“Ragazza ventiduenne uccisa dalla polizia iraniana, perché non indossava correttamente l’hijab”. La verità è che quella ragazza sarei potuta essere io, o la mia amica Hanieh, o una di quelle donne che ho incontrato durante questo viaggio. Hijab in Iran non è sinonimo di religione, bensì è sinonimo di governo.
Ogni donna deve privarsi della sua femminilità, nascondere quei bei lineamenti del volto e le forme del proprio corpo, per non rischiare di finire in prigione, o peggio ancora, di essere frustata per 70 volte. Sono cresciuta credendo che queste cose accadevano in una terra lontana dalla mia, e che non mi avrebbero mai toccata. Ma ora che sono qui da più di due mesi, mi sento parte di tutto ciò, mi sento parte di queste ragazze che lottano per i loro diritti, che manifestano per la loro libertà, ma che alla fine sono costrette a nascondersi in un punto cieco.
Ieri migliaia di persone si sono riunite nelle grandi piazze di tantissime città dell’Iran, per protestare, perché non si può morire a 22 anni per non aver indossato correttamente un hijab. Perché prima ancora di essere donne, siamo esseri umani. E non può morire il desiderio di sentirsi libere, libere di ballare, di cantare sotto le stelle, libere di correre con i capelli al vento, lanciando i veli al cielo.
Qui esistono fiabe che vivono nei cuori delle ragazze, nelle storie che scorrono nelle loro menti, in attesa di emergere un giorno nella vita reale. Tu donna iraniana meriti ogni parte di felicità, ogni sorriso che c’è là fuori, ogni danza che c’è nell’universo e ogni gioia contenuta nel tuo cuore. Con l’augurio che ogni fiaba che vive nella vostra mente un giorno diventi realtà, come lo siete voi.
Alessia Piperno affidava a Instagram una settimana fa le riflessioni su quanto sta accadendo in Iran e sulle proteste che vedono protagoniste tante ragazze e donne. Lei che è lì e ha respirato i venti di rivolta, la paura e il coraggio:
La gente è stufa di essere un burattino, ecco perché migliaia di persone stanno scendendo nelle piazze a protestare. Stanno manifestando per la loro libertà. Donne, uomini, adolescenti e anziani. E ognuno di loro, ogni singola persona, rischia la propria vita quando va per le strade.
“Ma non hai paura?”. Ho chiesto ad Hamid pochi giorni fa, prima che uscisse a protestare. “Certo che ho paura, ma se continuiamo a vivere nella paura e nel silenzio, non vedremo mai la libertà”.
In tanti hanno già perso la vita, in tanti non vedranno mai quella libertà per cui hanno rischiato e lottato, ma se un giorno questo sarà un paese libero, è merito di queste persone, di queste ragazze che scendono in piazza e danno fuoco ai loro hijab, e a quei uomini che stanno combattendo per le loro donne.
Ed è per questo che quando scende la notte e l’eco degli spari si emana nella città, Mesan accende la musica ad alto volume, e fa partire quella canzone: “Questo è il fiore, del partigiano, morto per la libertà”.
Che paura avrà lei ora, arrestata a Teheran come ha riferito il padre in un post su Facebook, dopo aver avvisato la Farnesina. Alessia ha chiamato i genitori dalla prigione e il padre racconta: «era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno».
Chi è Alessia Piperno? Lo ha raccontato Gianluca Gotto, altro viaggiatore e scrittore, qualche tempo fa. A lui la giovane ha raccontato: “Ho deciso viaggiare anche perché volevo affrontare quella paura che un po’ tutti noi abbiamo: la solitudine. Volevo non aver paura di essere da sola, volevo far crescere la mia autostima e volevo dimostrare a me stessa che ce l’avrei fatta in qualunque situazione. Alla fine, l’ho fatto davvero: a settembre del 2016 sono partita da sola con un biglietto solo andata per Melbourne“.
In Australia Alessia lavora per sei mesi nelle fattorie raccogliendo patate, mele, zenzero, angurie, fragole e pesche e facendo la cowgirl in una cattle station, una grande fattoria. Poi finisce a fare la cameriera a Brisbane e da lì vola a Samoa, dove lavora come insegnante in una scuola. Un anno ancora in Australia e a seguire Indonesia, India (dove vive con un budget di 5 euro al giorno e ha l’occasione di incontrare il Dalai Lama) e da lì in Sri Lanka. Dopo un breve passaggio in Italia, si trasferisce in Islanda, poi a Panama (dove ha vissuto durante la pandemia) e ora il Medio Oriente con una serie di esperienze straordinarie per i suoi 30 anni, che lei elencava così un paio di anni fa:
1-Ho vissuto due anni in Australia.
2-Ho viaggiato intorno tutto il perimetro australiano e nell’outback a bordo di un Honda del 1998.
3-Ho incontrato il Dalai Lama.
4-Ho scalato una delle vette dell’Himalaya.
5-Ho viaggiato intorno tutto lo Sri Lanka a bordo di un motorino, dormendo in tenda.
6-Mi sono lanciata con il paracadute.
7-Ho preso il brevetto per immersione subacquea.
8-Ho nuotato con una balena nella costa occidentale dell’Australia.
9-Ho visto tante aurore boreali.
10-Ho lavorato come guida turistica in un museo di squali, in Islanda.
11-Ho incontrato l’amore.
12-Ho dormito per terra nel deserto del Thar al confine tra India e Pakistan.
13-Ho lavorato come cowgirl.
14-Ho insegnato in una scuola a Samoa.
15-Ho preso in braccio un Koala.
16-Ho scritto un libro.
17-Ho incontrato tante persone meravigliose.
18-Ho lavorato come contadina, raccogliendo mele, pesche, fragole, zenzero, patate, angurie e zucchine.
19-Ho viaggiato nei treni indiani.
20-Ho dormito in una comunità di monaci tibetani.
21-Ho visitato la spiaggia delle foche a Kangaroo Island.
22-Ho vissuto per 10 mesi in tenda.
23-Ho visto il drago di Komodo.
24-Sono stata sulla cima del vulcano Bromo in Indonesia.
25-Sono entrata in una grotta calandomi con una corda.
26-Ho nuotato con delle mante giganti.
27-Ho nuotato con diversi squali.
28-Ho preso il brevetto come operatore subacqueo di salvataggio.
29-Ho trascorso tutti i mesi del coronavirus a Panama.
30-Ho vissuto in una palafitta.
31-Ho dormito nella giungla.
32-Ho visitato una città sotterranea chiamata Coober Pedy, nel mezzo dell’outback australiano e ho campeggiato sottoterra.
33-Ho visto tanti quokka a Rottnest Island.
34-Ho visitato 62 cascate.
35-C’è stato un momento in cui il mio conto in banca era a pari di 0.28 dollari.
36-Ho fatto immersione nella grande barriera corallina australiana.
37-Ho vissuto su una delle isole della grande barriera corallina australiana.
38-Ho rotto la frizione della mia macchina nel pieno outback, e sono stata salvata da una famiglia di cowboy.
39-Un elefante ha attraversato la strada mentre guidavo il motorino in Sri Lanka.
40-Ho fatto autostop.
41-Ho ballato in due matrimoni indiani.
42-Ho vissuto un anno in Islanda.
43-Ho fatto immersione subacquea in Islanda, quando l’acqua segnava 2 gradi.
44-Ho lavorato per 19 ore al giorno.
45-Non taglio i capelli da 3 anni.
46-Ho fatto volontariato.
47-Ho vissuto in una tribù su una piccola isola a Samoa.
48-Tutti i miei soldi li spendo per viaggiare.
49-La mia immersione subacquea più profonda è di 32 metri.
50-Ho iniziato a lavorare da remoto con il mio computer.
Ora è a Teheran e aspettiamo tutti di avere notizie sui e degli altri 9 stranieri, che secondo le notizie date da Amnesty International sono stati arrestati nel Paese.
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