G20, al tavolo Empower l’asse pubblico-privato per la leadership femminile

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Invertire la rotta, anche nel settore privato. Promuovere la leadership femminile nelle imprese, puntando su attività di formazione continua per l’acquisizione di competenze tecnologiche, di digitalizzazione, intelligenza artificiale e alfabetizzazione finanziaria, pre-condizione fondamentale per l’autonomia delle donne. Sono queste le coordinate che hanno definito la direzione dei lavori al tavolo G20 Empower, l’alleanza del settore privato dei Paesi del G20 avviata a dicembre e affidata dalla ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti a Paola Mascaro, presidente dell’associazione Valore D che da oltre 11 anni promuove l’equilibrio di genere nelle organizzazioni e affianca le aziende associate fornendo know-how e strumenti efficaci per un mondo professionale senza discriminazioni.

“Desidero rinnovare i miei ringraziamenti alla ministra Bonetti, per l’incarico che mi è stato affidato e che svolgerò con grande impegno”, afferma Mascaro ad Alley Oop. “Il gruppo G20 Empower ci pone davanti ad una grande opportunità, distintiva verso altri gruppi di lavoro G20: fare leva sulle migliori pratiche nel settore privato per progettare e mettere in atto, attraverso un approccio pragmatico e bottom up, politiche in grado di sviluppare ecosistemi aziendali e organizzativi volti a promuovere l’empowerment femminile”.

“Le donne sono un solo popolo sparso ovunque nel mondo” scriveva Shirin ʿEbādi, Nobel per la pace nel 2003.  A distanza di qualche tempo le cose non sono cambiate e la parità di genere, come dimostra G20 Empower, è un obiettivo che trova particolare slancio e forza nel lavoro di milioni di donne in tutto il mondo. “Bisogna essere tenaci, guardare sempre avanti. È fondamentale non rimanere isolate, cercare la condivisione con altre donne, non stare in silenzio”: le parole di Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat e pioniera degli studi e delle statistiche di genere, descrivono bene la mission di Women20 (W20), l’engagement group del G20 a guida italiana di cui è chair e che include nel suo intento – definire un’agenda comune per l’emancipazione sociale ed economica femminile nel mondo –  il lavoro specifico di G20 Empower sullo sviluppo di politiche globali a sostegno della leadership femminile nel settore privato.

Lanciata nel 2019 in occasione della presidenza giapponese del G20 e avviata dalla presidenza Saudita, G20 Empower – “Empowerment and progression of women’s economic representation” – è un modello ibrido rispetto ad altre iniziative G20 focalizzate sulle donne: composto sia da rappresentanti del settore privato che da esponenti governativi, il suo mandato specifico è la progressione femminile a livello globale nelle posizioni di leadership nel settore privato, un bacino da cui attingere per l’identificazione e l’adozione di soluzioni e policy alla luce delle migliori pratiche già in essere in alcuni Paesi. Per la prima volta l’Italia assume la presidenza del G20 e, con l’arrivo del 2021, entra nel vivo. “L’empowerment femminile e la parità di genere saranno al centro della presidenza italiana del G20”, ha affermato la ministra Bonetti e, sulle sfide da affrontare, nessun dubbio: “Liberare il potenziale ancora di fatto inespresso delle donne e dalle donne far ripartire anche il mondo del lavoro”.

Dalle donne, non solo “per le donne”: l’empowerment femminile non è un tema che riguarda semplicemente una minoranza ristretta a cui rivolgere politiche dedicate, ma una leva strategica da cui trae movimento la ripartenza. A beneficio di tutti e tutte. La ricerca condotta da Ilo (International labour office) nel 2019 su oltre 13.000 aziende in 70 paesi, mostra che il gap da colmare è ancora ampio: solo il 29% delle posizioni di senior management a livello globale è occupata da donne e la percentuale di donne in posizioni dirigenziali è aumentata solo dell’8% negli ultimi otto anni.

Per cambiare la rotta, serve invertirla. A questo puntano le attività chiave del G20 Empower, precise negli obiettivi: lo sviluppo di politiche a livello globale che promuovano la leadership femminile nel settore privato devono accompagnarsi ad attività di formazione specifica che puntino ad acquisire e migliorare competenze tecnologiche, digitali e finanziarie. Non semplicemente ambizioni, ma traguardi misurabili: per verificare e misurare l’avanzamento delle imprese rispetto agli impegni presi sull’empowerment della leadership femminile, il tavolo sta lavorando all’identificazione di Kpi e indicatori specifici in grado di tenerne traccia.

Quello del G20 che si ritroverà a Roma il 30 e 31 ottobre 2021 sarà, inevitabilmente, un mondo diverso. Le conseguenze decisive della pandemia, insieme ai cambiamenti climatici e all’aumento degli indici di povertà, determinano una consapevolezza importante: non si può prescindere da soluzioni comuni perché la sfida è globale e, come ha ribadito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del suo discorso di fine anno, “il G20 che l’Italia presiede per la prima volta è un’occasione preziosa per affrontare le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del nostro paese”. In quest’ottica, l’empowerment femminile è un punto di ripartenza fondamentale.

Considerando quelli che saranno gli obiettivi del prossimo G20 (People, Planet, Prosperity), rimettere in discussione i modelli e le ideologie predominanti significa dare spazio alla leadership femminile come parte attiva e risolutiva per le sorti future del mondo. In sostanza, dare spazio a quello che, nel pieno nell’emergenza sanitaria, non ha avuto spazio. “La pandemia ha messo in evidenza la mancanza di leadership femminile nella gestione dell’emergenza”, sottolinea Mascaro. “Le donne, prevalentemente impiegate in settori lavorativi più esposti alla crisi economica (turismo, ristorazione, commercio e in generale i servizi) hanno pagato il prezzo il più alto. Ora più che mai, l’empowerment femminile è un tema centrale per la ripartenza”.

Al termine delle consultazioni, Women20 redigerà insieme ai gruppi di interesse il communiqué, il documento finale da consegnare ai rappresentanti del governo italiano: oltre 100 associazioni sono state chiamate a contribuire e, sino al termine dei lavori previsto il 15 gennaio, sarà possibile inviare contributi e proposte qui. “La comunità internazionale” – dichiara Elvira Marasco, capo delegazione W20 –  sarà chiamata, in questo particolare momento, a mostrare coraggio e ambizione per vincere le sfide imposte dall’attuale situazione di crisi, ripartendo proprio dalla quella metà della popolazione mondiale ancora vittima di diseguaglianze e discriminazioni: le donne”.

  • VALLI ZILLIO |

    sono una commercialista di venezia , vice presidente del mio ordine e presidente del comitato pari opportunita’, mi farebbe piacere poter partecipare a questo evento in rappresentanza dell’italia e comunque patecipe delle sfide che ogni giorno coinvolgono le donne.

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