Famosa è la frase “non esistono condizioni meteo impossibili ma solo atleti poco motivati”, attribuita allo statunitense William Jay Bowerman, allenatore di atletica leggera, imprenditore e co-fondatore del brand mondiale Nike. Più conosciuta è invece la rivisitazione fatta da Aldo Rock, sparring partner del direttore artistico di Radio Deejay Linus nel venerdì di Deejay Chiama Italia: “Non esistono condizioni sfavorevoli ma solo uomini arrendevoli.”
Non esiste runner, infatti, che non abbia ascoltato, letto o pronunciato questa frase motivazionale. Prima di un allenamento sotto la pioggia, la neve o durante una maratona, quando la piacevole fatica, unita alle endorfine prodotte dal cervello e immesse in circolo, si trasforma in debolezza che abbandona il corpo per lasciare spazio ad uno stato di benessere che gli psicologi definiscono flow.
Simone Perona, primo atleta italiano a correre un’ultramaratona
Se 42,195 chilometri di corsa rappresentano la gara regina delle Olimpiadi, l’ultramaratona (tecnicamente qualsiasi distanza che superi quella della maratona), è il simbolo di un viaggio dentro se stessi che mette a dura prova non solo le capacità fisiche ma anche la forza di volontà e l’impegno a superare i propri limiti. Non sono i maratoneti a fare le maratone – recita un proverbio – sono le maratone a fare i maratoneti.
Questo è ancor più vero per Simone Perona, primo atleta italiano con disabilità intellettiva, e primo al mondo tra gli atleti del programma Special Olympics, ad aver portato a termine un’ultramaratona di 24 ore raggiungendo la soglia dei 120 chilometri e classificandosi 63° assoluto su 285 partecipanti. Risultato reso ancora più straordinario se si pensa che Simone, all’arrivo, è giunto col sorriso, per poi lasciarsi andare ad un pianto liberatorio che ha commosso tutti: “Ce l’ho fatta davvero! Non è un sogno!” continuava a ripetere Simone al traguardo tra applausi scroscianti, per un risultato che scrive la storia della corsa per atleti con disabilità intellettiva.
Già nel 2019, infatti, Simone Perona era riuscito terminare con successo una 6 ore, diventando di fatto il primo atleta Special Olympics al mondo a completare questo tipo di gara. La 2a edizione dell’ultramaratona di Biella, la BiUltra 6.24, si è svolta sabato 27 nella formula “24 ore” e domenica 28 marzo in quella da “6 ore”, grazie al lavoro di uno staff trasversale e all’impegno in sinergia tra A.S.A.D. Biella (Associazione Sportiva Atleti Disabili) e il Team Piemonte di Special Olympics Italia, l’Associazione che promuove programmi sportivi a livello internazionale dedicati agli atleti con disabilità intellettiva.
Dopo la dolorosa rinuncia del 2020, la macchina organizzativa è ripartita con grande entusiasmo, pur consapevoli delle limitazioni imposte dalle regole anti covid. La parola d’ordine è stata “efficienza”, per un evento che aveva come obiettivo primario quello di creare un appuntamento sportivo di alto livello. Il percorso, infatti, era quello certificato dalla Fidal alla vigilia della 1ª edizione (un quadrilatero di 1000 metri che per due giorni è stato la casa di tanti ultramaratoneti provenienti da tutta Italia). Fidal che ha confermato, tra l’altro, la validità dell’evento come Campionato Italiano Assoluto e Master sulle 24 ore, inserendo le due distanze nel prestigioso Gran Prix Iuta 2021, circuito dell’Associazione Italiana Ultramaratona.
La storia della (rin)corsa di Simone Perona comincia da lontano
Quando Simone Perona ha iniziato a correre nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato così lontano. Le sue conquiste sportive sono disruptive e abbattono stereotipi e pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità intellettive, favorendo una trasformazione culturale necessaria affinché a tutti venga data la giusta opportunità di mettersi in gioco per crescere e migliorarsi, con fiducia, nello sport così come nella vita.
Dai 5.000 e 10.000 metri Simone è passato ben presto alla mezza maratona, stabilendo il personal best di 1h e 53′. In un crescendo di emozioni e traguardi, l’atleta biellese è arrivato a conquistare anche una medaglia d’Argento ai Giochi Mondiali Special Olympics di Los Angeles, nel 2015: “Ho vissuto un’esperienza umana indimenticabile. Alla partenza credevo di non farcela ma all’arrivo mi sono commosso, sentendomi fiero ed orgoglioso di me stesso”.
La preparazione di Simone all’ultramaratona e la strategia di gara
La corsa è diventata per Simone una vera sfida che lo ha portato a diventare ogni giorno la versione migliore di se e a superare le proprie paure. La sua voglia di mettersi in gioco è stata un esempio che dimostra come nessun obiettivo possa essere considerato irraggiungibile senza averci prima provato. E grazie soprattutto alla sua forza di volontà e passione, e insieme al prezioso aiuto del coach Charlie Cremonte, Simone ha affrontato la preparazione all’ultramaratona da vero professionista, senza lasciare nulla al caso. Gli allenamenti si sono intensificati negli anni e la maratona è diventata il suo ambiente naturale con cui ha conquistato una maggiore fiducia ed autonomia che gli ha permesso di spingersi sempre oltre, ponendosi ogni volta nuovi obiettivi.
La preparazione di Simone all’ultramaratona di Biella è cominciata 2 anni fa: ogni mattina ha percorso 4 km con la sua bicicletta per andare ad allenarsi al Parco della Burcina di Biella, 6 giorni a settimana per 5 ore al giorno, con l’obiettivo di presentarsi al meglio della condizione all’appuntamento agonistico più importante della sua vita, con una “spilla sul petto” in più, quella di correre con il pettorale 2025, anno in cui l’Italia, dopo aver ufficialmente presentato la candidatura a livello internazionale, auspica di ospitare a Torino i Giochi Mondiali Invernali targati Special Olympics, che in Italia ha come presidente Angelo Moratti. Il risultato finale ottenuto da Simone è un esempio per tutti gli atleti con disabilità e per tutto il mondo sportivo, anch’esso purtroppo colpito dalla pandemia: è notizia di pochi giorni fa, infatti, che i tanto attesi Giochi Nazionali Estivi in programma a Torino sono stati posticipati al 2022, con la certezza che saranno i più belli ma soprattutto i più attesi di sempre.
Emozionato anche coach Cremonte che ha spiegato la strategia di gara adottata per permettere a Simone di raggiungere questo incredibile risultato: “Abbiamo previsto 3 macro pause da 45 minuti l’una con un piatto di pasta, frutta secca e carboidrati a lento rilascio, insieme ad un’integrazione di liquidi mirata e al massaggio del fisioterapista. Poi abbiamo fatto 8 micro pause da 2-3 minuti ciascuna dove abbiamo alternato te caldo e caffè a qualche biscotto, perché durante la notte avevamo la possibilità di usufruire del ristoro continuo. L’obiettivo che ci eravamo dati era di correre qualcosa intorno ai 90 km, ma la grande forza di Simone ci ha letteralmente sorpresi regalandoci 30 km in più, quasi un’altra maratona.”
E allora eccolo il flow che porta Simone Perona a superarsi in quella che rimarrà non solo un’impresa indelebile ma anche una vittoria di tante famiglie e atleti che sognano una vita fatta di fiducia, opportunità ed inclusione:
“Quando corro provo grandi emozioni, serenità e gioia: per me correre significa stare bene con me stesso. Essere riuscito a completare l’Ultramaratona di Biella, a casa mia per altro, mi rende felicissimo. Voglio dedicare questo traguardo a tutti gli atleti Special Olympics che ogni giorno dimostrano di poter essere protagonisti di grandi imprese, ai miei genitori e a Charlie, il mio tecnico, perché hanno sempre creduto in me.”