La miccia è riesplosa per due libri editi da Newton Compton nel 2013 e ancora disponibili in e-book. Da un lato “I magnifici capolavori della letteratura per ragazze”: Piccole donne, di Luisa May Alcott, Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, Ragione e sentimento di Jane Austen, Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, Pattini d’argento di Mary Mapes Dodge, Heidi di Johanna Spyry e Pollyanna di Eleanor H. Porter. Dall’altro lato “I magnifici 7 capolavori della letteratura per ragazzi”, copertina verde-azzurro: Robinson Crusoe di Daniel Defoe, Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain, Cuore di Edmondo De Amicis, L’isola del tesoro di Robert Luis Stevenson, Le avventure di Peter Pan di James Matthew Barrie, Sandokan. Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari. Di qua tutti autori, avventura e protagonisti maschi. Di là sei autrici su sette, sentimenti e protagoniste rigorosamente femmine.
Sul blog Libroguerriero, la psicoterapeuta e scrittrice Susanna Raule ha riaperto il dibattito mai sopito nella comunità letteraria, bollando la “genderizzazione” come frutto di “un pregiudizio semplice: le ragazze leggono romanzi sentimentali, i ragazzi avventurosi”. A cui sostiene se ne aggiunga un altro ancora peggiore, che persiste da generazioni: “Le donne devono leggere solo autrici femmine, i maschi solo maschi”. “Sessismo librario“, è la diagnosi: una malattia che può portare a incasellare capolavori senza tempo “in categorie mortificanti e anacronistiche” o a creare veri e propri filoni, anche di successo. Pericolosi persino quando si prefiggono l’intento di combattere gli stereotipi, come dimostrano le “Storie della buonanotte per bambine ribelli” di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, edito in Italia da Mondadori, che si propone di raccontare 100 donne straordinarie ma che è stato criticato per quel titolo “escludente”, come se i modelli femminili fossero destinati soltanto alle bimbe.
Lo ricorda la scrittrice bolognese Marilù Oliva, fondatrice di Libroguerriero e insegnante alle scuole superiori – il 1° marzo uscirà per HarperCollins il suo nuovo romanzo “Le spose sepolte” – convinta che “gli editori debbano sempre fare attenzione al prodotto e ai messaggi a volte sotterranei che si veicolano”. A Newton Compton riconosce progetti interessanti proprio sulla parità di genere, ma invita la casa editrice a ritirare la coppia dei “Magnifici 7” anche online e a pensare a un testo con sette capolavori per la letteratura teen, con opere di autrici e autori. Perché – spiega – “etichettare significa contribuire alla svalutazione del ruolo della donna”. Ma ciò che più le sta a cuore è l’editoria scolastica: “Vanno rinnovati tutti i testi e rimpinguati di presenze femminili, anche viventi. La proposta antologica è vecchia e bloccata, costruita soprattutto al maschile”. Per l’editoria non scolastica, invece, l’esigenza è una: “Puntare di più sulle donne”.
Riconduce tutto alle logiche di mercato la scrittrice per l’infanzia Manuela Salvi. Suo il libro “Nei panni di Zaff”, pubblicato nel 2005 e incluso nel 2015 tra i volumi messi all’indice dal sindaco di Venezia, dal Consiglio regionale della Lombardia e dal comune di Padova quando impazzava la lotta all’inesistente “teoria gender” (Zaff è un invito ad accettare la diversità). Salvi sta facendo un dottorato in Inghilterra su quella che chiama “precensura”, “la forma di controllo applicata dagli editori per ragazzi al fine di controllare abitudini d’acquisto e di comportamento”.
“Il mercato è globale, velocissimo e vorace – spiega – e gli editori, da Harry Potter in poi, inseguono i best seller: si investe su tanti titoli, ma il ciclo di vita dei libri è brevissimo. C’è bisogno di dividere e di targetizzare i lettori con estrema precisione. Quali elementi ideologici migliori di età e genere per farlo? Più siamo stereotipati, più siamo gestibili”. Il rovescio della medaglia è evidente: “I consumatori prendono questi dati come esperienze valoriali. Essere divisi in maschi e femmine diventa un valore”.
Il rovescio della medaglia si intuisce facilmente. “Combattiamo la violenza sulle donne e il femminicidio, ma poi neghiamo ai maschi ogni educazione sentimentale, con un irrigidimento rispetto agli anni 70, nonostante un’offerta che a volte è anche coraggiosa e variegata”. L’operazione di Newton del 2013 ne è un esempio. Salvi – anche lei a marzo presenterà alla Fiera di Bologna il suo nuovo libro, “Famiglie e altri scompigli” illustrato da Tuono Pettinato (edizioni librì, collana ColliLunghi) e ovviamente dedicato alle nuove famiglie – si inalbera: “Quegli autori sono morti e non avevano alcuna intenzione di fare libri sessualizzati. È un’appropriazione indebita di letteratura universale a scopo commerciale”. Salvi ha un’idea su cosa sarebbe salutare per bambine e bambini di oggi: “Una libreria con l’accesso vietato agli adulti, dove poter esplorare in libertà, senza condizionamenti”. Non ci sono libri sbagliati, se si scelgono in autonomia.