Calcio, da calciatrice ad allenatrice l’impegno di Maria Maltagliati

donnycocacola-3pxa1o1zoi-unsplash

Durante una visita agonistica a sedici anni a Maria Maltagliati fu riscontrato un problema cardiaco, che la costrinse ad appendere le scarpette con i tacchetti al chiodo. In un podcast racconta: ‘Arrivata a casa mi siedo sul letto e fisso la borsa da calcio da cui spunta la palla verde e gialla del Brasile con cui mi alleno…una lacrima rimbalza proprio su di lei’.

All’inizio Maria giocava con i maschi all’oratorio, finché non ha finalmente trovato una squadra di calcio, il Milan Ladies. Poi la “famosa” visita medica che segnò lo stop obbligato al suo sogno. Un vero colpo, perché il calcio rappresentava per lei più che una passione. Concluso il liceo classico, al momento di scegliere gli studi universitari, decise di non far sbiadire completamente quel sogno, cercando di fare del calcio un lavoro. LA scelta del master on line della Business School del Sole 24 Ore in sport e digital communication e la collaborare con organizzazioni di tornei calcistici. Maria ora ha 24 anni, vive a Milano e si sta formando presso la facoltà di psicologia.

Il risultato di tutto questo è il lavoro con Ourwaysports, una società che si prefigge l’obiettivo di promuovere attività sportive in tutte le loro forme, attraverso una community formata da professionisti e appassionati. Tra questi appassionati c’è proprio Maria Maltagliati che è la responsabile del progetto WSA Women Sport Academy, il gruppo tutto al femminile di Ourway. Nasce come academy sportivo-educativa con una speciale attenzione al mind training. “Tornei, partite amichevoli, campus estivi, e naturalmente le academy sono le principali attività promosse. L’influenza è americana ma l’obiettivo è quello di diffondere in Italia il primo progetto che accompagna le calciatrici di tutte le età, unendo le attività sportive a quelle didattiche” spiega Maria.

WSA sta ora organizzando tornei, tra cui alcuni triangolari di calcio presso il centro sportivo multifunzionale di Bisceglie M6, proprio per diffondere il calcio fra le ragazze. Attraverso le partite, aperte a tutte, vuole sensibilizzare partecipanti e spettatori sul tema calcio ed empowerment femminile, abbattere stereotipi a partire dalla ‘paura dei polpacci grandi’ che sono solo il risultato degli allenamento. Uno dei principali obiettivi di Maria è unire la sua passione per lo sport con le competenze in psicologia, per supportare meglio le ragazze nella loro carriera sportiva. Un contributo fondamentale al suo operato è arrivato dalla onlus di Pavia Bluerose Donna, con cui ha scritto un progetto per il Coni che darà vita da settembre a una scuola di calcio per le bambine dai 6 anni ai 13 anni.

Il progetto della scuola prevede un’ora di allenamento un paio di volte alla settimana, con la parte fondamentale del mental coach che è il tratto distintivo del suo progetto rispetto alle altre scuole calcio. A contorno degli allenamenti saranno organizzati incontri con calciatrici e ci sarà uno psicologo dello sport, che monitorerà gli allenamenti e cercherà di captare ogni segno di eventuale disagio delle atlete accompagnando le ragazze verso una maggiore consapevolezza del proprio corpo.

Maria racconta ad Alleyoop che ci sono “studi e ricerche che hanno qualificato il calcio come sport di squadra che per eccellenza imprime fiducia, coraggio e sicurezza di sé nelle donne. Unendo a questo sport la psicologia e un lato sociale ed educativo si va a completare quello che è un ideale di ambiti necessari per la crescita di una bambina, i cambiamenti di una adolescente e la formazione di una donna.

Il binomio sport e psicologia ha l’obiettivo finale di migliorare e supportare qualsiasi relazione interpersonale che coinvolge le donne per riuscire con successo anche in altri ambiti e rivalutare l’importanza dello sport in generale nella formazione dell’individuo donna. Altro importante obiettivo è quello di sensibilizzare le famiglie a conoscere le figlie anche in ambito sportivo scoprendo nuovi lati.. Il calcio mi ha aiutato molto, sia nello scontro fisico, sia per il gioco in campo, rispetto ad alcune coetanee mi sento più sicura di me, il calcio mi ha dato tanta fiducia in me stessa“.

Maria Maltagliati ha dato una nuova forma ai suoi sogni: vuole che le bambine sperimentino gli effetti stupefacenti del gioco del calcio nella loro vita. E se ne fa testimone: “immagina – racconta ad Alleyoop – una bambina che sul campetto di ghiaia ha dovuto fare la fatica di farsi rispettare dai maschi, ha goduto delle vittorie raggiunte, ha lottato per migliorarsi, ha avuto finalmente l’appoggio di una madre sempre contraria e ora, dopo tutte queste prove, si rende conto di come il calcio l’abbia resa una donna più sicura di sé stessa”.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.