“Commentare una gara è correrla con le gambe di un altro”. E’ questo il “credo” umano e sportivo di Ilenia Lazzaro, padovana, classe 1980, ex atleta Élite oggi punto di riferimento del ciclismo femminile vissuto dall’altra parte della barricata, quella del commento tecnico. Un ruolo da sempre visto e considerato al maschile. Ma Ilenia Lazzaro non è solo una donna che il ciclismo lo ha vissuto e lo vive sulla propria pelle. É anche e soprattutto una donna competente. Chi mastica un po’ di polvere e asfalto, infatti, non può non aver ascoltato almeno una volta la sua voce in una delle tante telecronache sul ciclismo in onda su Eurosport.
Il sogno Olimpico di commentatrice tecnica a Tokyo 2020 (’21), però, è stato coronato dopo una gavetta cominciata più di dieci anni fa, quando Ilenia diventava la prima donna in Italia a commentare il ciclismo maschile, grazie alla presenza costante e appassionata sui campi gara e al supporto umano e professionale ricevuto dai suoi tre mentori: “il falco” Paolo Savoldelli (2 volte vincitore del Giro d’Italia), Gian Luca Giardini (volto molto apprezzato e conosciuto del ciclismo emiliano-romagnolo e nazionale) e Nicola Argesi (ex commentatore Rai e fondatore nel 1998 di Scratch TV, una trasmissione longeva e attualmente in onda che si occupa di ciclismo a 360 gradi, sul web e in TV).
Con particolare riferimento alla fresca medaglia di bronzo della Nazionale di ciclismo femminile alle Olimpiadi di Tokyo, Ilenia ha scritto una riflessione su stessa in un recente post pubblicato sul proprio profilo Facebook, che dà l’idea di quanta passione abbia per il ciclismo e il suo lavoro di commentatrice tecnica: “Quando commenti tutte le loro corse, a volte da sola per ore, vivi e senti un appuntamento così proprio come i loro amici e famigliari. Con attesa. Attesa di far vedere al mondo quanto è avvincente il ciclismo rosa. Sono come mie figlie. Tutte. Dalla prima all’ultima. Ragion per cui, chi non mi conosce può pensar male o travisare quando mi arrabbio o mi commuovo in diretta”.
Come si è evoluto il ciclismo femminile dal tuo punto di vista di ex atleta Élite, oggi telecronista sportiva?
Sicuramente c’è voluto molto tempo – dagli anni in cui io gareggiavo – per arrivare a questo livello di visibilità. Nonostante io abbia corso da Élite negli anni in cui è esploso il ciclismo femminile, soprattutto in Italia. Da allora è cambiato tutto. É arrivata la visibilità mediatica. É aumentato il livello qualitativo delle atlete. Sono cambiate le metodologie di allenamento. E dal punto di vista prettamente manageriale, il ciclismo femminile sta raggiungendo quello maschile. Una grande mano in termini di visibilità l’hanno data sia la UCI, aprendo al World Tour al femminile, sia gli stessi organizzatori delle grandi classiche che oggi propongono anche la versione per le donne.
Quando gareggiavo c’erano solo la Freccia Vallone, il Giro delle Fiandre e la Varazze-Sanremo, versione ridotta al femminile della Milano-Sanremo. Oggi, invece, moltissime gare hanno anche l’equivalente rosa. Negli ultimi due anni, poi, il boost lo ha dato la copertura televisiva. In questo senso discovery+ ha investito tantissimo nel ciclismo femminile. Da inizio stagione, per esempio, abbiamo coperto trenta giorni di gare, tantissime, quasi l’85% del panorama ciclistico femminile internazionale. Non solo World Tour, quindi, ma anche Pro Series, sia con le dirette che con la formula degli highlights della durata di un’ora.
Quando commento in Italia, per esempio, nello stesso momento il commento è trasmesso anche nei Paesi dove viene distribuita la piattaforma discovery+: Giappone, UK, Spagna, Germania, Benelux, ma anche Svizzera e Brasile, per citarne alcuni. E il commento in italiano può essere selezionato anche da utenti stranieri. Ciclismo a parte, discovery+ propone oltre 3000 ore live nei 17 giorni di Olimpiade e fino a 30 canali in contemporanea dedicati a tutte le 48 discipline e ai 339 eventi previsti. Da qui alla fine dell’anno, invece, ho ancora una ventina di giorni di gare di ciclismo femminile da commentare, alle quali si aggiungono quelle che solitamente commento: mtb, downhill, bmx, triathlon e ciclocross, uomini e donne.
Come vivi l’esperienza da telecronista “Olimpica” su discovery+ sapendo che questo ruolo è considerato ancora molto maschile?
Più di dieci anni fa ho avuto il privilegio di essere stata la prima commentatrice tecnica in Italia per il ciclismo. Prima di me non c’era nessuna donna che commentava gli uomini nelle principali discipline del ciclismo come la mountain bike, il ciclocross e il ciclismo su strada. Negli anni, anche grazie al supporto di Paolo Savoldelli, Gian Luca Giardini e Nicola Argesi, ho avuto modo di commentare tantissime gare e imparare tanto. Il gruppo Discovery mi ha scelta per commentare il ciclocross quasi tre anni fa, ma qui c’erano già tante donne che commentavano gli sport più diversi, e questo è un bel messaggio che sono orgogliosa di testimoniare. Così come sono orgogliosa di aver visto nascere sportivamente Wout Van Aert, Mathieu van der Poel e tanti altri atleti che in questo periodo stanno dominando il panorama internazionale. Inoltre, le attuali Olimpiadi in onda su discovery+ vedono la metà dei commenti tecnici affidati alle donne.
Un altro aspetto di cui vado fiera del mio lavoro è di essere stata anche la prima voce di tanti appuntamenti importanti, spesso da sola. E quando un’emittente ti riempie di una fiducia così grande è perché crede sia nelle potenzialità delle donne che nella multidisciplinarietà. Nel big team discovery+ impegnato per Tokyo, sia dall’Italia che dagli hub locali in Giappone, ci sono anche 16 atleti che hanno partecipato a 27 Giochi Olimpici vincendo 13 medaglie, di cui 4 d’oro: Rossano Galtarossa, Margherita Granbassi, Andrea Meneghin, Hugo Sconochini, Roberta Vinci, Francesco Panetta, Riccardo Magrini, Pino Maddaloni, Cristina Chiuso, Rachele Sangiuliano, Paolo Canè, Paolo Cozzi, Alberto Busnari, Ilaria Colombo. A commentare, oltre me, anche Valentina Marchei, star del pattinaggio, Giulia Cicchinè, giornalista sportiva, Zoran Filičić, commentatore discovery+ ai suoi settimi Giochi Olimpici.
Il mondo dello sport che commento, in Italia, è sempre stato al maschile. E posso dire di aver vissuto tutti i problemi che una donna può avere negli sport commentati da uomini, soprattutto quando quindici anni fa intervistavo i Professionisti. Non ho perso tempo a difendermi. Il tempo l’ho impiegato per prepararmi e andare avanti al di là di tutto. Olimpiadi a parte, la soddisfazione più grande l’ho vissuta due anni fa, commentando la prima gara post Covid. C’erano le Strade Bianche. Alla conferenza stampa con Wout Van Aert, vincitore in solitaria, eravamo quattro giornalisti autorizzati. Per l’Italia c’ero io. L’ufficio stampa della Jumbo-Visma richiese la mia presenza proprio per il mio percorso professionale e per il fatto che avevo commentato Van Aert fin dall’inizio della sua carriera.
Qual è il tuo parere sulla recente medaglia di bronzo di Elisa Longo Borghini nella prova in linea di ciclismo femminile? Abbiamo qualche altra speranza di medaglie?
Prima della gara ho sempre ribadito che partivamo con una possibilità di medaglia. Ne ero davvero convinta. Poi la corsa non si è messa molto bene per le nostre ragazze. Subito dopo la partenza c’è stato un gruppetto di atlete che è andato subito in fuga, tra cui la vincitrice e medaglia d’oro, l’austriaca Anna Kiesenhofer. Questa mossa ha spiazzato tutti. C’è voluto un po’ di tempo per riorganizzarsi mentalmente e capire il da farsi. Con una fuga fin da subito, infatti, risulta difficile controllare la corsa. Poi c’è stato anche il fattore caldo e l’attesa dell’Olanda (squadra faro) a far sì che la fuga sfuggisse di mano agli altri team che hanno perso dieci minuti sul gruppo.
La nostra squadra non è composta da totali sconosciute, ma da atlete con presenze importanti nelle gare World Tour, dunque, ho sperato fino alla fine in un ribaltamento della situazione, arrivato nel finale con una prova di forza e carattere di Elisa Longo Borghini. Che ha bissato il bronzo di Rio portando la terza medaglia azzurra a Tokyo. Elisa ha capito che in gruppo forse avrebbe perso e così ha anticipato la mossa riuscendo a conquistare una medaglia. Ennesima dimostrazione della sua solidità atletica. Non una sorpresa per me, ma una garanzia per la Nazionale. Abbiamo un gruppo di atlete e donne forti. Anche se è andata non come speravamo, siamo l’Italia. E sono convinta che dimostreremo presto di essere una delle squadre più forti.
La prossima prova di ciclismo è prevista per domani, mercoledì 28 luglio, alle 7:00 ora italiana. Ci saranno 26 atlete al via. Elisa Longo Borghini può giocarsi una medaglia anche qui, specie se avrà recuperato bene lo sforzo. Nelle gambe ha la possibilità di essere tra le big. E poi ricordiamoci che dal 2 all’8 agosto cominceranno le gare in pista, con un team italiano composto da atlete dell’età media di 22 anni che il mondo ci invidia.
Quali sono i prossimi appuntamenti che commenterai per discovery+?
Il mio impegno Olimpico in cabina di commento prevede ancora una serie di appuntamenti: la prova femminile di triathlon, il triathlon mix relay (staffetta), la prova a cronometro e la bmx racing in compagnia Riccardo Roversi, con il quale commenteremo quarti, semifinale e finali. Finite le Olimpiadi, il calendario di discovery+ è ancora molto ricco. Ci saranno, infatti, tutte le gare di World Tour di ciclismo su strada, i Campionati del Mondo ed Europei di mountain bike ed altri appuntamenti da definire prossimamente.
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