Depot Boijmans: a Rotterdam un deposito d’arte diventa museo

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Ph by Aad Hoogendoorn

Prendi una domenica pomeriggio di fine settembre e tre bambini a lamentarsi per tutto il tragitto verso la nostra destinazione, il Depot. E poi, girato l’angolo: lo stuporeA Rotterdam è come se fosse atterrata un’astronave, una mezza sfera imponente tutta vetri e metallo, sormontata da un giardino di betulle (vere, grandi, alte).

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Ph by Aad Hoogendoorn

Entro il prossimo anno aprirà il Depot – Boijmans van Beuningen, ovvero il primo deposito di un museo al mondo che sarà aperto al pubblico. Dal 2021 si potranno apprezzare i pezzi della collezione quando non sono esposti nella loro sede principale, seguire i restauri delle opere e curiosare le mostre temporanee ad hoc. Il tutto mentre nelle retrovie, non poi così nascoste, brulicherà l’attività legata alle esposizioni ufficiali nelle sale dello storico museo, a pochi metri di distanza.

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Ph by Aad Hoogendoorn

Silver Opening, l’hanno chiamata: tre giorni di apertura, a numero chiuso, del cantiere del Depot per mostrare ai curiosi, muniti di elmetto fornito all’ingresso, l’avanzamento dei lavori iniziati nel 2017. E farlo in modo sicuro, seppure con la polvere, i pannelli di compensato e gli attrezzi degli operai in giro e in un momento delicatissimo per i Paesi Bassi e per Rotterdam in particolare causa Covid. Pur senza l’obbligo di mascherine (comunque consigliate), con stikers sul pavimento per ricordare di tenere le distanze e grande attenzione nel non creare gruppi troppo grossi nelle sale, la visita dimostra ancora una volta, se servisse, come sia possibile accettare e rispettare nuove modalità di partecipazione a eventi sociali.

L’idea e la realizzazione di questo “magazzino” mi hanno fatto riflettere sia sulle diverse modalità di fruizione della cultura sia sulla sensazione di un’evoluzione in corso. Rotterdam continua a incarnare il suo slogan: Make it Happen. E continua a crescere, come i lavori del progetto firmato dallo studio MVRDV che sembra quasi essere immune alla situazione estera. Procede verso l’obbiettivo finale, su cui è stata costruita una grande aspettativa negli anni, di dare casa alle 151mila opere del Boijmans, raccolte lungo i suoi 170 anni di storia.

Non voglio entrare nei discorsi più sociali di una metropoli in cui ancora, per esempio, persistono sacche di segregazione e dove rimangono disparità tra centro e periferie. Ma voglio leggere nella costruzione del Depot e nella sua forma, una tendenza che potrebbe essere espansa a tanti altri ambiti. Non solo da queste parti del fiume Maas.

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Ph by Aad Hoogendoorn

La superficie è riflettente, il suo interno è visitabile: un passo verso la diffusione della cultura anche attraverso le collezioni conservate in un deposito che è un monumento moderno, elemento artistico di per séUna struttura in divenire che anche tre bambini sotto gli 8 anni riescono a trovare divertente nelle fasi intermedie della sua costruzione e permetterà di scoprire la storia dell’arte, dal medioevo ai giorni nostri, in un modo non convenzionale. Il distanziamento sociale, dopotutto, ha enfatizzato la necessità di un apprendimento alternativo e supplementare oltre ai libri di scuola e alle lezioni.

Sarà possibile che l’inusuale concetto alla base del Depot offra allora davvero la possibilità di costruire o rafforzare alcune skills (dall’intelligenza emotiva al pensiero critico) oggi ritenute fondamentali per il futuro?

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