Il costo umano e ambientale della fast fashion

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L’industria dell’abbigliamento ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 15 anni. Mentre la produzione di capi di abbigliamento è quasi raddoppiata, la durata media del ciclo di vita dei prodotti ha conosciuto un declino inversamente proporzionale. Si stima infatti che, nel periodo 2000 – 2015, l’utilizzo medio di vestiti e accessori sia diminuito del 36%, con i capi più economici che vengono indossati solo 7 o 8 volte prima di essere scartati. L’esplosione della fast fashion, caratterizzata da un’offerta ogni anno sempre più frequente di nuove collezioni di vestiti e accessori a prezzi ridotti, è sicuramente una delle cause di questo fenomeno.

All’aumentare del volume di produzione e di consumo sono però aumentati anche gli impatti di questa filiera sia dal punto di vista ambientale che sociale. Pensate che in media, per produrre un singolo paio di jeans è necessario impiegare 3.800 litri d’acqua, 12 m2 di terreno e 18,3 Kw/h di energia elettrica, a fronte di un’emissione di 33,4 kg di CO2 equivalente durante l’intero ciclo di vita del prodotto. Un impatto che assume dimensioni impressionanti se si considera che ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti 3 miliardi e mezzo di jeans.

Per quanto riguarda l’impatto sociale, inoltre, si stima che la filiera tessile rappresenti la seconda industria maggiormente esposta al rischio di forme di schiavitù moderna, soprattutto di donne e minori. Sono in particolare le donne a dover subire le conseguenze peggiori: la filiera tessile costituisce un’importante ambito di impiego per la manodopera femminile, ma al contempo è teatro di violazioni che vanno dalla violenza e molestie sul luogo di lavoro alla discriminazione salariale di genere. I bambini possono lavorare fino a 12 ore al giorno, nella speranza di guadagnare, una volta adulti, uno stipendio medio che non supera i 200 dollari al mese.

A Milano, dal 21 al 30 giugno 2019, cercheremo di raccontare tutto questo al grande pubblico attraverso l’installazione “THE FASHION EXPERIENCE – La verità su quello che indossi”. Si tratta di un evento interattivo a ingresso libero che spiega, attraverso un percorso ad alto impatto emotivo, le conseguenze sociali e ambientali legate alla filiera produttiva dell’abbigliamento. I volontari e le volontarie di Mani Tese accompagneranno il pubblico all’interno di una struttura che si snoderà in tre differenti ambienti alla scoperta del mondo nascosto che spesso si cela dietro a un nostro paio di jeans o a una nostra maglietta.

L’installazione sarà visitabile dalle ore 10.00 alle 22.00 in Piazza XXIV Maggio.
THE FASHION EXPERIENCE non intende solo contribuire a sensibilizzare i consumatori sui rischi del business as usual ma anche promuovere modelli positivi d’impresa e scoprire esperienze innovative che coniugano la reddittività con il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

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THE FASHION EXPERIENCE è un’iniziativa co-organizzata con il Comune di Milano e rientra nell’ambito del progetto “New Business 4 Good. Educare, informare e collaborare per un nuovo modo di fare impresa” promosso da Mani Tese in collaborazione con altri partner e cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.