Scuola in presenza e salute mentale dei minori, le priorità della nuova garante per l’infanzia

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Photo by Izzy Park, Unsplash

La scuola a distanza alimenterà la dispersione scolastica, sottolinea le differenze sociali, e si ritorce contro i soggetti più deboli che hanno bisogno di cure e di socialità, come i disabili. Una della soluzioni, per combattere la pandemia ma garantire allo stesso tempo il diritto all’istruzione, è quella di agire sul potenziamento dei mezzi pubblici soprattutto nella grandi città, per evitare gli assembramenti. Carla Garlatti, magistrata dal 1986 e già presidente del tribunale dei minori di Trieste, si è da poco insediata, il 14 gennaio scorso, a capo dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia). Nella sua intervista ad Alley Oop – Il Sole 24 Ore, Garlatti spiega quali saranno le priorità per il suo nuovo incarico. Tra queste, oltre alla scuola, la salute mentale di bambini e adolescenti, anche in considerazione  delle conseguenze della pandemia, la tutela dei minori da ogni forma di violenza, compresa quella assistita.

Il 2020, a causa della pandemia, è stato un anno horribilis per bambini e adolescenti. Quali rimedi?
Le conseguenze della pandemia sono evidenti, ma di buono c’è che in questa seconda fase se ne parla molto. Nella prima ondata della pandemia , per esemplificare, si poteva portare fuori il cane a fare una passeggiata, ma non il minore. I bambini e gli adolescenti ora sono presi più in considerazione, d’altronde in alcuni casi sono stati loro a farsi sentire, rivendicando il diritto all’istruzione, in presenza e in sicurezza

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Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e adolescenza

La scuola è ancora una volta sacrificata in alcuni casi per la recrudescenza della pandemia. Che cosa ne pensa?
E’ assolutamente importante, ed è difficile sostenere il contrario, che la scuola venga svolta in presenza. La scuola non è solo apprendimento, ma anche scambio, socialità, aspetti che davanti al computer non si possono realizzare. I danni della mancata scuola in presenza ci sono. Con la dad sono emerse maggiormente le differenze sociali: ci sono casi in cui in famiglia non ci sono i mezzi informatici necessari per seguire le lezioni a distanza, oppure ci sono situazioni in cui il minore non ha spazi adeguati dove potersi ritirare e concentrare. Le problematiche sono tante. Penso, ad esempio, anche alla categoria dei disabili per cui ci vuole una cura particolare. Senza la scuola in presenza, spesso, hanno perso i progressi prima raggiunti faticosamente. E anche qualora si riesca a stabilire un rapporto in presenza con l’insegnante a casa o a scuola, il disabile in molti casi ha anche particolare  bisogno di compagni, non basta che stia con l’insegante. In conclusione il problema della dispersione scolastica sarà più rilevante, ci sarà un incremento.

Come garantire la scuola in presenza e non aumentare i contagi?
Tra le soluzioni da adottare, c’è quella di incrementare i mezzi pubblici. Un problema particolarmente sentito nelle grandi città. L’assembramento davanti agli edifici scolastici probabilmente si potrebbe evitare con un maggiore controllo, ma arrivare a scuola senza assembramenti nei mezzi pubblici resta problematico.

Il Recovery Fund può offrire delle soluzioni per i problemi di adolescenti e bambini?
Nella ripresa del Paese bisogna mettere i ragazzi al centro dell’ascolto. Quanto al nostro ruolo come Autorità, potremmo sicuramente agire fornendo raccomandazioni, inviti, nei limiti delle nostre competenze.

Riguardo proprio alle competenze, l’Agia ha poteri sufficienti per dare risposte ai problemi dei minori?
L’Autorità ha tante competenze, ma sono competenze soprattutto di tipo consultivo. Inoltre non possiamo rendere pareri obbligatori. Credo si debba lavorare molto sulle capacità di convincere.

Oltre alla scuola e al problema della pandemia, quali altri priorità per il suo mandato?
Innanzitutto la salute mentale dei minori, e questo punto va collegato anche con la pandemia.  Tra l’altro, mi sono occupata nella mia carriera di minori stranieri non accompagnati, molti sono portatori di disagio, e questo è un problema che va approfondito. Senza trascurare altri disagi diffusi tra i minori come ad esempio l’anoressia.  Poi c’è il problema dell’allontanamento dei minori. Andrebbe fatto presente che, alle volte, è un bene per un minore essere allontanato, il minore ha diritto di avere due genitori adeguati e il diritto ad essere allontanato qualora non lo fossero.  A questo proposito è da ricordare il nostro Paese è quello che allontana meno, ma potrebbe anche essere quello che controlla meno. Va sfatata l’idea che il minore venga allontanato per povertà della famiglia. Non è vero, non si verifica. E’ possibile che ci sia un caso di allontanamento per povertà economica, ma solo se è accompagnata all’incapacità genitoriale di utilizzare le risorse pubbliche messe a disposizione della famiglia. Non bisogna infine dimenticare il problema della violenza sui minori in tutte le sue forme compresa la violenza assistita. Su quest’ultimo fronte c’è molto sommerso.