La scuola sa essere dura, i genitori lo sanno bene. Le richieste di materiale scolastico, tanto fantasioso quanto introvabile, le maestre che non ci sono, quelle che ci sono ma che non seguono il programma, l’inglese che non si fa, gli astucci e la colla che finisce sempre. Si può resistere con semplicità, con gran beneficio all’umore genitoriale, alla predisposizione dei giovani scolari, al lavoro del corpo docente e alla riduzione dell’inquinamento globale. Qui cinque semplici regole.
Ricordati il rispetto che ti hanno insegnato. Quando le maestre entrano, alzati.
Il corpo docente ha un lavoro, come il tuo, diverso dal tuo. Come per il tuo ci si prepara, si entra, si esce, si viene pagati. Diversamente dal tuo, devono insegnare ai tuoi figli molte cose che gli saranno indispensabili per vivere nel mondo e altre che tu non hai avuto modo di raccontare loro: non sono gli unici al mondo, sbagliano e hanno successo e questa dinamica è la vita. E tante altre cose scomode. Tu, che non sai fare più neanche uno straccio di cornicetta – adesso si chiamano ritmi, lo sai? – e hai perso la logica basilare dell’insiemistica, per favore, rispetta il loro lavoro, aspetta e soffoca in gola la tua indignazione. Andrà tutto bene.
Impegnati nelle attività scolastiche. Nessuno ha tempo, ma due ore al giorno fra Facebook e Instagram sì.
Esistono i rappresentati di classe, i consigli di interclasse e quelli d’istituto e quelli di unità didattica, anche quelli cittadini. Poi i comitati spontanei. Le assemblee e le riunioni. La scuola ha bisogno di partecipazione. Quello che non fai è spesso la misura di quello che non saprai capire della scuola.
Ricorda che anche a te i compiti non ti piacevano e che non ti piacciono neanche adesso.
Trova un punto di coerenza fra la tua ritrosia alla fatica e quella legittima dei tuoi figli. Pensa che la scuola deve sviluppare propensione all’apprendimento, curiosità e non contabilità delle performance. Non chiedere come è andata a scuola, scoprilo. Non pretendere efficienza, stimola la voglia di imparare.
Ricorda che i gruppi Whatsapp dei genitori sono l’adolescenza che non vuole andare via.
Tolte le informazioni pratiche, i gruppi Whatsapp dei genitori sono l’eterno ritorno della peggiore adolescenza che ci possiamo ricordare. Essenzialmente gruppetari, danno seguito a infiniti spin off su base di censo, etnia, cultura, religione sì o no, e mille variabili impazzite. Sono generatori naturali di fake news e indignazione d’accatto. Pensa, verifica e, se è il caso, silenzia.
Convinciti che nessuna maestra sciopera contro di te.
La scuola pubblica è sotto tensione da sempre, soprattutto per questioni retributive e di assunzioni o stabilizzazioni dei precari. I salari della scuola determinano la qualità e la motivazione del corpo docente. Le assunzioni servono a rendere più consistente il corpo docente, evitando il rosario annuale delle cattedre non coperte. Pensaci, i docenti che scioperano lo fanno per gli stessi motivi che ti spingono a indignarti a ogni piè sospinto per la pochezza della scuola che ha preso in carico quel talento di tuo figlio.
Buona scuola a tutti.