La Nazionale italiana si gioca oggi la testa del girone C ai Mondiali in Francia contro il Brasile. Un risultato insperato solo qualche settimana fa. Ora qualificarsi come prime vuol dire incontrare una delle migliori tre classificate, quindi sulla carta avere più chance di passare anche gli ottavi. La ct Milena Bertolini e la capitana Sara Gama, nella conferenza stampa di ieri, hanno sottolineato come si tratti di una partita importante e che l’Italia tenterà di conquistare il primo posto, con la consapevolezza che “il Brasile è una squadra a noi superiore, lo dice il ranking internazionale”.
E i risultati sul campo hanno già portato a un risultato importante: il presidente della Figc Gabriele Gravina ha sottolineato come sia arrivato il momento di una riforma che permetta alle giocatrici di essere riconosciute come professioniste. Un salto di qualità che le atlete si stanno meritando, ma che molte donne hanno già guadagnato nello sport anche fuori dal campo.
“Il calcio è lo sport più amato e più ampiamente giocato al mondo. Credo profondamente che il calcio possa avere un grande impatto nel sostenere la gender equality, all’interno dell’ambiente sportivo e nella società in generale. La nostra Squadra Nazionale Femminile alla Coppa del Mondo in Francia è oggi la miglior dimostrazione di come modelli virtuosi (role models) possano essere fonte di ispirazione. Quando una ragazza gioca a calcio, impara che può avere una voce e fare una scelta, i cui benefici possono durare una vita intera” ha osservato Francesca Sanzone, vice-direttore generale della Figc, in occasione del workshop internazionale “Women, Leadership & Sport”, organizzato dalla Scuola dello Sport CONI e da Trentino e Sviluppo.
Ma quante sono le donne oggi ai vertici dello sport? Il 33% dei membri CIO/Comitato Olimpico Internazionale erano donne; il 45,4% delle posizioni nelle 27 Commissioni CIO sono occupate da donne; però solo il 30% delle Commissioni CIO sono presiedute da donne (8 su 27). Se si considera, invece, la governance internazionale dello sport, su 206 Comitati Olimpici Nazionali, 17 sono presieduti da donne (il 9%) e 33 hanno donne come segretario generale (18%); su 35 Federazioni Internazionali Sportive, solo 2 presidente sono donna (6%) e 6 segretari generale (17%).
“Il dialogo e il confronto con donne protagoniste nel mondo dell’imprenditoria, innovazione e sport ha ancora una volta evidenziato che non esistono professioni maschili o femminili e che di sicuro oggi le donne con costanza, competenza e qualità realizzano gli obiettivi professionali prefissati” ha sottolineato Rossana Ciuffetti, direttore Scuola dello Sport del Coni, che ha aggiunto: “La volontà di esserci e di impegnarsi può determinare un circolo virtuoso tutto al femminile. Le donne oggi e certamente quelle di domani saranno delle leader di successo che avranno certamente assunto un ruolo dominante nel mondo dello sport ma anche in altri contesti a beneficio della società civile. Abbiamo ascoltato testimonianze internazionali e ringraziamo tutti i relatori e i partecipanti. La volontà è far partire da qui questo circolo virtuoso”.
Al workshop ha partecipato anche Veronica Diquattro, executive vice president Southern Europe di DAZN: “La mia esperienza professionale dimostra che non esistono professioni maschili e femminili. Esistono solo competenza, esperienza, volontà di mettersi alla prova e impegnarsi per far accadere qualcosa di nuovo e di diverso. Sono sicura che prossimamente vedremo molte giovani manager in ruoli di primo piano anche nel mondo dello sport, come già accade in altri ambiti professionali, e da questo trarremo tutti un grande beneficio”.
Qualcosa, intanto, si sta muovendo anche a livello legislativo, come ha sottolineato Michele Sciscioli, capo dell’ufficio dell’Ufficio Sport – Presidenza del Consiglio, che ha aperto grandi prospettive per il futuro del mondo sportivo femminile: “Proprio in questi giorni, in Parlamento, stiamo discutendo degli emendamenti al Collegato Sport ed uno di questi prevede l’introduzione della parità di accesso senza discriminazioni di genere nel mondo dello sport – sia per le attività sportive che per quelle manageriali di vertice”.
A conclusione del workshop è stato anche annunciato che l’Ufficio per lo Sport – Presidenza del Consiglio ha nominato Antonella Bellutti come Ambasciatrice Italiana della “Settimana Europea dello Sport” una settimana (dal 23 al 30 Settembre 2019) che invita tutti a “Be Active – Essere Attivi”, praticare sport e attivare stili di vita più sani. Antonella Bellutti è stata identificata in quanto atleta che ha vinto due medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1996 ad Atlanta e del 2000 a Sydney.
Al seminario hanno aprtecipato: Alessandra Sensini (Vice-Presidente CONI), Rossana Ciuffetti (Direttrice della Scuola dello Sport), Veronica Diquattro (Executive Vice-President, DAZN), Francesca Sanzone (FIGC), Laura Maffei (Direttrice di Strategic Marketing & Cluster Sport, Trentino Sviluppo), Melanie Duparc (Segretaria Generale di World Union of the Olympic Cities & www.smartcitiesandsport.org – vincitrice della “Coppa Olimpica”, in altre parole il Premio Nobel per lo Sport, dal CIO), Mons. Melchor Sanchez (Sotto-Segretario al Consiglio Pontificio per la Cultura ma anche maratoneta e Presidente della Athletica Vaticana), Marisa Fernandez Esteban (Vice-Capo Unità Sport della Commissione Europea), Iris Cordoba (General Manager, GSIC/Global Sport Innovation Centre powered by Microsoft, un centro che ha ricevuto 17 milioni di Euro da Microsoft e rappresenta un faro per sport e innovazione) Magali Tezenas du Montcel (General Delegate, Sporsora/Francia), Massimo Mamberti (Secretario Generale, Comitato Leonardo), Anna Amati (Vice-President, Executive Director & Co-Founder of META.Group), e tanti/e altri/e grandi interpreti dello sport e dell’innovazione.