Dal Trofeo dell’Est di Goriza, dove oggi ha gareggiato nei suoi 200 stile libero, fermando il crono a 1’58.45 e aggiudicandosi il primo posto, Federica Pellegrini lancia un messaggio ai giovani atleti, ma soprattutto ai loro genitori: “È un discorso molto serio e ampio, consiglio ai ragazzi di ascoltare, in ambito sportivo, l’allenatore perché mi sono accorta nelle gare che faccio in giro per l’Italia, che i genitori a volte peccano un po’ troppo di presenzialismo. Si vuole diventare un atleta di altissimo livello in pochi anni, ma il nuoto è uno sport difficilissimo che ha bisogno di un allenamento di anni e anni. Il messaggio a tutti i genitori è quindi di supportate i propri figli, mantenendo le distanze”.
Lo dice con il sorriso e con un pizzico di ironia, ma il messaggio è chiaro. E questo serve ancor di più quando i passaggi e le scelte che i giovani atleti devono affrontare, soprattutto all’inizio della loro carriera, influiscono su tutte le altre scelte della propria vita: il lavoro, la famiglia, il trasferimento in altre città e i dubbi, quelli che puntualmente si presentano soprattutto quando i risultati attesi tardano ad arrivare.
Al Trofeo dell’Est hanno partecipato anche altri big del nuoto che ben rappresentano esempi di successo che vanno oltre le medaglie: Filippo Megli, Lorenzo Zazzeri e Matteo Restivo. Quest’ultimo, atleta di punta della nazionale di nuoto azzurra e medaglia di bronzo agli Europei di Glasgow nei 200 dorso, è riuscito a conciliare sport e studi, affrontando uno spostamento da Udine a Firenze dove, nonostante gli impegni sportivi e l’obbligo di frequenza alla facoltà di Medicina, è in regola con tutti gli esami.
Ma quanta fatica e quanto impegno richiede questo percorso? “Più che fatica e sacrifici, si tratta di organizzazione” – mi risponde con una tranquillità quasi disarmante. “Il nuoto mi ha da sempre insegnato a gestire i miei tempi e il mio impegno”.
Spostamenti e cambiamenti che spesso, come nel caso di Federica Pellegrini, arrivano anche in giovanissima età: “Sono andata via da casa a 16 anni, trasferendomi a Milano, senza famiglia in un momento, soprattutto di una donna, molto complicato e delicato.” Ha viaggiato, ha cambiato allenatori e città e non sempre senza difficoltà. “La mia fortuna? La tenacia negli allenamenti. Credendo in quello che stavo facendo, bracciata dopo bracciata. I cambiamenti ci sono e vanno affrontati. Sta solo nell’atleta essere determinato o, alla prima difficoltà, mollare. Il nuoto è uno sport di sensibilità dove è fondamentale la serenità dell’atleta. Se non si è sereni con se stessi, anche il miglior allenamento è inutile”.
La risposta è proprio qui: star bene ed essere felici e soddisfatti di ciò che si fa. Nello sport come nella vita. Lorenzo Zazzeri, bronzo nella 4x50m sl ai Mondiali in vasca corta di Hangzhou 2018, su questo non ha dubbi: “La vittoria migliore di ogni sportivo? Arrivare al massimo del proprio potenziale. Non tutti possono essere campioni, arrivare alle Olimpiadi e vincere quello che ha vinto un’atleta come Federica Pellegrini, però tutti possiamo raggiungere il nostro potenziale. Arrivare a fine carriera soddisfatti e felici di un percorso che è anche un percorso di vita che ti insegna molto. Il messaggio che voglio dare ai ragazzi, giovani atleti, è di non aver fretta e arrivare ad esprimere il proprio massimo, divertendosi”.