Camp estivi con le campionesse: dal volley di Ilaria Galbusera al basket di Giorgia Sottana

whatsapp-image-2021-07-16-at-09-17-11

Dopo un anno senza sport o quasi, l’estate per i bambini e i ragazzi è l’occasione per recuperare il rapporto con allenamenti, partite, squadra e divertimento. Le proposte di camp sportivi in tutta Italia si sono moltiplicate: dall’arrampicata al calcio, dall’equitazione al basket, dal surf alla pallavolo. A fare la differenza sono gli istruttori e alcuni sono davvero eccezionali. Come nel caso di Ilaria Galbusera, campionessa europea con la Nazionale di Volley sorde, e Giorgia Sottana, cestista di Serie A con Famila Basket Schio dopo aver giocato in Francia e in Turchia.

Alla loro sesta edizione i Champions Camp, un progetto nato nel 2011  da Manuela Sironi grazie al supporto di Ogni sport oltre  e Fondazione Vodafone Italia, hanno come primo obiettivo fare dello sport un’occasione di inclusione: “Il nostro impegno verso la comunità è di trasmettere ai ragazzi valori quali il rispetto anche verso ciò che è diverso, il diritto di divertirsi e giocare, l’integrazione e il fare gruppo. I Centri Estivi sono lo strumento principale con cui perseguiamo l’obiettivo di far crescere fisicamente e mentalmente i ragazzi, incoraggiando le relazioni con gli altri, in un contesto sano e non agonistico” dichiara Galbusera nel presentare il camp sul sito.

whatsapp-image-2021-07-22-at-11-12-40La campionessa europea, raggiunta da Alley Oop durante il camp, racconta l’esperienza di quest’anno: “Io e Manuela amiamo da sempre lo sport, per noi è vita. Lo sport unisce, fa incontrare tra loro le persone nel pieno senso del rispetto. E’ fondamentale per la crescita di ogni bambino, è in grado di non marcare le differenze, anzi è un mezzo in grado di fornire una piena integrazione e inclusione. Se il tutto è inserito anche in un’ottica di piena accessibilità, per i bambini e ragazzi sordi, si può dire di avere vinto”.

Dopo la prima settimana in montagna, dove i bambini si sono dilettati con arrampicata, mountain bike, tiro con l’arco, volley, basket, calcio, piscina ed escursioni, ora fino al 24 luglio sono previsti i  tre turni al mare dove beach tennis, beach volley, canoa, beach rugby, basket, hockey la faranno da padrone.

“I bambini hanno una grande capacità di adattamento e di fare amicizia, in un camp dove la diversità non esiste, dove non c’è la differenza tra sordo e udente e ci sono anche i coda che sono i figli di genitori sordi. I ragazzi acquisiscono la capacità di fare amicizia, di giocare senza guardare le differenze. Bisognerebbe imparare a guardare con gli occhi dei bambini. I bambini sordi possono potenzialmente acquisire maggiore autostima, una maggiore capacità di superare le proprie difficoltà, di superare le sfide nonostante la sordità” spiega Galbusera, aggiungendo: “Per quanto riguarda invece i bambini udenti, si rendono  conto che al mondo ci sono le diversità, uscendo dal camp con occhi nuovi, con un’esperienza nuova che sicuramente li ha arricchiti. Queste settimane è stato bellissimo vedere come i bambini udenti cercassero di rapportarsi con i bambini sordi, chiedevano spesso allo staff di aiutarli con il linguaggio dei segni per loro nuovo, la curiosità era veramente tantissima’. Ilaria Galbusera ama regalare parte della sua estate a questo progetto, perché rappresenta quell’esperienza che le è mancata da bambina: “Da piccola mi è mancata questa  opportunità di vivere l’integrazione tra bimbi sordi e udenti,  è bello dedicare l’estate a loro: sono esperienze che mi danno tantissime soddisfazioni”.

img_2038Giorgia Sottana, invece, guardia nel Famila Basket Schio ed ex capitana della nazionale femminile,  è l’ideatrice dei Playground Basketball Camp. Nella cornice di  Lido delle Nazioni si sono svolte due settimane di camp dedicate la prima a bambini e bambine dal 2015 al 2008 e la seconda di alta specializzazione per le ragazze nate tra il 2003 e il 2008.

Stando insieme i ragazzi sviluppano competenze importanti come racconta la campionessa ad Alley Oop: “I ragazzi sviluppano la capacità di stare insieme, che non è scontato e la capacità di stare in un ambiente che sia diverso da quello familiare, con regole, amici e persone diverse: incontrano persone nuove e devono abituarsi a stare insieme 24 ore su 24. Noi abbiamo richiesto per esempio che non venissero dati i cellullari, questo ha aiutato a creare dei legami che speriamo si portino nel futuro al di là della settimana di camp. Sono sempre molto sorpresa dalla capacità di adattamento dei ragazzi, che dopo il primo giorno di distacco dalla famiglia, fanno in fretta a trovarsi degli amici e a superare la nostalgia”.

p1120715

Lo staff è altamente specializzato, solo istruttori di minibasket regionali e nazionali con grande esperienza e allenatori nazionali FIP per i settori giovanili. Se i camp di alta specializzazione saranno a base di piadina e basket, quelli indirizzati ai più piccoli sono stati multisport e hanno visto i piccoli cimentarsi nelle più svariate attività sportive dal tiro con l’arco e la canoa, all’orienteering e  alla mountain bike nella natura.

img_8515“Il Play Ground Basketball Camp nasce innanzitutto da un’amicizia, quella mia con Giulia Pegoraro, che ci lega fin da quando eravamo bimbe grazie alla pallacanestro. Il nostro intento è quello di riuscire a trasmettere ai bimbi e bimbe, e le ragazze più grandi, i valori che questo sport ci ha insegnato: la passione, l’amore, la lealtà, il rispetto e la voglia di condividere, stando a contatto con atlete/atleti professionisti o ex atleti, e allenatori che incarnano questi valori. Perché venire? Il posto è bello, si gioca a basket e si fa amicizia”.

I bambini e i ragazzi in occasione dei camp tirano fuori capacità straordinarie: “Quello che mi sorprende tanto dei ragazzi è la loro capacità di adattamento. Il primo giorno è difficile perché si separano dalla famiglia e per alcuni è la prima volta. Ma l’adattamento avviene in pochissimo tempo e non pensano più alla famiglia perché si diver5tono. E poi hanno una gran capacità di legarsi, ce si perde con gli anni perché noi adulti selezioniamo di più le persone con cui vogliamo stare“.

I camp per la campionessa di basket sono un modo per rendere allo sport, tutto quello che le ha regalato: “A me il basket ha dato tantissimo come persona, giocatrice, donna e relazioni. Il nostro intento iniziale è stato quello di trasmettere la passione per questo sport ai ragazzi e rendere al basket quello che ci ha regalato in questi anni. Il lavoro con i ragazzi sembrava la strategia migliore, dato che loro sono il futuro”.

La partecipazione ai camp di Ilaria Galbusera e di Giorgia Sottana non è solo un’esperienza sportiva ma anche un tuffo nel mare di valori che insegna lo sport.

Questo slideshow richiede JavaScript.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.