Maltrattamenti sui minori tra le mura domestiche in crescita del 13% nell’anno della pandemia. Reati telematici e detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minorenni in aumento del 14% circa. Reati come violenza sessuale e prostituzione minorile in calo. E’ questa, in sintesi, la fotografia che arriva dal Dossier indifesa di Terre des Hommes, su dati elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale. In tutto il mondo – spiega il report – tra gli 11 e 20 milioni di bambine e ragazze hanno lasciato la scuola a causa dei lockdown e si stima che nei prossimi dieci anni il numero di spose bambine aumenterà di 10 milioni.
Complessivamente nel 2020 in Italia ci sono stati 5789 minori vittime di violenza, in flessione del 3% rispetto al 2019. Il motivo è semplice, ci spiega Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes: “Pandemia e lockdown hanno reso quasi impossibile rintracciare una certa fattispecie di reato, ad esempio la violenza sessuale. Non è un caso che invece siano in crescita quei reati che più facilmente hanno trovato una relazione con l’isolamento e il distanziamento sociale, come i maltrattamenti in famiglia o reati sul web e detenzione di materiale pornografico. L’interpretazione del calo dunque non è positiva anche se in questi anni c’è stato un lavoro di sensibilizzazione e prevenzione”.
Lo scorso anno 2377 minori hanno subito violenze in famiglia che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine: 1.260 bambine e 1.117 bambini, il che significa +13% rispetto al 2019 e +137% nel decennio 2010-2020, un aumento “allarmante” si legge nella ricerca. “Se è evidente che da un lato ci sono una maggiore disponibilità a denunciare, a non nascondere quello che avviene in famiglia e una maggiore formazione delle forze dell’ordine, ad esempio nel raccogliere casi di violenza sessuale, dall’altra c’è un disagio che cresce e a cui dobbiamo prestare attenzione”, commenta Ferrara. Sempre nei dieci anni è balzato del 525% il numero delle vittime minorenni utilizzate per detenzione di materiale pornografico.
Sono invece in diminuzione nel 2020, proprio perché difficilmente rintracciabili durante il lockdown, i reati di violenza sessuale (-13%), atti sessuali con minorenne di anni 14 (-21%), abuso dei mezzi di correzione e disciplina (-36%), prostituzione minorile (-34%), casi di corruzione di minorenne (-16%). Marcata la differenza di genere: la maggioranza delle vittime minori in Italia – il 65% – sono infatti bambine e ragazze, un dato tra i più alti mai registrati nella serie storica raccolta in dieci anni da Terre des Hommes. Le percentuali più alte, pari all’89% e all’88%, riguardano i casi di violenza sessuale aggravata e violenza sessuale, subita l’anno scorso da 488 bambine e ragazze nel nostro Paese. Anche tra le mura domestiche, la maggior parte delle vittime di maltrattamento – il 53% – sono bambine e ragazze. A livello geografico, la Lombardia si conferma prima regione d’Italia per numero di minori vittime di reato (963 nel 2020), seguita da Emilia Romagna con 705 vittime, Sicilia (672), Lazio (464), Veneto (443), Toscana (392), Piemonte (364) e Campania (360). La componente di genere femminile è prevalente. Sempre la Lombardia ha il primato di minori vittime dei reati di maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali, rispettivamente con 367 e 108 vittime. Ad aver registrato il maggior numero di omicidi volontari sono invece Campania e Piemonte, ciascuna con 3 vittime.
Uno dei dati più rilevanti che emerge dalla ricerca è che “il Covid si è letteralmente mangiato i risultati raggiunti in questi 20 anni sulla parità di genere – sottolinea Ferrara – Prima della pandemia si stimava che sarebbero stati sufficienti 99 anni per colmare il gender gap, oggi questa cifra è salita a 135 anni: abbiamo perso 40 anni in neanche un biennio. In moltissimi paesi la condizione di bambini, ragazze e donne è quella più precaria, la crisi economica ha spazzato via posti di lavoro, quella pandemica ha allontanato dalla scuola bambine e ragazze, senza più dare la possibilità di rientrare”.
Per quanto riguarda l’Italia, l’appello alle istituzioni è sfruttare l’opportunità del piano nazionale di ripresa e resilienza. “La raccomandazione più importante per il nostro Paese sulla parità di genere è utilizzare le risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza. Il problema di questi piani, che identificano anche la questione di genere come tema centrale, è monitorare, valutare l’impatto delle misure e cambiare in corso d’opera di fronte ai risultati. Se questo lavoro non sarà fatto, il rischio grosso è che le risorse finiscano in attività prevalentemente maschili”, conclude il direttore generale di Terre des Hommes.
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