Tre cose da fare quando un collaboratore di talento diventa troppo emotivo

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Spesso le persone di talento in azienda sono anche le più “fumantine”. Una persona che ha punti di vista originali, è sensibile ai dettagli, è creativa… è inevitabilmente anche “emotivamente bisognosa”. Difficile infatti che sia fredda e razionale: la creatività, affermano studi in ambito neuroscientifico, proviene spesso proprio dalle insicurezze; e altri talenti, come la capacità di comprendere gli altri e il pensiero laterale, derivano da condizioni di sensibilità che non è facile controllare.

Per questo a volte anche il talent management può far paura: far emergere i talenti nascosti delle persone può portare alla luce numerosi fattori di stress che poi vanno “gestiti”. Ne parla un recente articolo dell’Harvard Business Review, che, come spesso fa, dà anche una ricetta per risolvere il problema. E’ sempre interessante confrontare le check list teoriche con un episodio reale: in questo caso ne userò uno che ho vissuto di recente con un mio talentuoso direttore di funzione.
Ecco quindi le “tre cose da fare per gestire un collaboratore emotivamente bisognoso”, ed ecco come mi sono trovata a farlo io nella realtà.

concept-fashion-female-19874641) Verifica quanto sia consapevole di essere in uno stato di bisogno emotivo – e qui aggiungerei che gli stati di bisogno emotivo possono riguardarci tutti ed essere temporanei, dovuti a sbalzi ormonali o ad altre condizioni di contesto. Quindi questa verifica per me può essere fatta volta per volta con chiunque.

Al mio collega questo mattino, dopo averlo sentire fumeggiare in ogni direzione (persino i suoi capelli denunciavano nervosismo) sono andata incontro quasi con un abbraccio,

l’ho guardato negli occhi e ho aperto la conversazione proprio sul suo stato d’animo. Ne era consapevole?

border-do-not-enter-door-25642) Proteggi i tuoi confini emotivi con chiarezza.
In effetti capita che il nervoso lo si abbia entrambi, e così era per me stamattina. E io lo “sapevo”. Ma per questo sapevo anche di che cosa avrei avuto bisogno, e immaginavo che per lui fosse lo stesso. Non è un tema di tempo, ma di attenzione: l’ho data a lui e intanto così lavoravo anche su di me. Non con un incontro formale, ma con qualche minuto (in più) in corridoio, passando in rassegna le persone che oggi avrebbe volentieri fatto fuori, senza mettere in discussione questo desiderio.

Non si tratta infatti di risolvere, ma più semplicemente di trovare lo spazio e darsi l’autorizzazione a riconoscere che ci si sente così.

action-black-and-white-black-and-white-21571683) Tratta le persone emotivamente bisognose come se fossero forti e non fragili.
Questo mi è venuto molto facile: per me è evidente che se hai forti emozioni e potenzialmente forti conseguenze è perché sei forte. E di conseguenza hai la responsabilità di stare attento ai danni che potresti fare: a noi donne dicono sempre di non prendere decisioni importanti nei giorni che precedono il ciclo… ugualmente col mio collaboratore, alla fine del nostro rapido e intimo scambio, mi sono raccomandata di controllare la sua energia,

ed era evidente a entrambi che quel livello ormonale poteva essere usato sia a fin di bene che dannosamente, e che questa responsabilità sovrascriveva tutte le incertezze e fragilità che potevano averlo causato.

Avere talento è un potere e al tempo stesso una condizione di fragilità. Ma la fragilità, se riconosciuta e trattata con cura, nutre il senso di responsabilità: è così che il talento diventa in grado di “gestirsi da sé”.

  • Stefano |

    Dopo 30 anni che amministro la ditta a conduzione familiare come se vi fosse un consiglio di amministrazione, sono consapevole di risultare “fumantino”. Da sempre sono quasi sempre in disaccordo strategico con i “consiglieri” cresciuti di numero nel tempo. Prima mediavo o sposavo le altre soluzioni pur reputandole stupide. Da qualche anno lotto per le mie soluzioni ma sono ormai pervaso dall’istinto di prendere quasi tutti a calci. Ormai la mia emotività al collasso mi porta ad abbandonare la mia creatura e rivolgere le mie idee dove sono fortemente apprezzate; pur lasciando una storia di successo. La vostra analisi mi stupisce per lucidità e focalizzazione delle cause.

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