Più tutela per le donne in gravidanza e le mamme lavoratrici. È il passo avanti compiuto con il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl) per i lavoratori in somministrazione che arriva dopo anni di evoluzione e miglioramenti nel panorama del lavoro temporaneo.
I contratti in somministrazione, un tempo tra le forme di impiego più precarie e con meno tutele, erano considerati tra i più rischiosi per i lavoratori, soprattutto per le donne. L’assenza di garanzie solide, l’instabilità e l’incertezza dei contratti a termine rendevano la maternità un momento particolarmente difficile da affrontare per le lavoratrici, che spesso si trovavano a dover rinunciare a opportunità di carriera o a subire penalizzazioni economiche durante e dopo il periodo di gravidanza.
Tuttavia, oggi la situazione è cambiata. Con l’introduzione delle nuove misure nel Ccnl, le lavoratrici in somministrazione, e in particolare le mamme e le donne in gravidanza, hanno finalmente acquisito diritti e protezioni che garantiscono loro continuità lavorativa e una maggiore stabilità. Le riforme vanno a colmare un vuoto che per troppo tempo ha visto il lavoro temporaneo come una “seconda classe” del mercato del lavoro, meno tutelata rispetto ad altre forme contrattuali.
Diritto di precedenza per le lavoratrici in maternità
Il nuovo contratto per i lavoratori in somministrazione, firmato lo scorso 4 febbraio dopo oltre due anni di trattative tra Assolavoro, l’Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro, e i sindacati di categoria, introduce importanti novità per oltre un milione di lavoratori del settore. Tra questi, le donne rappresentavano il 41% della forza lavoro in somministrazione nel 2023, secondo l’ultimo rapporto di Assolavoro Datalab, contribuendo per il 39,8% al totale delle ore lavorate.
Una delle novità più significative riguarda proprio le lavoratrici in gravidanza o in maternità, che ora possono beneficiare del diritto di precedenza nell’accesso a nuove missioni lavorative. Questo significa che, se una lavoratrice ha già svolto un incarico temporaneo tramite un’agenzia per il lavoro e si apre una nuova opportunità con caratteristiche simili, l’azienda utilizzatrice dovrà considerarla con priorità prima di valutare altri candidati esterni.
«Una lavoratrice in somministrazione che si trovi in questa condizione potrà dichiarare la propria disponibilità entro 60 giorni dall’inizio o dalla fine del periodo di astensione, avendo così la priorità per un nuovo incarico di pari livello e contenuto professionale rispetto a quelli già svolti», spiega Rossella Fasola, public affairs director di Randstad Italia. Questa misura rappresenta un passo avanti importante per la tutela delle donne nel mondo del lavoro in somministrazione, garantendo loro maggiori opportunità di continuità occupazionale e riducendo il rischio di penalizzazioni legate alla maternità.
Contributi per le mamme e più tutele per le assunte
Il nuovo contratto collettivo introduce anche misure di sostegno economico e welfare per le madri lavoratrici in somministrazione, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e conciliazione tra vita professionale e familiare. In particolare, è prevista un’indennità di sostegno per le madri nel caso in cui non sia garantita una copertura economica da parte dell’Inps, offrendo così un aiuto concreto nei periodi di difficoltà.
A queste tutele si aggiungono le nuove misure di welfare fornite da Ebitemp, l’Ente bilaterale del settore, facilitando così il rientro al lavoro delle mamme e aiutandole nella gestione della cura dei figli. «Tra le agevolazioni messe in campo ci sono contributi per asilo nido e baby-sitting, un aiuto concreto per le mamme che devono conciliare lavoro e famiglia», sottolinea Fasola.
Le garanzie si rafforzano ulteriormente per le lavoratrici in somministrazione con contratto a tempo indeterminato, che oggi rappresentano più di un quarto del totale. In caso di gravidanza, se la loro missione lavorativa termina, avranno diritto ad accedere direttamente alla procedura di ricollocazione fino al primo anno di vita del bambino. Inoltre, potranno beneficiare di un’indennità pari all’ultima retribuzione percepita, con un importo minimo garantito di 1.150 euro.
Più tutele e diritti per tutti
Le nuove regole mirano a migliorare la condizione di tutti i lavoratori in somministrazione, introducendo tutele e opportunità di crescita per l’intera categoria. Tra le principali novità, spicca il rafforzamento della formazione professionale, che aiuterà chi ha contratti a tempo a sviluppare nuove competenze e aumentare le possibilità di ottenere un impiego stabile. Sono stati inoltre potenziati i servizi sanitari, con l’introduzione di nuove coperture assicurative, mentre gli aiuti economici forniti dagli enti di settore sono stati incrementati del 20%.
«Una novità importante è l’introduzione di una sanzione economica a favore del dipendente nel caso in cui l’azienda utilizzatrice non rispetti il preavviso per la proroga dei contratti superiori ai sei mesi. Anche le prestazioni di welfare di Ebitemp sono state ampliate, mantenendo sempre saldo il principio della parità retributiva tra lavoratori in somministrazione e dipendenti diretti dell’azienda», chiarisce l’esperta.
Per chi segue corsi di formazione, è stato esteso il periodo utile per essere ricollocato in un nuovo impiego. Cresce anche l’importo dell’indennità di disponibilità, il compenso riconosciuto ai lavoratori a chiamata nei periodi in cui non ricevono incarichi. Ulteriori miglioramenti riguardano le tutele per chi lavora su turni, gli assistenti familiari e i lavoratori con contratti che prevedono un numero minimo di ore garantite.
«Oggi il Ccnl delle Agenzie per il lavoro offre tutele più avanzate rispetto ad altre tipologie contrattuali per le categorie più fragili, incluse mamme e future mamme», conclude Fasola che aggiunge: «Questo rinnovo conferma la somministrazione come una forma di lavoro flessibile, ma con forti garanzie in termini di welfare e opportunità di impiego per tutti».
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