Anno nuovo? 5 lezioni da portarsi dietro nel 2020

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Rispondevo agli auguri arrivati per Natale con pensieri per il nuovo anno e mi chiedevo quale fosse l’augurio più bello … allora, il più bello … Trovato! Mi esce ad alta voce e con una certa soddisfazione un “E che sia un anno sereno”. Non lo avessi mai detto! Le mie figlie prima ridono e poi in coro cominciano, sereno sa di “super vecchio”, tipo naftalina o qualcosa ripulito dalla muffa, di poco eccitante, di noioso. Che se fosse un colore sarebbe grigio, un profumo, muschio o bosco dopo la pioggia, e una forma, una cosa piatta, che non si nota …

Non sono proprio d’accordo!

Penso che la serenità sia praticamente perfetta. Colore: verde meraviglia. Profumo: quello delle candele più buone, quelle che illuminano e profumano stanze intere e restano sulla pelle, sui vestiti, nelle case. Forma: rotonda come una bellissima palla. Una palla che dentro racchiude tutto quello che si può desiderare dal più profondo dell’anima. Una palla preziosa che porta armonia e non lascia spazio ad alcuno spigolo.

Non so quanta serenità abbiate o portiate. Non so quanto la cerchiate. Ma io non smetto mai di cercarla. Non smetto mai di lavorare alla mia. Un vero lavoro. E così ho pensato che con l’augurio più bello avrei anche potuto provare a condividere le lezioni che con grande fatica ho imparato nel 2019 e che porto come preziosi segreti (ancora in dura fase di lavorazione) nel 2020 e per sempre nel cuore.

La prima. Non giudicare. Provare a non giudicare, ma osservare, contemplare in silenzio l’altro o una situazione. Usare l’empatia. Sentire. Esercitarsi di continuo. Abbassare il giudizio vuol dire avvicinarsi, accogliere, comprendere. Non disperdere energie. Non giudicare fa molto bene a noi. Spesso si parte da punti diversi, da esperienze diverse. Spesso non pensiamo che ognuno fa le cose con quello che ha.

La seconda. Il tempo può essere il tuo più prezioso alleato. Lasciare scorrere il tempo come un gomitolo di lana e non misurarne l’inizio e la fine. Il tempo che ci diamo per le cose spesso non è il tempo che serve alle cose. Quello è il nostro tempo, ma solo il nostro. Quello che misuriamo come lunga attesa o che ci costa pazienza se lo misuriamo con altre unità ci permette di trovare un punto di vista diverso e così possiamo scoprire che il tempo ha srotolato per noi matasse aggrovigliate, tessuto maglie raffinate, creato opportunità che con i nostri tempi non sarebbero arrivate.

La terza. Congruenza. Essere sempre sincera con te stessa. Osservare. Capire. Non mentirti per bisogni o pigrizia o mancanza di coraggio. Non permettere alle cose che ti fanno male o che non sono buone per te di rimanere così. Esprimersi. Trovare un canale di comunicazione. Questa è proprio difficile, è una coerenza profonda. Vera. Qualcosa che ti permette di svegliati al mattino e stare bene. Bene con te e con gli altri.

La quarta. Guarda l’intenzione. Qualsiasi cosa non basta sia fatta. O meglio può bastare, ma ogni cosa viene fatta con un’intenzione. Ecco è questa quella che conta. Il vero perché. Non basta leggere il gesto o farlo. L’intenzione – che se ci pensiamo si sente, sappiamo quasi sempre il perché facciamo una cosa o ci viene detta o offerta – è una chiave di lettura pulita, importante per capire le reazioni vostre e degli altri. Un non detto che resta. Pesante nell’aria.

La quinta e ultima: abbi cura di ogni cosa. Tutto conta per stare bene. Ogni cosa attorno a noi merita cura. E la cura anche delle più piccole cose può regalare la serenità. Su questo ci sto ancora studiando. In questi giorni sto leggendo tutto quanto ho trovato sull’hygge e i danesi che hanno un loro modo di avere cura.

Questo solo per augurarvi il più sereno degli anni e per ricordare a me che un pochino di differenza la possiamo fare noi.

Sereno 2020!

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