“I can’t breathe”, è lo slogan risuonato nelle manifestazioni americane per protestare contro l’omicidio di George Floyd a opera di un poliziotto. “I can’t breathe”, “non posso respirare” è anche il titolo dell’opera dell’artista romano Maupal dedicata alle donne vittime di violenza. Anche queste donne, metaforicamente, non possono respirare, oppresse in molti casi da compagni, mariti, fidanzati ed ex fidanzati che tolgono loro l’aria, la libertà, ne soffocano i diritti. Donne che sono come costrette da catene dalle quali – questo racconta l’opera di Maupal, artista noto tra l’altro per aver dipinto il “Super Pope” davanti all’entrata della Città del Vaticano – ci si può liberare sono a morsi, con lo sguardo della tigre.
Il periodo delle restrizioni per il Covid, tra i vari effetti, ha avuto anche quello di acuire le situazioni di disagio, come quella delle donne che subiscono violenza, costrette, in molti casi, a convivere 24 ore su 24 con l’uomo maltrattante. Come comunicato di recente dall’Istat, durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il numero anti violenza, il 73% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono state 2.013 (+59%). In poche parole, la violenza domestica in questo periodo di restrizioni Covid è aumentata, come segnalato anche dall’Onu: non per tutte le donne la casa è stata infatti un luogo sicuro.
Il quadro di Maupal fa parte dell’iniziativa “Art’s Angels”, una vera e propria mobilitazione del mondo della street art contro la violenza maschile sulle donne. Le opere vengono vendute nell’ambito di un’asta di beneficenza, iniziata il 7 giugno, che avrà termine il 14 giugno. Il progetto, ideato tra gli altri proprio dall’artista Maupal, al secolo Mauro Pallotta, e da Associazione Donna, ha il supporto di Fondazione Pangea Onlus e conta sulla partecipazione di molte artiste, nazionali e internazionali. In particolare 75 artiste sono venute in aiuto alle donne che vivono in una situazione di violenza fisica o psicologica, decidendo di mettere a disposizione altrettante loro opere che si trovano sul sito https://artbid.it/ appositamente creato.
Tra i nomi di quante hanno aderito all’iniziativa, ci sono le romane Cinzia Pellin e Alessandra Carloni, Alessia Babrow (per metà sudafricana), la milanese Ste Real, l’olandese Handiedan, la bergamasca ma berlinese d’adozione Alesenso, l’americana Veblena Finkenberg, la friulana Lara Trevisan, la tosco-spagnola Valentina Lucarini Orejon, Lasottosopra da Genova, le anonime cittadine del mondo Zoe e collettivo Darehood e Lediesis.
Anche Jo Squillo, da sempre impegnata a combattere le discriminazioni e la violenza di genere, sostiene l’asta di beneficenza “Art’s Angels” e donerà una maglia dell’iniziativa “Wall of dolls – Il muro delle bambole” da lei ideata: il progetto nato come installazione artistica è divenuto simbolo contro i femminicidi e la violenza sulle donne.
Maupal, in questo contesto di artiste nazionali e internazionali, incarna l’esempio di un modello maschile che sottolinea come le discriminazioni e le violenze basate sul genere vadano combattute assieme.
Per l’iniziativa è stato scelto il nome “Art’s Angels” in omaggio alla famosa serie tv degli anni ’70 “Charlie’s Angels”. Nella serie Charlie è il mecenate che rimanendo dietro alle quinte combatte il crimine lasciando la scena alle vere protagoniste ovvero le bravissime e rivoluzionarie investigatrici professioniste chiamate “angeli”. In questa iniziativa l’arte si fa persona e angelo essa stessa e le vere protagoniste sono le artiste, più o meno conosciute, con le quali Charlie/Maupal condividerà il “palcoscenico” per sostenere concretamente l’obiettivo di questa iniziativa, ovvero contrastare attraverso l’arte le discriminazioni e la violenza sulle donne e sostenere percorsi di empowerment.
Tra l’altro nella serie tv si affrontavano per la prima volta questioni importanti e per l’epoca “innovative” come le condizioni delle donne lavoratrici e i crimini connessi con ambienti di lavoro sessisti, la messa in discussione della donna come oggetto sessuale, i crimini di violenza contro le donne, lo sfruttamento e la violenza mentale e fisica sulle prostitute, lo stalking.