Violenza sulle donne: Piantedosi, la repressione non basta servono azioni positive

Non basta la repressione, servono azioni positive che possano incidere sul cambiamento culturale profondo necessario per combattere la piaga delle violenza sulle donne. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso del question time alla Camera dei deputati ha sottolineato l’importanza della prevenzione e ha fatto il punto sui provvedimenti di ammonimento (in aumento del 126% nel 2024 rispetto all’anno prima quelli per violenza domestica) e sui braccialetti elettronici attivati, a quota 12.000. «I dati sui femminicidi sono ancora allarmanti e confermano che le iniziative di prevenzione e di contrasto richiedono innanzitutto di essere accompagnate da azioni positive, in grado di incidere in profondità sul piano culturale, attraverso la promozione in ogni campo dei valori della parità e del rispetto, con una particolare attenzione rivolta alle nuove generazioni», ha detto il ministro.

«Dati sui femminicidi sono allarmanti»

“I dati sui femminicidi sono ancora allarmanti e confermano che le iniziative di prevenzione e di contrasto richiedono innanzitutto di essere accompagnate da azioni positive, in grado di incidere in profondità sul piano culturale, attraverso la promozione in ogni campo dei valori della parità e del rispetto, con una particolare attenzione rivolta alle nuove generazioni che, come i fatti di Capodanno hanno dimostrato, soprattutto per quanto riguarda le seconde generazioni di immigrati, sono quelle che evidenziano nuovi fenomeni come la Taharrush gamea (molestie di gruppo, ndr) che aggiungono preoccupazioni a quelle che già c’erano”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time alla Camera

Ammonimenti per le violenze in ambito domestico +126%, salgono del 44% quelli per stalking o revenge porn

«Nel 2024 sono stati adottati 2.746 ammonimenti per stalking o revenge porn, con un aumento del 44% rispetto all’anno precedente; 5.858 sono stati quelli adottati per violenze in ambito domestico, con un incremento del 126%. Sono stati, inoltre, 415 gli arresti in flagranza differita applicati grazie alle nuove disposizioni normative». Il ministro ha poi aggiunto che «risultati significativi possano essere raggiunti solo attraverso un’azione corale da parte di tutte le istituzioni e della società civile secondo un approccio che non sia solo quello meramente repressivo, pur necessario, bensì attraverso una strategia di intervento integrata e multidisciplinare incentrata sull’analisi delle cause profonde della violenza».

12mila braccialetti attivati, oltre 5.700 antistalking

Sono attualmente più di 12 mila i braccialetti elettronici attivati, di cui oltre 5.700 in chiave antistalking. Questi i numeri forniti dal ministro Piantedosi, che ha sottolineato che l’uso dello strumento «è stato notevolmente ampliato dalla legge 168 del 2023, approvata con la più ampia e trasversale convergenza politica, allo scopo di rafforzare la tutela delle donne vittime di violenza». Il braccialetto elettronico, ha spiegato Piantedosi, «oggi può essere disposto dall’Autorità giudiziaria, oltre che in caso di arresti domiciliari, anche per la sorveglianza speciale, previo consenso dell’interessato; per il divieto di avvicinamento; per l’allontanamento dalla casa familiare. L’applicazione di queste ulteriori misure di prevenzione sono proprio quelle per le quali si rendono particolarmente utili quegli approfondimenti tecnico-operativi da parte della Polizia giudiziaria che risultano indispensabili per assicurare la funzionalità e l’efficacia dello strumento elettronico di controllo».

D’altra parte, ha aggiunto, il ministro, «nella stessa ottica di garantire un’effettiva protezione della donna, abbiamo già previsto, con la legge 168, che, in caso di violazione delle prescrizioni o di manomissione del dispositivo, il giudice possa disporre la revoca degli arresti domiciliari e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere».

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