporto continuo e costante da rivolgere alla ricerca oncologica. Anche numerose attività commerciali in tutta Italia stanno esponendo la locandina di #FollowthePink per sostenere la campagna, con iniziative spontanee.
Il sostegno sarà devoluto al Women’s Cancer Center dello IEO, il primo centro in Italia riservato ai tumori femminili, con una presa in carico che va dalla gestione del rischio di ammalarsi, alla diagnosi precoce, alle terapie, fino al reinserimento nella quotidianità con il recupero del progetto di vita individuale e di benessere.
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