L’identikit degli italiani di seconda generazione occupati riserva qualche sorpresa. In numeri assoluti e in percentuale i dati sono ancora molto contenuti: sono circa 500.000, pari al 2% degli occupati complessivi. Ma se si va a guardare la formazione si hanno informazioni interessanti: il 27% di loro è laureato, contro il 15% della prima generazione di immigrati e il 28% degli occupati italiani con genitori italiani.
Occupati per status migratorio
La rilevazione dello status migratorio, nei dati Eurostat sulle forze di lavoro, classifica gli individui secondo il luogo di nascita loro e dei loro genitori, e fornisce informazioni (come ad esempio quella sui titoli di studio) che possono contribuire alla valutazione del livello di integrazione del Paese ospite. L’insieme degli occupati può essere così ripartito in tre gruppi a seconda del loro status migratorio: gli occupati nati in Italia da genitori italiani, gli occupati nati all’estero (immigrati di prima generazione), e gli occupati nati in Italia da genitori nati all’estero (immigrati di seconda generazione).
Attualmente in Italia, per ogni 100 occupati, 83 sono nati nel nostro Paese da genitori italiani, 2 sono nati in Italia da uno o entrambi i genitori nati all’estero, e 15 sono nati all’estero. Il confronto con i principali Paesi europei mostra che la componente migratoria, sia di prima sia di seconda generazione, è molto maggiore negli altri Paesi, ad eccezione della Polonia. Infatti, la quota di occupati nati nel Paese di rifermento da genitori dello stesso Paese scende al 75% in Spagna, al 73% in Francia, al 65% in Germania, mentre sfiora il 97% in Polonia.
Occupati in età 15-74 anni per status migratorio nei principali Paesi europei al 2024. Valori assoluti in migliaia e %.

La quota degli immigrati di seconda generazione, in particolare, è ancora esigua in Italia, in Spagna e in Polonia rispetto a quella della Francia e della Germania; in Francia, infatti, la prima e la seconda generazione di immigrati sono ormai equivalenti (13%), in Germania la seconda generazione sfiora il 14% e la prima generazione raggiunge il 22%, mentre in Italia il 15% di immigrati di prima generazione scende al 2% della seconda generazione.
Il titolo di studio più diffuso in Italia è il diploma
La distribuzione degli occupati per titolo di studio (Tabella 2) evidenzia il fatto che i diplomati rappresentano la percentuale più consistente degli occupati nel nostro Paese, sia tra i nati in Italia sia tra gli immigrati di prima generazione. Per ogni 100 occupati nati all’estero, infatti, 45 hanno un diploma, 15 sono laureati, e 40 hanno un titolo di studio inferiore al diploma. Per ogni 100 occupati nati da genitori italiani, invece, i diplomati sono simili (48%) ma i laureati sono quasi il doppio (28%) e gli occupati senza diploma dimezzano (24%).
Distribuzione percentuale degli occupati per titolo di studio e status migratorio nei principali Paesi europei al 2024

Anche in Germania il titolo di studio più diffuso tra gli immigrati di prima generazione è il diploma (36%), ma è la laurea sia in Polonia (50%) sia in Francia (44%). Solo in Spagna il gruppo più consistente di immigrati è ancora quello delle persone senza diploma (38%).
Crescono i laureati tra gli immigrati di seconda generazione
Tra gli occupati nati in Italia con genitori nati all’estero (immigrati di seconda generazione) la quota di diplomati (56%) è maggiore di quella degli immigrati di prima generazione, ma è soprattutto la componente dei laureati che aumenta sensibilmente rispetto a quella della prima generazione: posto uguale a 100 il totale degli immigrati, rispettivamente di prima e seconda generazione, la percentuale di laureati passa da 15% della prima generazione a 27% della seconda generazione.
Anche in Germania i laureati passano da 31% della prima generazione a 33% della seconda generazione, in Spagna aumentano da 31% a 49%, e in Francia aumentano da 44% a 49%. Solo in Polonia i laureati calano da 50% della prima generazione a 44% della seconda generazione.
Tassi di occupazione per status migratorio e titolo di studio
Le differenze nei tassi di occupazione per status migratorio e titolo di studio evidenziano le diverse prospettive occupazionali degli immigrati di prima e seconda generazione rispetto a quelle dei nati nel Paese di riferimento (Tabella 3).
Tassi di occupazione per status migratorio e titolo di studio nei principali Paesi europei al 2024

Confrontando le probabilità di occupazione dei nati nel Paese di riferimento da genitori dello stesso Paese con quelle della seconda generazione di immigrati si osserva che, per ogni Paese e per ogni titolo di studio, gli immigrati sono in condizioni di svantaggio: la differenza è massima (intorno a 20 punti percentuali) sia per le persone senza diploma in Italia e in Spagna, sia per i diplomati in Polonia, ma resta a livelli molto più bassi in Germania e in Francia per tutti i titoli di studio (la differenza resta sotto i 5 punti percentuali).
Tra i laureati, in particolare, le differenze nei tassi di occupazione dei nati da genitori dello stesso Paese e immigrati di seconda generazione si riducono sensibilmente rispetto agli altri titoli di studio. In Italia la probabilità di occupazione passa dal 78% dei nati da genitori italiani al 69% degli immigrati di seconda generazione, ma in Germania e in Spagna la differenza è ancora più bassa, e in Francia non c’è alcuna differenza nei tassi di occupazione dei laureati francesi rispetto agli immigrati di seconda generazione. Solo in Polonia il tasso di occupazione dei laureati nati da genitori polacchi è molto maggiore di quello degli immigrati di seconda generazione (85% contro 64%), pur essendo del tutto identico a quello degli immigrati di prima generazione (85%).
Gli immigrati con laurea sono occupati, ma sovra-qualificati
La distribuzione percentuale degli occupati per titolo di studio riportata nella Tabella 2 non mostra sostanziali differenze tra i nati nel Paese di riferimento da genitori dello stesso Paese e gli immigrati di seconda generazione, ma il divario diventa più marcato nel confronto con gli immigrati di prima generazione. Questo risultato è particolarmente evidente tra i laureati (Figura 1).
Occupati con laurea in percentuale del totale occupati per status migratorio nei principali Paesi europei al 2024

Attualmente, tra gli immigrati di seconda generazione, la percentuale di laureati è molto simile a quella degli occupati con genitori dei rispettivi Paesi di riferimento. In Germania la percentuale di laureati è massima tra i nati da genitori tedeschi (36%), con poca distanza dalla percentuale minima della prima generazione (31%). In Italia la situazione è simile, ma la distanza è più marcata (da 28% a 15%), e in Spagna la distanza tra il valore massimo (51%) e quello minimo (31%) è ancora più consistente di quella italiana. In Polonia, invece, la situazione è a rovescio, perché la quota maggiore di laureati si riscontra tra gli immigrati di prima generazione (50%). Anche in Francia la quota di laureati tra gli immigrati di seconda generazione (49%) è sostanzialmente uguale a quella dei nati da genitori francesi (48%), ed è di poco superiore a quella della prima generazione di immigrati (44%).
L’abbinamento degli occupati con laurea a posizioni lavorative coerenti con il loro titolo di studio è più probabile per gli occupati nati nei rispettivi Paesi di riferimento, mentre risulta marcatamente più difficile per i laureati di un Paese straniero. L’indicatore pubblicato da Eurostat è il tasso di sovra-qualificazione, calcolato come percentuale di laureati (Isced 5-8) che lavorano in occupazioni che non richiedono tale livello di istruzione (Isco 4-9). In tutti i Paesi considerati, la quota di laureati abbinati a posizioni poco qualificate è più elevata tra gli occupati stranieri (Figura 2). Solo in Francia questo divario è poco marcato; negli altri Paesi il tasso di sovra-qualificazione quasi raddoppia passando dai valori del Paese di riferimento a quelli dei nati in un Paese straniero. In Italia, in particolare, sono sovra-qualificati 18 laureati su 100 tra coloro che sono nati in Italia, ma la loro quota sale a 46% tra coloro che sono nati in un Paese straniero.
Tassi di sovra-qualificazione degli occupati con laurea per Paese di nascita nei principali Paesi europei al 2024

Si noti che in Italia il tasso di sovra-qualificazione dei laureati, per quanto concerne i nati nel nostro Paese, è attualmente in linea con quelli di Francia, Germania e Polonia, ma raddoppia per i nati all’estero, raggiungendo un valore simile a quello della Spagna, dove la metà dei laureati nati all’estero è sovra-qualificato.
In sintesi, il principale problema per l’Italia, comune agli occupati di qualsiasi status migratorio, sembra essere il fatto che la quota di laureati è molto più bassa rispetto a quella degli altri Paesi, sia per gli occupati nati da genitori italiani (28%), sia per gli occupati con genitori nati all’estero (27%), sia per gli immigrati di prima generazione (15%).
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